Non è campo dell’uom la
solitudine,
Chi non pugnò, non visse
Rapisardi
“Il tempo – minaccioso titano
– passa … e con le sue fredd’ali vi
spazza fin le rovine!” Foscolo
Passò tanto tempo quanto basta a ridurre dissolvere un cadavere e se
voi scavaste la terra che copre il pio che compiangete, altro non troverete che
polvere e putridume.
La, vi dicono i materialisti, ogni grandezza umana si serra, la
s’infrangono dolori e speranze, affetti e virtù …
SE così fosse oggi le vostre lagrime sarebbero una vanità; le vostre
preci follie.
Il credereste? – No. - Oggi vi sentite aleggiare intorno, angelica
farfalla, lo spirito del vegliardo che accompagnaste alla tomba, che qui forse
venne lasciando il soglio dorato degli angioli, per sentirsi ricordare il suo
passato, le sue lotte, i suoi trionfi. L’anima dell’Arciprete Nicola Ferrò
chiede alle vostre preghiere l’eterna parola di Pace – Pace nel Signore.
Qual sia stata la sua giovinezza nessuno mal potrebbe dire. Forse i
suoi compagni d’infanzia lo precedettero al gran passo …ed egli rimase ad
aspettare l’ora fidente in Dio, fermo, impassibile, tranquillo. Guardò il
passato, le lotte sanguinose, e si vide nella pugna non ultimo soldato; guardò
l’avvenire, la fulgida meta, la palma della vittoria e sorrise … E voi me l’additate
accasciato dagli anni, dai capelli bianchi, curvo sul bastone, aggirarsi per le
stanze guardando forse dietro i vetri, la vecchia torre che lo aveva visto
bambino. Anche quella torre minacciosa lo vide nascere, lanciarsi nel mondo e
ritornare vittorioso, e forsegli sorrideva in quel punto. E riviveva di quei
giorni, quando i suoi occhi volgeva al sole, al cuore la Fede, alla mente
l’ideale!
Nato nel 1810, starei per dire che intese la baraonda francese
minacciante tiare e corone. Forse il motto “Dalli ai preti” gli era giunto,
quando quattordicenne indossava l’abito talare per farsi campione di Cristo, in
quei tempi dalle galliche labbra “Bestemmiato e deriso un’altra volta”. Unto le
mani del Sacro Crisma dal vescovo Armentano di Mileto, eccolo, novello
sacerdote, uscire nel mondo a predicare la divina Parola. – Oh Salve novello
apostolo di fede, t’avanza, campione di Cristo, combatti al sole della gloria!
Corazza è la tua fede, la parola di Cristo la tua spada, “campo di battaglia è
la terra intiera e la vittoria è la civiltà umana”.
Egli comprese l’altezza della sua missione e si lanciò nel mondo con
ardore apostolico. Chiamato a Casignana, per quattordici anni spezzò il pane di
pace e di amore a quel popolo, e per ben ventinove in Ardore predicò la fede,
dispensando conforti e balsami, di cui abbonda il Vangelo. Oh se parlassero
tanti traviati rimessi sulla dritta via, tanti infelici spiranti col sorriso
sulle labbra, tanti forsennati disarmati colla bella parola “Perdona!”
Disse Victor Hugo “Il vecchio è una rovina che pensa”. Non so quali
pensieri potevano passare per la testa a l’A. N. Ferrò … So che novanta aprili
vide, che combatté delle battaglie nella vita, e vincitore si assise ad
aspettar la morte, foriera della vittoria. Un sol pensiero era in lui; un solo
ideale gli splendeva nella mente: Dio! Quest’ideale ora l’abbagliava,
l’assorbiva, l’attirava a sé come la calamita il ferro. Quale colomba dal desio
chiamata, spiccò il volo per riposarsi in Lui, sitibondo e fremente d’amore.
Godi dunque oh spirito beato. Io ti addito alla gente: “Beneditelo”. Ai
sacerdoti: “Imitatelo”.
Gliozzi Ernesto
Nota- Dell'abate Nicola Ferrò non si ricorda nessuno, in Casignana come in Ardore, in Curia; eppure visse quasi cento anni, passando dai Francesi ai Borboni, ai Piemontesi, agli Italiani. Ci pensiamo noi, anzi, Ernesto il vecchio che lo consegna all'eternità con questo epitaffio letto davanti a quel che di lui restava. Il volto del Vescovo Vincenzo Maria Armentano si trova a Vibo e in rete.
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