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mercoledì 17 ottobre 2018

Olio e fatica [di Elvira Notari, 1914 ]



Nonno Rocco

Io, ho tre nonni e vado d’accordo con tutti. Il mio nonno paterno è Rocco, quello che vedo di più, anche perché abita proprio accanto a me. Lui quando era piccolo, frequentò la scuola fino alla quinta elementare. La sua infanzia l’ha vissuta in campagna lavorando la terra, è stato un agricoltore, infatti seminavano: mais, grano e coltivavano ortaggi. Mio nonno aveva gli operai perché voleva costruire un frantoio e hanno zappato con la pala e con il pico, non c’erano i mezzi che ci sono oggi, si lavorava a mano. Hanno trovato il posto giusto sono andati a prendere il cemento e le pietre e hanno iniziato a fare il muro e il tetto con le tegole di terracotta, l’hanno pitturato e hanno messo la grande pietra per molare le olive.
L’hanno chiamato frantoio Fabiano, molava le olive con la pietra, era un lavoro faticoso, ora non si usa più perché hanno costruito questo elettronico, più rapido e più pulito, ma quel frantoio odorava di olio e di fatica. Oggi mio nonno Rocco continua a fare l’agricoltore fino a che ha le forze e non ha tanti problemi di salute.
I suoi racconti mi piacciono e mi affascinano molto, perché era una vita diversa dalla nostra più faticosa, ma più ricca di relazioni umane.
Antonella Fabiano
Classe IV, Cirella
Cirella 16 Aprile 2018

Testo presentato alla seconda edizione del Premio Letterario "E. Gliozzi".



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