Da
oggi pongo alla vostra attenzione una raccolta di poesie dovute a Giacomo Tassone Oliva solo di recente ritornate alla luce. Vengono da una trascrizione a macchina, Olivetti Lettera 22, dovute
allo zio Pepé; una, su carta velina, illeggibile, ebbe pure la bontà, per noi,
di riportarla anche con la sua bellissima calligrafia. Eccovi la prima.
P
A S C O L I A N A
Se arde il sole
oppur fiocca la neve
MASTRO
MICHELE BEVE ... BEVE ... BEVE ... !!!
Giacomo Tassone Oliva
In
tutto tredici voci, nove puntini e tre punti esclamativi. E, il piccolo mondo antico platiota si erge davanti ai nostri occhi. C’è solo da
chiedersi chi fosse Mastro Michele, ora nella leggenda!
pochi versi per racchiudere un mondo. Una riflessione sulle stagioni che nel loro variare mantengono una continuità dovuta alla costanza di questo "nostro" MASTRO MICHELE. Era un mastro, come tanti a Platì; beveva e spesso, un'altra caratteristica del platiese che pur non essendo viticoltore ha sempre alzato i calici inneggiando alla famiglia o maledicendo lo stato e il governo come ricorda una canzone di De Andrè. Una vecchia poesia dialettale si conclude con la frase "pa mbiviri lu vinu simu mastri". Don Giacomo Tassone di origine sidernese venne cresciuto dagli zii Oliva a Plaì da cui prese il secondo cognome. Persona istruita che lascia intravedere in pochi versi di lingua italiana il ritmo del vernacolo platiese, che gli appartenne. Grazie Gino
RispondiEliminaIncalliti bevitori e grandi poeti, ennesima fotografia di una Platì contadina ma anche raffinata e colta...
RispondiEliminasono il parente degli Oliva, ho avuto un contatto telefonico con Francesco Violi e ho avuto i contati per rintracciarti: LI HO PERSI per favore fallo tu .andreamorabito1960@tiscali.it. ciao
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