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lunedì 27 novembre 2017

Una fede cieca (reg. Luigi Zampa - 1945)

Confesso che quando ho trascritto questo discorso di Ernesto Gliozzi il vecchio sono rimasto alquanto sbigottito per il tono e le parole, altresì per la cieca adesione al Partito Nazional Fascista da parte di un sacerdote dimentico dei fatti del 1922 ma pur esso fornito della necessaria cultura per stare fuori dalla politica. Un servilismo, se volete, di quei tempi - servilismo che successivamente col cambio delle facciate, e fino ai nostri giorni, non è mai venuto meno -. Ma poi è arrivato il discorso seguente a mitigare quella delusione, dove lo zio Ernesto si svela per quello che era: un uomo di Dio e del popolo, per la dottrina e il conseguente proselitismo cristiano.



 DISCORSO
Dell’Arc. Sig. GLIOZZI
IN OCCASIONE DELLA BENEDIZIONE DEL GAGLIARDETTO
DELLA SEZIONE FASCISTA
DI
CASIGNANA

IN PRESENZA DI AUTORITA’ COLA ‘ CONVENUTE.
 OTTOBRE 1926
PUBBLICATO
a cura del Podestà del luogo
Sig. SERGIO FRANCESCO

Gerace Marina
Tipi VINCENZO FABIANI
1927


Autorità, Fratelli tutti, Fascisti.
L'Uomo Provvidenziale (ascoltatemi) S. E. BENITO MUSSOLINI in persona, nel maggio ultimo, consegnava ad un mio ottimo Amico - il Missionario P. Coltrè  una Bandiera.
Quella Bandiera sventola ora sulla nuova chiesetta di tavole e di foglie, che il giovine soldato della Religione e della Patria ha innalzato là, nelle Isole Salomone – in Australia.
Lo stesso Uomo Provvidenziale, al Napoletano De Pinedo, consegnava pure una bandiera, che per le vie dell’aria, faceva il giro del mondo.
Ultimamente, una Bandiera d'Italia, scendeva lentamente nell’immensità del Polo violato; ed il capitano Nobile, in nome del Fascismo, ancora una volta, la Patria.
E Viva Dio! cosi doveva essere; perché la nostra Bandiera - come la Croce - deve salire in alto, sempre più in alto, exelsior - per la tutela della libertà e della civiltà, nell'ordine.
Fascisti, in alto, con la Bandiera, i cuori! Voi –vi stringete attorno a questo segnacolo – l’abbassaste, per ricevere su di esso la benedizione di Dio, e l’innalzate, superbo, come una dichiarazione di giubilo, di tranquillità e di Vittoria. Fate bene!
La Bandiera dice lotta ed attività instancabile per il trionfo dell'Idea.
Non vorrei predire la guerra, ma il descrivervi un avvenire tutto roseo, sarebbe tradirvi: - Dalla cerchia delle Alpi - dove si sono uniti in abominevole concilio – gli invidiosi di ieri ed i fuorusciti di oggi, vengono singulti di catastrofiche civette. Crepi l'Astrologo! …  Interruzioni applausi
Se l’Italia perisce, è per sua colpa.
Un popolo che possiede nel suo seno una falange invitta di camicie nere, una Milizia come la nostra, ed un Duce, come l’abbiamo noi questo popolo ha tutto il dritto di parlare d’imperialismo nel mondo, ed ha ragione. Quel popolo che arriva a piantare la sua bandiera nel Polo.... che manda i suoi araldi di patriottismo e di fede tra i selvaggi..,. quel popolo che si espande con la luce sublime dell’Idea, non ha nulla che fare con la politica bottegaia di altri mercanti atroci, i cui libri di fondaco non portano altro che cifre. Applausi. Noi esportiamo il pensiero di Dante, la filosofia di Tomaso e l’amore ardente del Poverello d’Assisi.
Ci basta! - Fratelli, dunque, Fascisti alzate ed agitate in segno di trionfo il gagliardetto: quello che rappresenta è l'Italia ... Essa possiede un principio di salvezza sicura, una forza invincibile e invulnerabile; sciagura a chi nol conosce e lo rinnega: è l’Uomo Provvidenziale – come vi ho detto - che BENITO MUSSOLINI si chiama.
Egli è triplice ed uno; si compone di forza, di ordine e di volontà; è tutto di un pezzo, come un masso granitico della sua Toscana. Si espande nel mondo con l’audacia del Capitano Nobile, con la precisione e la volontà di De Pinedo, con l’amore e la fede del Missionario Coltrè.  -  Onore a Lui!
Inchinate, dunque, o fascisti, dinanzi a Dio il gagliardetto, e quando lo vuole e lo comanda il Duce - sia uno, forte e possente il grido di battaglia:
                                            A Noi!
Arc. GLIOZZI

Signori,
Or fa un anno – presenti voi e le autorità civili e militari di tutta la provincia – ebbi a pronunziare anche delle parole, dopo la benedizione del gagliardetto fascista. Ricordate? Non so perché, quelle parole sentite ebbe l’onore della pubblica stampa ed “orgogliosette”, perché no?, fecero il giro da un capo all’altro dell’Italia … Si trattava di un simbolo … esponente è vero, d’una grande nazione qual è la nostra. Ma io in quel simbolo vedevo la Religione e la Patria, abbracciate così come sorelle, scioglievo le note più belle dell’anima mia: di Sacerdote di Cristo e Italiano. Facevo bene.
Oggi salgo – non la tribuna in piazza ma questa cattedra di verità per la benedizione dello stendardo, glorioso dell’Apostolato della Preghiera su cui rosseggia un Cuore – che è il Cuore di tutti i cuori – voglio dire il Cuore Sacratissimo di Gesù. Vedetelo!
E prima di procedere alla benedizione di rito, permettetemi nobili signore, signorine graziose e gentili, permettetemi tutti che i porga tutta quanta la mia lode alle buone e virtuose zelatrici Rosina e Gioconda Nicita, che l’hanno ricamato con tale e tanto intelletto d’amore da non lasciar comprendere se sia maggiore l’arte o la divozione di esse. Il meritato encomio serva di nobile esempio, di emulazione e di gara per quelle che possono e mi sentono. E passo avanti … (continua)

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