SURSUM CORDA
Ecco il bel mese dei fiori, il
soave e tiepido Maggio. Ritornata è con esso la giovinezza nei cuori, negli occhi si
riflette il fior de la speranza, ne le menti risuonano i cantici sublimi de la
felicità e de la gioia.
Dai prati smaltati di variopinti
fiori, da le valli echeggianti per mille gorgheggi, da l'alture, donde scendono
rumoreggianti le acque, - come festante allodola – s’eleva giuliva la nota di
plauso, la strofa alata e profumata al Maria.
A questo coro festivo di palpiti
e di preghiere s'unisca la nostra voce o fratelli. D'intorno a noi ferve
minacciosa la lotta; il campo sociale è invaso dai combattenti; molte bandiere
s’agitano svolazzanti al vento. Anche noi abbiamo la nostra da difendere
coraggiosamente: - E’ l’insegna papale – Siamo giovani; il sangue ci scorre,
forte ne le vene, e l'alto dovere c' incombe di pugnare e vincere ne le feconde
lotte de la vita. Spetta a noi - speranza e riscossa de la bianca bandiera -
scendere tra le masse ammutinate e spezzare il pane del Vangelo, la parola
novella de la Santa Democrazia Cristiana. Avanti, dunque, o fratelli a la
riscossa: «chi non pugnò non vinse».
Lassù, in alto, cinta di stelle,
folgorante di luce, sta il nostro Ideale: Maria. A Lei il nostri canti in
questo mese, i nostri palpiti, le nostre aspirazioni. Ella possiede una forza
magnetica che ci attrae; ci attira con la bellezza de le sue forme, ci chiama
con la bontà de la sua virtù, con la potenza dinamica de la sua grandezza. Andiamo
a Lei. Maria ci porgerà un'arma potente per vincere ne le battaglie vitali, ci
darà la chiave prodigiosa per risolvere la grande ed intricata quistione
sociale; e questa chiave è l'Amore. – E qual potenza mai se non l’amore
ispirato da Lei, potrà disarmare il braccio de l'affamato ed illuso operaio che
conculcato ne la miseria e nel fango – si leva minaccioso per vendicare i suoi
dritti? Chi potrà mai far comprendere a quel vampiro de l'usuraio che è
fratello de l’abbattuto e conculcato nel fango? Eh! via, disinganniamoci, non
c'è via di mezzo: o nel campo sociale
torreggi Maria, o la lotta sarà aspra, sanguinosa, terribile: scegliete. Fratelli, io ivi esorto con tutte
le potenze de l'anima, andiamo e Maria.
Noi abbiamo bisogno d'amor vero,
santo, immacolato vien da l’alto. Un deserto sconfinato ci circonda: è il tetro egoismo regnante; l'oceano
rumoreggiante d'intorno è l’accanita lotta per l'esistenza; il cielo nuvoloso
senza luna e senza stelle che ci copre è
la cecità de l’anima nostra, fratelli.
Ma, tra gli strappi di nuvole un lembo
azzurro di cielo ci sorride su l’oceano lontano, brilla da lassù: è la Stella
del Mare in alto i cuori! …
A lei drizziamo la vela de la
nostra nave; verso quel lembo azzurro di cielo spingiamoci arditi. Maria da
l'alto ci sorriderà, amorevole, ci stenderà la mano, c'ìnfonderà la forza, la
fede, l’amore e vinceremo: Sursum Corda.
E. GLIOZZI-FERA
LA SCINTILLA GIORNALE DELLA DOMENICA
ANNO IV – N. 18
MATERA 3 MAGGIO 1903
NOTA - Tra il film citato e l’articolo di Ernesto Gliozzi il
vecchio – nelle pubblicazioni giovanili Gliozzi-Fera –sono scivolati via cento anni.
La realtà in cui il film ci addentra è delle più tremende, di seguito il
coltello nella piaga lo affonderanno Clint Eatwood con The Mule e più recentemente Steven Craig Zahler
con Dragged Across Concrete; cosa aggiungere quando nel testo in questione si arriva a “Un deserto sconfinato ci circonda: è il tetro egoismo regnante;
l'oceano rumoreggiante d'intorno è l’accanita lotta per l'esistenza; il cielo
nuvoloso senza luna e senza stelle che ci copre è la cecità de l’anima nostra,
fratelli” … chi non pugnò non vinse! Da
difendere non è più l’insegna papale o la parola
novella de la Santa Democrazia Cristiana. Ma, tra gli strappi di nuvole un lembo azzurro di
cielo ci sorride … Tra
voi chi ricorda un maggio come quello corrente?