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giovedì 3 marzo 2016

Morti e sepolti (reg. Gary Sherman - 1981)

PERSONALE

all’Illustre Cav. G. BASILE
Commissario Prefettizio
  Platì


Al Signor Commissario Prefettizio
dell’Alpestre Comune di Platì,
chiedo con la presente un armistizio
sull’ordinanza di cui parlo qui:

Pria che a Battaglia il rio, macabro ruolo
del Cimitero passi, o Commissario,
sappia che al Cimitero io già ci ò un suolo
con deliberazion ch’è nell’ossario.

S’intenda per ossario un certo vaso
ov’è deposta la sapienza antica
dei Satrapi di un tempo ormai lontano
a cui memoria non ci lega amica.

Il fatto andò così: mio nonno Oliva
Giacomo fu Saverio, ebbe concesso
pel suo terreno al camposanto annesso
(e che il Comune allor gli requisiva,

Per dare al luogo pio forma quadrata
qual’oggi la si vede) un’area uguale
dentro il recinto e prossima all’entrata
per costruir la casa sua tombale.

E il Sindaco del tempo, un altro Oliva,
cosa rara a Platì, pur n’ebbe cura,
per il visto di rendere estensiva
tal deliberazione in Prefettura.

Tal documento come avanti ho detto,
trovasi seppellito nell’ossario,
posto nella magion “ dell’INTERDETTO
per voler di Dionigi ... il segretario.

Soltanto può ordinar l’esumazione
del documento, Vostra Signoria
per sincerarsi della posizione
ch’io la prospetto in brutta poesia.

Io non potrei, mio Commissario Egregio,
frugar di carte in tal cataste immane
per far valere tal mio privilegio,
di D. Camelo a ciò varran le mani.

Capirà, commissario, i miei parenti
furon tutti sepolti per mia cura
chi di quà, chi di là. si o no,contenti,
ma io voglio un posto fisso a sepoltura.

Perciò, la prego, Illustre Commissario,
di voler ordinar ricerca attiva
del documento tanto necessario
per tal sistemazione definitiva.

Ma se di ciò che fu, Vossignoria
niente più ne volesse sapere,
il ruolo passi a questa Esattoria
ch’io tosto farò ossequi al Suo Volere.


Pagherò all’Esattor con le altre Imposte
pure questa, ma sol quando le brume
scenderan nel Novembre per le coste
della montagna, e ingrosserà qui il fiume ...

Ma senta, e questa è cosa necessaria,
ch’Ella qui sappia, a patto che niun guasto
le ulive avran da mosca “ GIUDIZIARIA
che ogni anno ingoia, ahimé in suo FIERO PASTO.

Or mi consenta, Illustre Commissario,
di dirle i sensi della mia osservanza
con l’augurio che ancor per tempo vario
Ella ponga tra noi Sua ambita stanza.

E con indefettibil devozione,
mi ritengo il suo: Giacomo Tassone.

il dì ventiquattro di agosto
dell’anno sedicesimo dei Fasci
che l’Italia e il Mondo han messo a posto
onde il nemico in rabbia sua si accasci !!!

Giacomo Tassoni Oliva


Come sempre nelle poesie di don Giacomino (nella foto) troviamo il ritratto della vita platiota con allegati fatti, luoghi e persone da tempo... sepolte.




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