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martedì 23 aprile 2013

Seta ed altri stracci (reg. Abel Gance - 1915)



 dedicato alla zia Angeluzza sorella del nonno Rosario, sposa Lentini, madre di Ciccina sposa du mastru, Peppino Caruso.

Procedamus in pace
In nomine Christi, amen


  Nelle case si allevavano i bachi da seta, i bizzarri “ cavalieri “ che si spargevano come un minuto seme nero ( la “semenza” ) e a mano a mano diventavano piccole miniature di bruchi, poi si vedevano crescere di giorno in giorno, si allargavano su ampi territori ombrosi e tiepidi di tralicci accatastati a ripiani, invadevano le stanze, brucando con forza sempre più grande la “ foglia “ di moraro.
Luigi Meneghello, op. cit.
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  C’è Francesco di Raimondo che sta preparando una storia compendiata di Platì. In attesa che porti a termine, da par suo,il nobile compito (fai presto perché ho una certa età) mi prendo io la briga (superiore e marina) di dare un breve accenno su alcuni aspetti che hanno apportato un contributo di cultura, progresso e benessere nelle vicende del paese, spinto dai documenti raccolti dal nonno Luigi e conservati dallo zio Ernesto fino ad oggi.
  Non mi sono mosso per niente da casa: per poter portare a termine il tutto mi sono bastati Francesco Perri, Corrado Alvaro, Saverio Strati, Salvatore Satta e Luigi Meneghello che con i loro romanzi mi hanno fornito un’idea basilare su come pensare il territorio e la sua gente; ed il web per le notizie più specificatamente storiche e scientifiche.
  L’argomento è tutto al femminile: la ginestra e la seta con i loro processi produttivi.
Quello che rimane oggi di questo passato è solo un vico o via Filanda, in riguardo alla seta, per la ginestra niente toponomastica, è molto più povera lei, indifferente alle mode campeggia a tutt’oggi lungo i pendii di Platì e di Ciurrame, tinteggiando di giallo e verde, come un Van Gogh, il paesaggio.
 


  Mentre il lavoro attorno alla ginestra non recava danni per la salute ( oggi si dice ecocompatibile) e quindi comodamente svolto in casa, quello che concerne la sericoltura per le esalazioni, i fumi, ed il cattivo la filanda era situata in un territorio fuori dal paese, sempre ai bordi della fiumara, ed è li che troviamo vico della Filanda, sebbene oggi, per l’ampliamento del centro abitato, faccia parte dello stradario platiota.
   Rimane anche un cognome, Catanzariti, uno dei più diffusi, legato alle origini del paese e all’introduzione della coltura serica. Per essere più preciso annoto anche l’esistenza della fonte Catanzaro sulla strada che collegava Platì ai paesi della Piana di Gioia Tauro, da cui si diparte anche il vallone Catanzaro. Abbiate pazienza e al seguito ci tornerò sopra.

   A questo proposito chiedo a Francesco: non può essere che la colonizzazione del territorio sia arrivata dalla montagna e non dal mare come comunemente si pensa? Certamente c’è del vero, perché i principi, dagli Spinelli ai Cordopati, in quelle contrade avevano la residenza principale.

  Consentitemi una digressione a proposito di filatura e tessitura della ginestra e della seta.
  Sebbene la coltura serica sia giunta nel mondo greco ed arabo dalla Cina, la lavorazione della ginestra è un procedimento tutto ellenico che emigrò con i primi coloni greci.
  Questi coloni che per i soliti motivi di sovraffollamento, mancanza di lavoro, all’epoca era mancanza di terre da coltivare, misero piede dapprima in Calabria segando in linea retta il mar Ionio dalla ellenica Locride alla nuova Locride della futura Magna Grecia.
   Vi ricordate Enea? Quando già con un piede sulla Marina di Noto, per una forte venticata – vabbé, fu provocata dalla perfida Giunone! - si ritrovò nel letto di Didone? Con Jarba che lo aspettava fuori per rifargli la carta di identità? A quest’ora se prestiamo ascolto a quanto dicono alcuni siculi, i quali asseriscono invece che i greci posero piede dapprima nella Trinacria, verso Selinunte provenendo dal Canale, per le forti correnti ed i venti contrari avrebbero posto piede in America, ben prima di Colombo, non il tenente, e colà fondata la New Grecia e noi eravamo ancora all’età della pietra.
  La lavorazione della ginestra appartiene alla Grecia Classica, al mondo di Pitagora; invece, la coltura serica appartiene ai Bisanzio.

continua...

3 commenti:

  1. che bello, mi ricordo che con la ginestra da bambini tentavamo di fare l'inchiostro...aspetto il seguito.

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  2. La finestra si usava anche per mandar via i porri.... Pasquale catanzariti

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  3. La ginestra veniva usata anche per mandare via i porri

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