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giovedì 20 ottobre 2016

La vergine della Roccia- alla FINE



Lungo la scalea, si svolge un continuo rosario di gente: ammalati che vengono recati a forza di robuste braccia; devoti che scendono, - molti ginocchioni - recitando le loro preghiere; ragazzi e giovani che la risalgono d'un baleno; nella chiesa, un accalcarsi di gente che canta, che prega, che invoca a gran voce, mentre all'altare si celebrano i divini Misteri; sullo spiazzo, una confusione di gente d'ogni età e d'ogni provenienza; sotto le pareti della roccia, teorie di rivenditori di candele, di oggetti di devozione e di giocattoli, con cui saranno allietati i bambini rimasti a casa, o rivenditori delle caratteristiche ciambelle, impastate di miele e farina. Intanto, squilli a distesa si diffondono all'intorno, dalla campana issata sulla roccia, priva di batacchio, suonata con pezzi di legno o di ferro, o con monete lanciate dai fedeli che qui arrivano per la prima volta, ligi alla credenza, secondo cui chi suona la campana, avrà la ventura di tornare al Santuario, negli anni successivi.
La maggior parte dei pellegrini, sciolti i loro voti, ripercorrono, nello stesso giorno, il cammino che li porta ai loro paesi; molti, pero, trascorrono la notte sul posto, alloggiando presso le ospitali famiglie di Bombile o bivaccando all'aperto, quando il cielo è clemente. Altri intrecciano suoni e danze paesane, o sostano nelle celle e nella chiesa, in fervida attesa del passaggio del carro della Madonna, che, secondo una pia credenza, non manca mai all'appuntamento, nella mezzanotte precisa, tra la vigilia e il giorno della festa. Infatti. a quell'ora -- vuole la leggenda -- si ode, al di sopra della grotta, uno stridio di ruote che, muovendo dalla porta, va a fermarsi dinanzi all'altare: è la Madonna che dà ai suoi fedeli la sensazione quasi fisica, della sua presenza. Ma, checché si voglia pensare di tale tradizione, sta dì fatto che, attraverso i secoli, la Vergine invocata col titolo della Grotta, ha sempre ricompensato la pietà dei suoi fedeli devoti, con grazie e favori celesti.
Il Santuario della Madonna della Grotta di Bombile, con quello della Madonna della Montagna di Polsi, sono le due gemme più fulgide della diocesi di Gerace-Locri; il loro nome è un richiamo di fede profonda, nel cuore delle popolazioni calabresi: D’altro canto, non si può tacere che entrambi i Santuari soggiacciono, tuttora, alle più gravi carenze, per quanto riguarda i mezzi di accesso a quei luoghi così impervi, e provo di qualunque conforto alberghiero.
Se gli Enti pubblici, a cui spetta il compito di provvedere, rivolgessero qui le loro attenzioni; se i loro contributi, uniti alle offerte generose dei fedeli, potessero allargare, con un muraglione, il piazzale della Chiesa, rendendone più comoda la scala a mezzo di normali gradini; se, in una parola, si avesse cura di riparare, periodicamente, le inevitabili ingiurie del tempo e degli uomini, si otterrebbe il risultato inestimabile di vedere infoltito il pellegrinaggio dei fedeli che amano raccogliersi, annualmente ai piedi del celebre Santuario.
ERNESTO GLIOZZI


BIBLIOGRAFIA
A. Oppedisano,  Cronistoria della diocesi di Gerace, Gerace Sup. 1934, pp. 187-91
E. Gliozzi,  Bombile, nella Monografia Ardore, S. Maria C. Vetere, 1905, pap. 55-56
V. De Cristo, Monografia del Santuario di Nostra Signora della Grotta, presso Bombile di Calabria Ultra, Roma 1896
G. B. Zappia,  Il Santuario della Grotta di Bombile in Ardore, Diocesi di Gerace, Padova, 1936, 2 ed. 1940
 Tratto da:
STORIA E CULTURA DELLA LOCRIDE, a cura di G. Calogero, Editrice LA SICILIA Messina, 1964




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