«Nun avemu speranza
di un avvenire megghiu. Che svago ca è mezzogiorno e ancura nun haiu assaggiatu
acqua?». Danilo Dolci, Banditi a
Partinico
QUANDO
A NAUFRAGARE ERANO I MIGRANTI DELLA POVERA ITALIA
La fuga dalla miseria, ieri come oggi, è la causa
della morte di tanti migranti in mare, ma la storia non sembra aver sradicato i
pregiudizi
di Enzo Romeo
Il
25 luglio 1956, al largo di Nantucket, l’Andrea Doria (*), ammiraglia della flotta
mercantile italiana, entrò in collisione con una motonave svedese. A bordo
c’erano persone famose, come l’attrice Betsy Drake, moglie di Cary Grant, e
poveri sconosciuti che emigravano negli Stati Uniti in cerca di fortuna.
Persero la vita 46 dei 1706 passeggeri, tra cui Concettina Zappia di Platì e i
suoi quattro figli. Andavano a New York per ricongiungersi col resto della
famiglia, che aveva lasciato anni prima l’Aspromonte per guadagnarsi il pane
dall’altra parte dell’oceano.
Nessuno
ricorda più quelle vittime. In compenso, nel commentare le stragi terroristiche
di Bruxelles, qualcuno ha paragonato Platì a Molenbeek, il quartiere da cui
provenivano alcuni degli attentatori: ’ndràngheta o jihad, il radicamento
criminale è lo stesso. Nel lontano 1890 su La Cronaca di Calabria,
un periodico che si pubblicava proprio a Platì, un articolista vicino ai
proprietari terrieri scriveva che i contadini «sono invasi dalla febbre di partire
per gli Stati Uniti d’America», non per sottrarsi alla fame ma per «l’ambizione
di guadagnare molti quattrini».
Passano
i secoli e i pregiudizi rimangono, mentre ci vorrebbe un surplus educativo. Ci
sta provando padre Masino, piemontese della Consolata, che dopo 43 anni
d’Africa fa il missionario a Platì, il Comune più commissariato d’Italia, e
mette a disposizione la sala parrocchiale per i dibattiti politici. Una
maestra, Irene Càrastro Mosino, ha raccontato nel libro Felice sera (Jaca Book) l’insegnamento nelle
“pluriclassi” dei paesi aspromontani e le parole amare che uscivano dalla bocca
degli alunni: «Domani non vengo a scuola, vado a trovare mio padre in carcere»…
La maestra, con tanta pazienza, insieme all’algebra e alla grammatica, diede
lezioni di educazione civica e di speranza.
Quella
speranza che cercava Concettina per i suoi figli inghiottiti dal mare, stesso
tragico destino di tanti piccoli migranti di oggi.
(*) Anche l'Andrea Doria naviga ora nel web.
Nessun commento:
Posta un commento