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lunedì 1 ottobre 2018

L' ombra del passato [di Alberto Giaccone, 1905]






Non è campo dell’uom la solitudine,
Chi non pugnò, non visse
Rapisardi

Il tempo – minaccioso titano – passa … e con le sue fredd’ali vi spazza fin le rovine!” Foscolo

Passò tanto tempo quanto basta a ridurre dissolvere un cadavere e se voi scavaste la terra che copre il pio che compiangete, altro non troverete che polvere e putridume.
La, vi dicono i materialisti, ogni grandezza umana si serra, la s’infrangono dolori e speranze, affetti e virtù …
SE così fosse oggi le vostre lagrime sarebbero una vanità; le vostre preci follie.
Il credereste? – No. - Oggi vi sentite aleggiare intorno, angelica farfalla, lo spirito del vegliardo che accompagnaste alla tomba, che qui forse venne lasciando il soglio dorato degli angioli, per sentirsi ricordare il suo passato, le sue lotte, i suoi trionfi. L’anima dell’Arciprete Nicola Ferrò chiede alle vostre preghiere l’eterna parola di Pace – Pace nel Signore.

Qual sia stata la sua giovinezza nessuno mal potrebbe dire. Forse i suoi compagni d’infanzia lo precedettero al gran passo …ed egli rimase ad aspettare l’ora fidente in Dio, fermo, impassibile, tranquillo. Guardò il passato, le lotte sanguinose, e si vide nella pugna non ultimo soldato; guardò l’avvenire, la fulgida meta, la palma della vittoria e sorrise … E voi me l’additate accasciato dagli anni, dai capelli bianchi, curvo sul bastone, aggirarsi per le stanze guardando forse dietro i vetri, la vecchia torre che lo aveva visto bambino. Anche quella torre minacciosa lo vide nascere, lanciarsi nel mondo e ritornare vittorioso, e forsegli sorrideva in quel punto. E riviveva di quei giorni, quando i suoi occhi volgeva al sole, al cuore la Fede, alla mente l’ideale!

Nato nel 1810, starei per dire che intese la baraonda francese minacciante tiare e corone. Forse il motto “Dalli ai preti” gli era giunto, quando quattordicenne indossava l’abito talare per farsi campione di Cristo, in quei tempi dalle galliche labbra “Bestemmiato e deriso un’altra volta”. Unto le mani del Sacro Crisma dal vescovo Armentano di Mileto, eccolo, novello sacerdote, uscire nel mondo a predicare la divina Parola. – Oh Salve novello apostolo di fede, t’avanza, campione di Cristo, combatti al sole della gloria! Corazza è la tua fede, la parola di Cristo la tua spada, “campo di battaglia è la terra intiera e la vittoria è la civiltà umana”.
Egli comprese l’altezza della sua missione e si lanciò nel mondo con ardore apostolico. Chiamato a Casignana, per quattordici anni spezzò il pane di pace e di amore a quel popolo, e per ben ventinove in Ardore predicò la fede, dispensando conforti e balsami, di cui abbonda il Vangelo. Oh se parlassero tanti traviati rimessi sulla dritta via, tanti infelici spiranti col sorriso sulle labbra, tanti forsennati disarmati colla bella parola “Perdona!”

Disse Victor Hugo “Il vecchio è una rovina che pensa”. Non so quali pensieri potevano passare per la testa a l’A. N. Ferrò … So che novanta aprili vide, che combatté delle battaglie nella vita, e vincitore si assise ad aspettar la morte, foriera della vittoria. Un sol pensiero era in lui; un solo ideale gli splendeva nella mente: Dio! Quest’ideale ora l’abbagliava, l’assorbiva, l’attirava a sé come la calamita il ferro. Quale colomba dal desio chiamata, spiccò il volo per riposarsi in Lui, sitibondo e fremente d’amore.
Godi dunque oh spirito beato. Io ti addito alla gente: “Beneditelo”. Ai sacerdoti: “Imitatelo”.
                                                                               Gliozzi Ernesto

Nota- Dell'abate Nicola Ferrò non si ricorda nessuno, in Casignana come in Ardore, in Curia; eppure visse quasi cento anni, passando dai Francesi ai Borboni, ai Piemontesi, agli Italiani. Ci pensiamo noi, anzi, Ernesto il vecchio che lo consegna all'eternità con questo epitaffio letto davanti a quel che di lui restava. Il volto del Vescovo Vincenzo Maria Armentano si trova a Vibo e in rete.

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