Powered By Blogger

mercoledì 9 marzo 2016

Cuori nella tormenta (reg. Carlo Campogalliani - 1941)

 
                                                   


Sperdute per le campagne, piccole casupole sono albergatrici di tanta povera gente che, vive lontana dal mondo e dalla civiltà, priva di ogni bene e talvolta anche di sostentamento. E laggiù, tra quei sentieri, per gli erti colli, e le anguste vie noi raggiungiamo i tuguri, cui l’idea non potrebbe costruire nell’immaginazione, e se gli occhi non si posano a guardare, se la pietà non spinge i passi fin laggiù.
Quanto è provvidenziale il nostro sacrificio! Come quella infelice umanità ci tende la mano con un volto stirato dal dolore ed un fievole lamento sulla bocca = ed accoglie la pasta e la farina per il fisico sfinito, ma crederemmo ancora molto opportuno poter offrire dei formaggi e dei biscotti a quei bambini, il cui sorriso innocente e imploratore penetrando, commuove il nostro cuore. E non senza difficoltà da parte nostra, ma tanto sacrificio ci costa tal missione, poiché sotto il sole e la pioggia, il vento oppur la bora, noi raggiungiamo instancabilmente e senza mezzo di trasporto i più reconditi e lontani borghi, appunto poiché la nostra coscienza di cristiane e la nostra tenerezza di donna comprende l’opportunità di continuare questo umanitario compito.
Dapprima la povera gente giungeva al nostro ufficio per prelevare il materiale loro diretto, ma ormai attendono alle proprie case, ove ci accolgono e, con una lacrima di gratitudine, che vela il senso vivo del loro ringraziamento, ripetono commosse: ritornate!


Questa breve commovente prosa anonima era tra le carte conservate dallo zio Ernesto il giovane. Leggendolo viene alla mente lo stile letterario e la partecipazione di Umberto Zanotti Bianco. La  femminile scrittura  fa pensare ad una suora con un cuore infinito.

Leggetela con sottofondo questa bella canzone di Mavis Staples


Nessun commento:

Posta un commento