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mercoledì 12 ottobre 2016

L'intervista - atto III



Eccomi qua. Il certo, quidam, Gino Mittiga, con il suo fastidioso brontolio di fondo, che si è fatto tanti nemici, famiglia Perri inclusa. Pazienza!
Come dice Stefano, Horcinus Orca, D’ Arrigo quello che conta non è il sentito dire ma il visto con gli occhi.
Però i Perri infastiditi nelle loro certezze non si sono manco brigati di vedere le cose come si sono svolte le vicende, per altro sbocciate fuori da questo blog.
Allora per tagliare la testa al solito, incolpevole, povero toro ecco le frasi che hanno fatto scattare una certa indignazione non tanto sullo scrittore careroto ma su quelli che hanno accentato il suo antifascismo con fiumare di Careri in piena d’inchiostro: Il Fascismo, come tutti i movimenti cementati col sangue e col sacrificio …. il Fascismo scrive la sua vera storia sui campi di battaglia … Può darsi, ed io me lo auguro vivamente, che il clima fascista, questo prepotente risveglio dell’orgoglio nazionale …
Quel cementato movimento, quel prepotente risveglio dell’orgoglio nazionale è stato imbrattato col sangue e il sacrificio di quanti persero la vita in Albania, in Russia, e nell’Italia dove si innalzò la bandiera della Resistenza.
E da me, cultore di cinema essenzialmente, so benissimo che il Fascismo aveva tutti i numeri per divenire materia d’arte, come li aveva Joseph Paul Goebbels nel dare origine all’arte nazista. Per restare al cinema: Vittorio de Sica, durante il Fascismo foggiò la sua arte nutrito dei capolavori del cinema muto italiano, per divenire il Maestro neorealista; non ci volle nulla per lui passare da I bambini ci guardano (1943) a Sciuscià (1946). Il cinema di Goebbels fu  cementato sull’espressionismo di Murnau e Lang per sfociare nelle camere a gas.
Ora invito  tutti a confrontare le risposte di Francesco Perri con quelle neutre di Corrado Alvaro riportate sullo stesso giornale il 12 marzo 1939 (1), il quale aveva capito istintivamente quale è la chiave del successo.(2)
Eccomi ora accusato di favoritismi e campanilismo. Pazienza, come diceva Carlo Campanini.
(1) http://daplatiaciurrame.blogspot.com/2016/10/lintervista-atto-ii.html
(2) Corrado Alvaro, Quasi una vita, 1950, pag. 15 dell’ediz. Bompiani del 1994

«I poeti non sono mai stati uomini politici!»
                                             Francesco Perri

Invito altresì i signori Perri a leggere quanto da me pubblicato sul loro genitore e scoprire qualcosa che ignoravano, come l’incriminata intervista:
https://iloveplati.blogspot.com/2016/04/la-corrispondenza_10.html
SDG


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