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domenica 26 giugno 2016

Il giorno dell' Assunta (reg. Nino Russo - 1977)



                                       Era la vigilia dell’Assunzione del ‘925
Caro Ernesto, battendo l’ombrato sentiero, snodantesi tra ciuffi di timo odoroso e bizzarri cespi di giunchi, verso la casetta patriarcalmente ospitale, soffogata nel gran verde della campagna solatia. Trovo, per terra, questi versi che se non suonano e non creano, hanno la virtù di parlare chiaro e di essere intesi anche dai sordi!!! Sapendoti, mio caro e smarrito amico, smarrito per entro i cupi antri delle mie preoccupazioni ... gravitantemi sullo spirito, fiacco, giammai, ma viva Dio, fresco e sempre gagliardo, come coperchi tombali, un collezionista di versi e versacci ... te li mando, sicuro che se non ti torneranno graditi pel loro merito letterario, ti riusciranno, per lo meno accetti come un altro numero da aggiungere alla tua famosa e, a quest’ora pingue collezione! Nella speranza di ben presto ritrovarci, appena uscito dal pelago alla riva, ti mando un pensiero affettuoso e ti chiedo venia, come Ministro di Dio, se .... (?) di mandarti tali versi di ignoto autore il quale si peritò di divagare sul più grande, il più bello, il più profondo salmo della chiesa cristiana.
                                                                     Tuo Giacomo Tassoni Oliva
                                                                         Inventore e non Autore!
                                                                         dei versacci che seguono

Il caro Michele Oliva ha rinnovato a sue spese!!!!! la Statua della Patrona
e si accinge a far decorare una cappella (espiatoria???!!!)
nella Chiesa Matrice ...

Dalla Cronaca paesana  - 12 - Agosto - 1925

Divagazioni sul Miserere ...

Su plettro d’oro Paride cantava:
_ Abbi di me pietà, Signore Iddio!
Tu rinnovami il cuore ... Tu mi lava
d’ogni mia iniquità lo spirito rio! ...
Non t’allettan, lo so, d’anima prava
i pomposi olocausti ... Tu un pio
cuore contrito chiedi, e il pianto a lava
di chi oprò il male, al tuo cospetto, o Dio!

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Al contrario del Re Grande e Possente
che s’umiliava nella polve, un verme
che nel simile suo caninamente
oggi affonda le sue zanne malferme
il Tuo sdegno, o Signor, cerca placare ...
col decorarti ... simulacri ... ed are !!!!

- Ignoto vate -

Nota: Ecco che in questa missiva ad Ernesto il vecchio don Giacomino ci concede un minimo di autobiografia, poca cosa per ricostruire una vita.

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