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lunedì 28 novembre 2016

Alberi (reg. Michelangelo Frammartino - 2013)


Don Giacomino Tassone Oliva nacque a Siderno il 3 gennaio 1887 da Tassone d. Giuseppe di Domenico da Fabrizia e Oliva d. Giuseppa di d. Giacomo e Oliva d. Paola i quali si erano uniti in matrimonio a Platì il 22/02/1874.
La sua esistenza la trascorse per buona parte a Platì dove venne adottato dagli zii don Saverio Oliva, arciprete, e dalla di lui sorella, per cui al cognome del padre aggiunse quello di Oliva. Alla morte degli zii divenne erede dei beni degli stessi, che non erano pochi, motivo questo della sua assidua permanenza in paese. Studioso colto e preparato allacciò amicizia con gli intellettuali dell’epoca, da Vincenzo Papalia a Ernesto Gliozzi sen.
Don Giacomino sposò Carolina Migliaccio di Domenico e Rosina Scaglione , geracesi, dalla quale unione nacquero due figliole: Maria di Polsi e Giuseppina. In Platì per via della signora Mattia Migliaccio sorella della moglie e del canonico Ettore Migliaccio, morta prematuramente, fu legato anche alla famiglia Furore. Questa parentela con i Migliaccio gli nocque non poco perché nel 1930 il canonico Migliaccio fece interdire don Giacomino in quanto, come asserivano, affetto da grave malattia nervosa ed assumendo la tutela di Maria di Polsi e Giuseppina ancora minori.
Poeta fecondissimo ed autore di una tragicommedia non riuscì mai a raccoglierli in una pubblicazione nemmeno a proprie spese come era consuetudine a quei tempi e la sua scarsa fama è legata solo a qualche citazione da parte di scrittori come Gianni Carteri o Antonio Delfino.
Morì a Siderno nel 1941


Queste bevi note sono state redatte con il fondamentale contributo di Francesco di Raimondo


mercoledì 16 novembre 2016

Antonio di Padova, il Santo dei miracoli (reg. Giulio Antamoro - 1931)

Festa di S. Antonio

                          Cleppae
                              Celibato ab alterno
                                A puellis damnoto
                                        Et aeterno

Oggi il guercio scaccino dalle celle
Campanarie uno esteso suono effonde
E chiama a festa tutte le zitelle
Nel cui cuore “ il bel sogno “ si nasconde

Sogno d’amor, ma … più di matrimonio
Che avvampa dentro un vecchio o giovin cuore
E che sol può avverare Sant’Antonio
Che d’ogni matrimonio è Protettore

E in lieti gruppi sciaman speranzose
Verso il gran Santo, vergini sognanti
Candidi veli e zagare odorose
E poi collane d’oro scintillanti.

E reca ognuna ai piedi dell’altare
Ove troneggia di tra i ceri il Santo
Il suo cuore è stanco d’aspettare
Perché à aspettato tanto,tanto, tanto.

Timida presso al Santo, Caterina
Mormora trepida: o Antonio Santo
Perché ài fatto sposar la mia vicina
E me lasciasti nubile cotanto?

E un’altra al Simulacro ove si appresta
(è Concettina) o Santo Antonio mio,
anno venturo ti farò una festa
 se Tu fai sposar chi voglio io.

E vien la volta di una zitellona
Che il tempo un po’ sfiorì ma è ancor piacente
Fammi sposare …., a Cremona
A Napoli, a Perugia (…) splendente!

E sussurra una vedova accasciata
Con voce  semi rotta nelle strozze
Sono giovine ancor, fresca, attillata
Fammi passare Tu a seconde nozze.

E mentre un tal ritmo si sgrana
Il rosario di tali postulanti
il pio guercio scaccino alla campana
Si afferra e trae accenti più squillanti

Giù nella chiesa ancor con gran fervore
La folla che il grande Santo ancora osanna
Cercan marito e io pago all’esattore
Il celibato … e l’anima si danna

Giacomo Tassoni Oliva 

Nota
Don Giacomino fa rivivere per noi il paese e le sue devozioni con deliziose quartine, ognuna delle quali costruisce un piccolo filmato fiabesco.
Ovviamente il guercio scaccino era Micu l'orbu, abile campanaro e virtuoso all'armanium.



domenica 6 novembre 2016

Voci lontane… sempre presenti (reg. Terence Davis- 1988)

Il sette novembre (lo ricordato molto tempo addietro) è l'anniversario della morte del più grande scrittore di tutti i tempi: Sergio Leone Tolstoj. In famiglia però era l'onomastico dello zio Ernesto il giovane, non dimenticando per questo lo zio dello zio, Ernesto il vecchio. In quel clima autunnale a ridosso della commemorazione dei defunti, i più vicini (nella geografia) eravamo soliti sedergli accanto. Passed away, all, è tempo solo per il ricordo, e qui, ancora una volta voglio ripetere che senza lo zio Ernesto queste pubblicazioni non sarebbero esistite, è lui il vero artefice.
Per festeggiarlo virtualmente ecco che viene fuori questo " omaggio augurale " di don Giacomino, scritto in occasione dell'ascesa all'altare dello zio, mentre nella foto egli è seduto sulla scalinata che porta alla Grotta di Bombile con i suoi giovani pellegrini.



Tassoni Oliva Giacomo
     Platì (Reggio Cal.)
                                                                                             Platì 5 Dicembre 1937 – XVI

Al Neo Sacerdote don Ernesto Gliozzi

Entro la tua vigna, o Signore
Un fresco operajo oggi arriva:
la fede, già ardevagli in cuore,
si come una lampa votiva,

ancora fanciullo, allorquando,
lasciava la mamma e i balocchi
e l’arce ascendeva esultando
con lampi di sogni ne gli occhi.

Da l’arce – ove in tempi lontani
Il vecchio Suera à piantato
Con sue apostoliche mani
La santa ceppaja che à dato

Ne’ secoli a Cristo i polloni
Del Presule santo la voce
Chiamava : - Venite, voi Buoni
Voi Eletti – si appella la Croce!

E il piccolo Ernesto v’accorse
Al dolce richiamo, festante,
e tutto, d’allora, si assorse
di Dio nel pensiero costante.

E crebbe qual fiore di serra
Che il proprio profumo non perde,
ma dentro se stesso il rinserra,
né soffio contrario il disperde.

E Iddio del suo vergine cuore
Quel sogno degnossi appagare
Ed oggi, tra un vivo splendore
Di luci, egli ascende l’altare

Del Tempio ove il primo lavacro
Egli ebbe, bambino vagente,
e dove pur l’Ordine Sacro
riceve da Dio sorridente.

Ascendi, Levita di Cristo,
ascendi il raggiunto suo altare
cui oggi, più rabido e tristo
il mondo si affanna ad urlare

l’insulto di Satana, atroce.
Ascendi, o Levita, l’Altare
Su cui alta svetta la croce
Qual faro su torbido mare …

E al candido disco rotondo
Che il Corpo racchiude dio un Dio,
tu implora: i peccati del mondo
cancella, Tu Agnello di Dio.

Implora che venga il suo regno
Quaggiù, sovra l’arida terra,
e che la sua Croce sia pegno
di Amore che fughi ogni guerra.

E voi illustre Presule, al cuore
Stringete il novello Levita,
si come a trasponder l’ardore
di santa, apostolica vita:

l’ardore che tutti vi prende
nel Vostro sì gran ministero,
l’ardore che tutto vi accende
per tutto che è Santo, che è vero.

E su questa casa novella
Che apresi per la tua festa
Non strida giammai la procella,
non rombi giammai la tempesta

ma oggi e per sempre infinito,
si assida la pace e l’amore
e il prossimo nido fiorito
ricolmi ogni gioia il cuore.

GiacomoTassoniOliva

Questi umili versi gettati di un fiato, senza lima e senza contorni, dovevano essere letti nel convivio di jeri. Per ragioni indipendenti dalla mia volontà, non sono stati letti e, non essendo sicuro se il giorno dell’Immacolata son presente, partendo domani per Reggio, li mando, a te, Ernesto, perché li tenga come l’omaggio augurale del mio animo nella fausta ricorrenza della tua consacrazione Sacerdotale.
Giac. Tassoni Oliva

6 – Dicembre – 37 XVI -





domenica 26 giugno 2016

Il giorno dell' Assunta (reg. Nino Russo - 1977)



                                       Era la vigilia dell’Assunzione del ‘925
Caro Ernesto, battendo l’ombrato sentiero, snodantesi tra ciuffi di timo odoroso e bizzarri cespi di giunchi, verso la casetta patriarcalmente ospitale, soffogata nel gran verde della campagna solatia. Trovo, per terra, questi versi che se non suonano e non creano, hanno la virtù di parlare chiaro e di essere intesi anche dai sordi!!! Sapendoti, mio caro e smarrito amico, smarrito per entro i cupi antri delle mie preoccupazioni ... gravitantemi sullo spirito, fiacco, giammai, ma viva Dio, fresco e sempre gagliardo, come coperchi tombali, un collezionista di versi e versacci ... te li mando, sicuro che se non ti torneranno graditi pel loro merito letterario, ti riusciranno, per lo meno accetti come un altro numero da aggiungere alla tua famosa e, a quest’ora pingue collezione! Nella speranza di ben presto ritrovarci, appena uscito dal pelago alla riva, ti mando un pensiero affettuoso e ti chiedo venia, come Ministro di Dio, se .... (?) di mandarti tali versi di ignoto autore il quale si peritò di divagare sul più grande, il più bello, il più profondo salmo della chiesa cristiana.
                                                                     Tuo Giacomo Tassoni Oliva
                                                                         Inventore e non Autore!
                                                                         dei versacci che seguono

Il caro Michele Oliva ha rinnovato a sue spese!!!!! la Statua della Patrona
e si accinge a far decorare una cappella (espiatoria???!!!)
nella Chiesa Matrice ...

Dalla Cronaca paesana  - 12 - Agosto - 1925

Divagazioni sul Miserere ...

Su plettro d’oro Paride cantava:
_ Abbi di me pietà, Signore Iddio!
Tu rinnovami il cuore ... Tu mi lava
d’ogni mia iniquità lo spirito rio! ...
Non t’allettan, lo so, d’anima prava
i pomposi olocausti ... Tu un pio
cuore contrito chiedi, e il pianto a lava
di chi oprò il male, al tuo cospetto, o Dio!

.......................................

Al contrario del Re Grande e Possente
che s’umiliava nella polve, un verme
che nel simile suo caninamente
oggi affonda le sue zanne malferme
il Tuo sdegno, o Signor, cerca placare ...
col decorarti ... simulacri ... ed are !!!!

- Ignoto vate -

Nota: Ecco che in questa missiva ad Ernesto il vecchio don Giacomino ci concede un minimo di autobiografia, poca cosa per ricostruire una vita.

domenica 5 giugno 2016

Scissors (reg. Frank De Felitta - 1991)


Lingue  forbici

Hanno impiantato le pazienti Suore
una scuola di taglio per signore.
Ed era proprio quel che ci voleva! ...
Tagliare i panni al prossimo sapeva
chi più chi meno ognun ma ... non riuscia
a farlo come vuol la geometria ...
A Corso chiuso di sentir si aspetta
una di force sinfonia perfetta

Giacomo Tassoni Oliva

giovedì 28 aprile 2016

La fontana della vergine (reg. Ingmar Bergman - 1959)


Hanno fatto una pensata
che tra l’altro è la sovrana
han voluto appiccicata
tra barili e damigiana
una piccola fontana,
perché compiasi ... a rovescio
il Miracolo di Cana...

Giacomo Tassoni Oliva, Municipalia


La foto è su pellicola Ilford Pan F, la camera era una Nikon FM.la veduta è dalla strada che da Natile Vecchio porta a Pietra Cappa, accanto a me lo zio Ernesto il giovane.

mercoledì 13 aprile 2016

Delitto imperfetto (reg. John Landis - 1999)

                                               Da Platì
Tentato avvelenamento
                                                                                                                  Platì 29
(Iris). - Un certo V. F. di A., manovale, doveva sposare la ragazza M. F. di D.; ma, per motivi che ignoriamo, il matrimonio è andato a monte, ed il V., qualche mese fa, ha impalmato una certa I. M. Se non che pare che fra i due coniugi non regnasse il più perfetto accordo, e che il marito non disdegnasse di frequentare la baracca della prima fidanzata, che in cuor suo sperava di potersi un giorno, unire al suo F.! Fatto sta, intanto, che giorni dietro R. C., madre della M., ha pensato di preparare tre focacce e di affidarle ad un ragazzo, certo Pignataro, con l’incarico di andare a deporle sul tavolo della I., che sapeva essere uscita dalla baracca, e nel caso questa fosse chiusa, d’introdurvele attraverso una fessura sottostante all’uscio, non senza mancare di avvertirlo di guardarsi bene dal saggiarle, altrimenti sarebbe morto.
Sperava ella che la vittima designata, ritirandosi e trovando in casa quel ben di Dio, si sarebbe affrettata a cibarsene, visto e considerato che il grano costa caro, e che tre focacce ben arrosolate non capitano mica tutti i giorni! Il ragazzo ha eseguito l’incarico, ma è corso subito a riferire ogni cosa alla guardia forestale Panuccio che, entrato in sospetto, si è avviato col Pignataro alla baracca della I., facendo asportare le focacce, che ancora si trovavano dove erano state messe, e consegnandole al maresciallo dei carabinieri. Questi, saputo di che si trattava, ha proceduto subito all’arresto della R. la quale, messa alle strette dall’intelligente funzionario, ha finito col confessare che alle focacce aveva mescolato delle capocchie di fiammiferi, allo scopo di mandare all’altro mondo la I., e così permettere a sua figlia di sposare il V. Il quale, avendo fornita la farina occorsa per confezionare il cibo borgiano, è stato anch’egli messo in gattabuia come complice.
Merita una parola di sincera lode il bravo maresciallo Cioni, per il brillante servizio compiuto.

Sigmund, il mio analista, tempo indietro, mi aveva prescritto tutta la filmografia di Alfred Hitchcock per sfuggire ai complessi di colpa e a tutti i disturbi mentali connaturati a chi ha l’esistenza sgretolata come me. Ora che me li sono sparati tutti vi posso dire che il buon, grande, Alfredo, mai raggiunse in semplicità e concisione questo fatto di cronaca inviato alla Gazzetta di Messina e delle Calabrie, ed ivi  pubblicato il 2 aprile 1915, da parte di Don Giacomino Tassoni Oliva. Ho oscurato nomi e cognomi per rispetto a quanti ancora hanno parentela con i protagonisti della vicenda. Per quanto riguarda Cioni Attilio, Maresciallo dei R. R. Carabinieri vi ricordo che era apparso di già in una pubblicazione dell’8 gennaio 2016.

giovedì 3 marzo 2016

Morti e sepolti (reg. Gary Sherman - 1981)

PERSONALE

all’Illustre Cav. G. BASILE
Commissario Prefettizio
  Platì


Al Signor Commissario Prefettizio
dell’Alpestre Comune di Platì,
chiedo con la presente un armistizio
sull’ordinanza di cui parlo qui:

Pria che a Battaglia il rio, macabro ruolo
del Cimitero passi, o Commissario,
sappia che al Cimitero io già ci ò un suolo
con deliberazion ch’è nell’ossario.

S’intenda per ossario un certo vaso
ov’è deposta la sapienza antica
dei Satrapi di un tempo ormai lontano
a cui memoria non ci lega amica.

Il fatto andò così: mio nonno Oliva
Giacomo fu Saverio, ebbe concesso
pel suo terreno al camposanto annesso
(e che il Comune allor gli requisiva,

Per dare al luogo pio forma quadrata
qual’oggi la si vede) un’area uguale
dentro il recinto e prossima all’entrata
per costruir la casa sua tombale.

E il Sindaco del tempo, un altro Oliva,
cosa rara a Platì, pur n’ebbe cura,
per il visto di rendere estensiva
tal deliberazione in Prefettura.

Tal documento come avanti ho detto,
trovasi seppellito nell’ossario,
posto nella magion “ dell’INTERDETTO
per voler di Dionigi ... il segretario.

Soltanto può ordinar l’esumazione
del documento, Vostra Signoria
per sincerarsi della posizione
ch’io la prospetto in brutta poesia.

Io non potrei, mio Commissario Egregio,
frugar di carte in tal cataste immane
per far valere tal mio privilegio,
di D. Camelo a ciò varran le mani.

Capirà, commissario, i miei parenti
furon tutti sepolti per mia cura
chi di quà, chi di là. si o no,contenti,
ma io voglio un posto fisso a sepoltura.

Perciò, la prego, Illustre Commissario,
di voler ordinar ricerca attiva
del documento tanto necessario
per tal sistemazione definitiva.

Ma se di ciò che fu, Vossignoria
niente più ne volesse sapere,
il ruolo passi a questa Esattoria
ch’io tosto farò ossequi al Suo Volere.


Pagherò all’Esattor con le altre Imposte
pure questa, ma sol quando le brume
scenderan nel Novembre per le coste
della montagna, e ingrosserà qui il fiume ...

Ma senta, e questa è cosa necessaria,
ch’Ella qui sappia, a patto che niun guasto
le ulive avran da mosca “ GIUDIZIARIA
che ogni anno ingoia, ahimé in suo FIERO PASTO.

Or mi consenta, Illustre Commissario,
di dirle i sensi della mia osservanza
con l’augurio che ancor per tempo vario
Ella ponga tra noi Sua ambita stanza.

E con indefettibil devozione,
mi ritengo il suo: Giacomo Tassone.

il dì ventiquattro di agosto
dell’anno sedicesimo dei Fasci
che l’Italia e il Mondo han messo a posto
onde il nemico in rabbia sua si accasci !!!

Giacomo Tassoni Oliva


Come sempre nelle poesie di don Giacomino (nella foto) troviamo il ritratto della vita platiota con allegati fatti, luoghi e persone da tempo... sepolte.




giovedì 21 gennaio 2016

I cacciatori (reg. Theo Angelopoulos - 1976)



Circolo sportivo


E ci volea pur questo! E Sissignori!
Un Circolo Sportivo ... “ Cacciatori “
Non c’era un buco dove andar la sera
a farsi un macaino, una primiera ...
Se andavi in qualche casa di privato
finivi querelante o querelato ...
Se andavi al buio a farti quattro passi
riuscivi di lasciar le suole ai sassi.
Invece nò, con questo circoletto
passi la sera almeno con diletto
e se tu a caccia non sei andato mai
come si mira e tira ... imparerai
ed avrai pur nozioni sulla caccia
come si spara il tordo e la beccaccia.
Insomma, in quel bel luogo sì socievole
l’utile puoi accoppiare al dilettevole.
E poi non paghi troppo! cosa vile!
appena sette lire per mensile ...
Se il camerier ti sbircia alquanto torbo
non paventare ché di un occhio è orbo ...
se nel Circolo vede entrar estranea gente
è per la gran bontà del Presidente.
Fatti socio, se ancora non lo sei,
e nel Circolo vede estranea gente
e paga GLI ARRETRATI    ... CON I MIEI ..

Giacomo Tassoni Oliva

giovedì 26 novembre 2015

Il segretario privato (reg. Charles Klein - 1940)

Bruno bar(a) ... ometro

E’ arrivato il Segretario
finalmente ci è arrivato.
che non abbia tafanario,
che sia magro ed emaciato,
non importa, l’aure buone
di Platì le rifaranno
con cervello * e con montoni
e ricotte fra qualche anno
questa stecca di biliardo
sarà un corpo già gagliardo.

Perciò pregasi il prefetto
anche sotto questo aspetto
di lasciarlo or che qui venne
per lunghi anni ed anni AMENNE. !!!

Giacomo Tassone Oliva, Municipalia

* capretto, in dialetto cerveiu


mercoledì 28 ottobre 2015

La notte dei morti viventi (reg George A. Romero 1968)



MACABRA SCORRIBANDA

Han varcato di notte tre congiunti
del Cimitero il limite de l’ombra
ove da anni li à consunti
la buia tomba or tutta d’ossi ingombra.

E al bel chiaro di luna ormai riprese
ciascun le forme proprie a respirare
uscir sotto gli ulivi del paese
nel paese voller penetrare.

Disse il primo, il più vecchio dei sepolti,
Tutto è mutato nel paese mio ...
quanti rioni di casette folti
dal di che di tra i vivi manco io ...

Quella è la mia magion che visitar
or mi punge vaghezza. - Con permesso,
disse, ci rivedrem sull’ombreggiare..
per ritornare poi al tombale amplesso.

E si spartiro. E verso casa ognuno
si diresse restando in quell’intesa.
Il redivivo morto numero uno
salì la scala da un trentennio scesa.

E picchiò sull’uscio dove popolani
si adunavano un giorno al suo comando
e scosse l’uscio con le scarni mani
 e un mirmidone uscì tutto tremando.

Urlò il vecchio Signor: - chi sei che vieni
incontro a me nella mia casa avita?
Ove sono i forzieri d’oro pieni?
povera casa mia com’è finita !!!

E colei che nel talamo, vi giace
chi è mai? La riconosco - di Cardara
è prole - Ed è tua sposa? Torno in pace
a dormir colla morte, alla mia bara.

Il secondo dei tre, quando il gradino
ultimo vi salì dello scalone
chiese un tale GIACOMO TASSONE
e gli rispose invece un tal DELFINO

Ma che succede qui, co... (manca)
Qui lasciai mio nipote ... (manca)
cose da pazzi ... Mai ... (manca)
e si grattò la testa senza un ciglio

Il terzo intanto sconquassò il portone
allor che vide nel suo nido antico,
ove avea funzionato da montone.
intruffolato un certo don Enrico

....... manca

Alla vedova sua con viso arcigno
urlò in faccia parole di anatema
furibondo imprecando contro il “ CIGNO “
e contro il ciabattin  “ PECORA SCEMA “

Indi ritto scomparve, che l’aurora
s’affacciava da un ciel sereno e bello
ed i compagni raggiunse, che già l’ora
era di ritornare dentro a l’avello.

Giunti che furo presso il Camposanto
si dissero a vicenda i tre, commossi
se avessimo saputo ahi noi cotanto
non ci saremmo certamente mossi.

Meglio dormire nel silenzio fondo
all’ombra folta e amica dei cipressi
che riveder ancora in quel tal mondo
degno soggiorno di cazzoni e fessi !!!

 Giacomo Tassone Oliva

mercoledì 30 settembre 2015

Il cervello da un miliardo di dollari (reg. Ken Russell - 1967)

Chiese il BUON SENSO
a un certo ... Podestà:
mi sai dire il perché
nel tuo cervello
di matura età
posto per me non v’è?

e trepido rispose il Podestà.
embé che t’aggio a fa’? ...


 Giacomo Tassoni Oliva

Questo è il primo di tre sonetti raccolti dall'autore sotto il titolo MUNICIPALIA che prendono di mira l'amministrazione comunale del tempo.

mercoledì 17 giugno 2015

Lo scherzo (reg. Jaromil Jires - 1969)

LA ROSA E IL PITALE
           (Scherzo)

Vi ringrazio, Capitano,
pel regalo originale,
che mandaste da lontano:
una Rosa ed un Pitale ...
... proprio! l’una e l’altra cosa:
“ poesia legata a prosa “.

Da filosofo qual siete,
ben ... pensato avete il doto:
son due simboli, due mete,
due significati sono:
quella, invero, è il dilettevole,
questo, invece, ... il servizievole.

Quante cose fan pensare
una rosa ed un pitale! ...
prima, l’una fa sognare,
ma poi ai sogni tarpa l’ale
l’altro, che a contatto sta
con la ... cruda realtà! ...

E’ del fior l’atto gentile;
del pitale e l’atto ... grande;
mentre il fiore qual sottile
suo profumo intorno spande,
un odore speciale
pure emana dal pitale ...

Ma la rosa vita breve:
sol lo spazio d’un mattino;
ma il pitale, ch’è di greve
ferro, pinto cilestrino,
dura eterno ... ed anche in questo
c’è un significato onesto.

Poiché, quando il fiore muore,
il ricordo se ne va
del gentile donatore;
ma il pitale è sempre là! ...
a racchiuderlo nel seno
una volta al giorno ... almeno! ...

Giacomo Tassoni Oliva

lunedì 25 maggio 2015

Santa (reg. Antonio Moreno - 1932)

2° Epigramma

Quando la donna prega ... lasciatela pregare!
E’ l’unico momento, in cui ... non può parlare


Giacomo Tassone Oliva

Istantanee che valgono un intero romanzo o documentario di National Geografic


domenica 10 maggio 2015

La leggenda del santo bevitore (reg. Ermanno Olmi - 1988)

Da oggi pongo alla vostra attenzione una raccolta di poesie dovute a  Giacomo Tassone Oliva solo di recente ritornate alla luce. Vengono da una trascrizione a macchina, Olivetti Lettera 22, dovute allo zio Pepé; una, su carta velina, illeggibile, ebbe pure la bontà, per noi, di riportarla anche con la sua bellissima calligrafia. Eccovi la prima.


P A S C O L I A N A

          Se arde il sole oppur fiocca la neve
MASTRO MICHELE BEVE ... BEVE ... BEVE ... !!!
Giacomo Tassone Oliva

In tutto tredici voci, nove puntini e tre punti esclamativi. E, il piccolo mondo antico platiota si erge davanti ai nostri occhi. C’è solo da chiedersi chi fosse Mastro Michele, ora nella leggenda!

venerdì 26 settembre 2014

Dies irae (reg. Carl Theodor Dreyer -1943)





Innocens manibus, et mundo corde
Qui non accepit in vano animam suam,
nec iuravit in dolo pròximo suo.
                                                           (SALMO XXIII 4)

             NEI TRIGESIMI
             DELLA MORTE
            DELLA
CONTESSA MARIA OLIVA – LENTINI
PLATì’ 27 AGOSTO 1927
 Una Prece


V. S. è pregata di intervenire
al funebre officio di Trigesimo, in
suffragio del fu
   Arciprete Don SAVERIO OLIVA
che sarà celebrato nella Chiesa Par-
rocchiale, alle ore 9 del 20 del m. c.
          Con anticipati ringraziamenti

Platì, 18 – 1 – 1920

                             GIACOMO TASSONI OLIVA


Le famiglie Morabito Mercurio pregano V. S. di voler intervenire ai funerali
che si celebreranno nella Chiesa Matrice domani 3 Novembre,
in occasione della morte del loro caro congiunto Ferdinando
                               Anticipano ringraziamenti
                Platì, 2 – 11 – 27.



Mercurio Mariannina vedova Morabito e cognato pregano la S. V.
a volere intervenire ai solenni funerali che saranno celebrati
nella Chiesa Matrice domani 3 ottobre in ricorrenza
del I° della morte del loro compianto Ferdinando.
                               Anticiano ringraziamenti