Nonno Rocco
Io, ho tre nonni e vado d’accordo con tutti. Il mio nonno paterno è
Rocco, quello che vedo di più, anche perché abita proprio accanto a me. Lui
quando era piccolo, frequentò la scuola fino alla quinta elementare. La sua
infanzia l’ha vissuta in campagna lavorando la terra, è stato un agricoltore,
infatti seminavano: mais, grano e coltivavano ortaggi. Mio nonno aveva gli
operai perché voleva costruire un frantoio e hanno zappato con la pala e con il
pico, non c’erano i mezzi che ci sono oggi, si lavorava a mano. Hanno trovato
il posto giusto sono andati a prendere il cemento e le pietre e hanno iniziato
a fare il muro e il tetto con le tegole di terracotta, l’hanno pitturato e
hanno messo la grande pietra per molare le olive.
L’hanno chiamato frantoio Fabiano, molava le olive con la pietra, era
un lavoro faticoso, ora non si usa più perché hanno costruito questo
elettronico, più rapido e più pulito, ma quel frantoio odorava di olio e di
fatica. Oggi mio nonno Rocco continua a fare l’agricoltore fino a che ha le
forze e non ha tanti problemi di salute.
I suoi racconti mi piacciono e mi affascinano molto, perché era una
vita diversa dalla nostra più faticosa, ma più ricca di relazioni umane.
Antonella Fabiano
Classe IV, Cirella
Cirella 16 Aprile 2018
Testo presentato alla seconda edizione del Premio Letterario "E. Gliozzi".
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