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mercoledì 19 aprile 2017

Orizzonti di gloria - Un'opera eseguita nel secolo XVI°

Da un esame preliminare della scultura, avvalorato dal giudizio del restauratore, si rileva che si tratta di un'opera eseguita nel secolo XVI° (anni tra il 1500 e il 1600) d.C. Il restauratore nella sua relazione finale dice: "Si tratta di una scultura del 16° sec. d.C. di scuola strettamente meridionale". Possiamo quindi a ragione pensare che i nostri primi padri, quando già si configurava una certa comunità già stabilizzata in questo luogo (le prime abitazioni del paese risalgono al 1506 d.C.), sentirono il bisogno di erigere un luogo di culto, di dare alla comunità un cappellano o parroco, che fosse, e di eleggere un celeste Patrono, ponendo nel luogo di culto una sua Immagine. Non abbiamo documenti sull'epoca in cui fu dato alla Parrocchia il titolo di "S. Maria di Loreto", né sappiamo che l'immagine raffiguri la Madonna di Loreto. Vedremo in seguito su quest'argomento il parere di p. Stefano De Fiores, esperto mariologo; fermiamoci per ora su questo concetto: la scultura di cui parliamo risale ai primi anni della fondazione di Platì.

La causa dei danni riportati dalla scultura è da ricercarsi nella sua struttura e nella situazione in cui era tenuta. La scultura, pur essendo costruita in legno, era rivestita di uno spesso strato di gesso (in certi punti alto due ed anche quattro centimetri); ed inoltre era conservata in ambiente in cui non potendo avere una sufficiente aerazione (nicchia chiusa sul davanti con lastra di vetro), il gesso cominciò pian pianino a sgretolarsi ed a cadere a brandelli, come mostrano le fotografie eseguite nella nostra chiesa prima di inviarla per il restauro. Inoltre, all' interno il legno era tutto corroso dai tarli, come si può notare dalle fotografie eseguite durante il restauro; la scultura era così intarlata, che viene da pensare persino che la data di origine debba essere di molto anteriore a quella attribuitale dal restauratore.

Prima che i lavori di restauro fossero iniziati, fu chiesto un preventivo sulla spesa che si prevedeva necessaria, e, visto che la spesa era affrontabile, si diede la via libera ai lavori.

Il restauro richiese alcuni mesi di lavoro e non fu eseguito dal solo restauratore sopra citato, ma questi si avvalse della collaborazione di altri restauratori fiorentini specializzati nelle varie branche: un intagliatore, un pittore, ecc...

Durante i lavori si è scoperto che in epoca risalente alla fine del 1700 d.C. ha avuto un restauro che ne aveva modificato alcuni tratti; ad esempio: ad una certa altezza del collo fu inserita una zeppa che ne piegava in basso lo sguardo; gli occhi dapprima di legno furono sostituiti da occhi di vetro, come si incominciava ad usare a quei tempi; il braccio sinistro del Bambino con la manina che sorregge il globo, fu piegato verso il basso , la veste della Madonna fu arricchita di decorazioni varie; ecc...

Ecco quanto scrive il restauratore in una relazione del 14 gennaio 1992:
" Le comunico i dati tecnici del restauro della scultura lignea raffigurante Madonna con Bambino appartenente alla sua parrocchia e da noi restaurata nei primi mesi del 1992. Spero che questo possa essere per lei cosa gradita da inserire come documento nell' archivio della parrocchia. Si tratta di una scultura del 16° secolo d.C. di scuola strettamente meridionale. Anche se alcune parti risultano scolpite in modo grossolano, nella totalità dell' opera si nota una mano artistica notevolmente felice. Alla fine del 1700 d.C. vi è stato un totale rifacimento, in parte dovuto ad un degrado dell' opera stessa, in parte dovuto ad esigenze di nuovi personaggi locali. In questo intervento è stata modificata addirittura l' impostazione estetica dell' opera, essendo stati eseguiti interventi tecnici poco felici.
Interventi di restauro eseguiti onde riportare l' opera allo stato originale: 1) spolpatura di tutte le parti in gesso e ritrovamento della struttura originale sottostante, sia come struttura scultorea sia come colori originali; 2) risanamento ligneo totale, mediante iniezioni ed immersioni in sostanze consolidanti; 3) restauro ligneo di grave evidenza (mani, collo, occhi, braccia, testa e volto del Bambino, manto, base, ecc...); 4) preparazione con sostanze idonee alla coloritura originale; 5) doratura con oro zecchino a foglia nelle parti perimetrali del manto; 6) trattamento protettivo finale
."

Così restaurata, l' immagine della Madonna fu riportata a Platì il giorno 11 aprile 1992.

                                                                                     (continua)

Nota:



Il professor Lorenzo Casamenti attualmente è direttore del dipartimento del restauro della Scuola Internazionale "Lorenzo de Medici" di Firenze.


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