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giovedì 7 aprile 2016

La corrispondenza



Ieri, nel post ho spinto qualche riserva sul convegno Alvaro, Perri e l'Aspromonte, da subito mi sono sentito tormentato per riguardo agli amici pulinarisi che erano fautori, assieme alla scuola media, del convegno. Purtroppo constatavo l'occasione persa di far conoscere - ad un pubblico di infanti, adolescenti, giovani, adulti, paesani, forestieri, professori, scrittori e infine giornalisti, ma soprattutto alla dirigente scolastica ed al commissario prefettizio - un humus che si sta sgretolando, il passato fertile di un paese fertile. Ora, a seguito dell'espansione del popolo webbiano, l'approssimazione è il prodotto costante e i pulinarisi se ne devono allontanare facendo rinascere il vigore dell'humus platiota.
Oggi, la replica a Francesco Perri dello zio Ernesto il giovane il quale si rammarica di non aver ereditato l'intelligenza ed il talento poetico e letterario dello zio, il vecchio. Ma io so che non è così. Il rammarico dello zio e anche verso lo scrittore, a cui ricorda una non felice polemica avuta con lui nella decade precedente.

                    Careri, 30 maggio 1968

      Chiarissimo Professore,
godo dell'onore che mi fa di indirizzarmi un Suo scritto e spero vorrà concedermelo anche in seguito.
Sono proprio il nipote del Suo ex compagno di scuola, il defunto Arc. Ernesto Gliozzi, sono di Platì e porto il suo stesso nome, benché non ne abbia ereditato l'intelligenza ed il talento poetico e letterario. La famiglia Gliozzi di Ardore è un ramo della mia stessa famiglia.
Ebbi la sorte di entrare in polemica con Lei in occasione del trasferimento della sede Vescovile da Gerace a Locri, verso il 1952, con un articolo pubblicato su un giornale di Reggio, che voleva rispondere ai Suoi ben apprezzati argomenti in pro di Gerace; Lei scriveva per nostalgia del luogo in cui aveva trascorso buona parte della Sua giovinezza io rispondevo guardando alla realtà dei fatti che imponevano la soluzione di quel problema per cui si batterono Mons. Giuseppe Piccolo da Mammola ed altri, fin dal primi lustri del nostro secolo. Lei credette allora di polemizzare con il Suo ex compagno di scuola e non con il nipote, per cui chiuse la replica con un generoso atto di comprensione.
Ora, in seguito al trasferimento del caro Arciprete Pollifroni da Careri  a Cirella, sono stato incaricato provvisoriamente dal nostro Vescovo del governo della Parrocchia di Careri e vi lavoro dal 1° luglio dello scorso anno.
Con le generose offerte dei fedeli ho fatto nella Chiesa diverse innovazioni ed altre mi riprometto di fare, se gli aiuti non verranno meno.
Fra l'altro, ho pensato di rifare le due corone del quadro della Madonna delle Grazie, a cui i Careresi hanno tanta devozione. Allo scopo, ho costituito un comitato largamente rappresentativo a cui è stato Preposto il Sig. Rosario Ceravolo, fratello dell'ex Sindaco Prof. Giuseppe.
La lettera circolare è stata inviate a tutti i Careresi lontani e già arrivano, generose, le offerte.
In quanto all'atto sacrilego per cui la Madonna e il Bambino furono derubati della loro corona, certamente di molto valore, non si è riusciti ad individuare i ladri che, penetrati in Chiesa attraverso il campanile, avevano tentato addirittura di portar via il quadro (come Lei sa, attualmente son presi di mire tele e quadri delle Chiese), ma poiché era pesante e in legno, non poterono attuare tutto il piano e si contentarono delle corone.  Attorno a questo fatto ci furono altre vicende che sarebbe lungo descrivere qui per lettera. Se in questa estate vorrà fare una visita alla casa natia, La informerò di tutto e avrò l'onore di conoscerLa di persona.
Intanto La ringrazio dell'offerta che vorrà mandare per ridare lustro alla nostra cara e venerato Icone; e Le porgo i migliori auguri e i più distinti ossequi.
                                                                                (Arc. Can. Frnesto Gliozzi)


1 commento:

  1. A parte il fatto che si trattava di un autocritica essendo tu parte attiva degli amici pulinarisi i tuoi consigli sono sempre ben accetti ed ascoltati.

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