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venerdì 27 maggio 2011

Ciao America (reg. Brian De Palma - 1968)

zia Iola Platì 23/05/1923 - Mishawaka,IN 29/12/2008



 Caterina oggi direbbe che sono ancora indignato, ma quanto segue, senza nulla togliere ai meriti di Marilisa, che è l’altra metà, il quotidiano, di questo blog, l’avevo scritto qualche settimana fà con l’intenzione di postarlo oggi. Vi dirò di più:  in principio, nel nome di questo blog avevo visto un collegamento, un “ponte” virtuale,  Novella l’aveva tradotto in latino “imago pontis”, dato che la parola virtuale in quella lingua non esisteva.  Per qualche ora, anzi, questo ne fu il sottotitolo. Questo ponte, ora,  l'ha realizzato Marilisa. Oggi è lei Platì, me - ssina, Ciurrame
 Spero che Marilsa non mi porti rancore per questo.

Dunque, andiamo avanti…

E’ accaduto, e continua ad accadere, un fatto strano. Da quando è stata scoperta, che l’America , a cui abbiamo dato un tributo notevole di vite umane, invece di ringraziarci, ci offre un piano Marshall continuamente aggiornato, per altro in questi anni ci gratifica con sogni impossibili pure per loro.
Anni fa almeno l’Australia aveva tentato di spendere qualche soffio sotto forma di ringraziamento per il lavoro svolto dai platioti  per lo sviluppo di quel continente.
State pensando, sicuramente, che abbiamo esportato in America anche il malessere e la malavita. Io vi provoco di più! Vi dico che un capolavoro come Il Padrino I, II e III non sarebbe esistito, Martin Scorsese  iscritto nelle liste di mobilità e Leo Di Caprio a vendere polizze. E poi:gli ebrei, gli irlandesi, i cinesi e ora i russi non hanno fatto lo stesso? La Spagna non ha inviato in quella terra il più criminale di tutti: Cortez?
Per intenderci sto parlando di un America, quella per di Washington, di Wall Street e del generale Custer. Ma esiste un’altra America ed è quella di Henry David Thoreau, Ralph Waldo Emerson, Walt Whitman, Edward Abbey, Wendell Berry e Cormac McCarthy,  Stanley Kubrick e di Tom Joad che non coincide con la prima.
Sento il ghigno feroce, e fanno bene, di quanti mi conoscono, e di quelli che riprendono un detto spesso affibiatomi: “predichi bene e razzoli male, non sei andato tutta la vita appresso a cinema, letteratura e musica rockettara di chiara marca USA?” Io vi rispondo: sissi!
Basta, torniamo a Platì.
Dovrei scrivere una storia per ricordare la zia Iola e con essa tutta la famiglia di nonna Mariuzza: suo padre, Giuseppe Timboli, nato a Platì il 18/09/1861, sua madre, Cusenza Rosa, nata a Platì il 29/05/1869 e suo fratello Antonio, nato a Platì il 29/06/1896.
La zia Iola ,come i parenti della nonna avevano scelto come destinazione una cittadina nello stato dell’Indiana, Mishawaka  il cui nome deriva da quello della figlia del capo Shawnee Elkart,  pugnalata dai suoi compagni per essersi innamorata di un bianco. I genitori della nonna in America ebbero pure la fortuna di procreare già grandi una figlia, Josephine, nata molto dopo la nascita di mio papà. Essa venne a Messina, già grande, a vedere la nonna Mariuzza qualche anno prima che quest’ultma scomparisse.
Da parte della zia Iola e degli altri parenti giungevano fiumi di lettere rassicuranti e montagne di fotografie che testimoniavano il progressivo e difficoltoso adattamento dapprima e a poco a poco l’integrazione nella cultura Yankee. A volte giungevano i mitici pacchi con pensieri per tutti e tutti aspettavamo l’apertura con la speranza di ricevere qualcosa.
Nel momento di tornare al Creatore, coloro che erano emigrati dal paese piangevano per l’ultima volta il suolo natio, i figli nati in quella terra, a tutti gli effetti americani, conservavano qualche ricordo e il dialetto che si parlava in famiglia. La successiva generazione porta solo un cognome ormai anch’esso americano.

SDG Soli Deo Gloria

Per non smentirmi:il riferimento a Cortez mi fa venire in mente Cortez The Killer di Neil Young, una delle vette raggiunte dal canadese in gioventù assieme ai Crazy Horse. Ma anche Pocahontas per  quanto riguarda la storia di Mishawaka.

2 commenti:

  1. dovremmo insistere un pò per coinvolgere lisa in questo blog, gino. è l'unica yankee che abbia perseverato nel conservare la memoria della nostra (e anche sua) terra e che si sforzi di coltivare l'uso della lingua "platiota". non ricordo se tu abbia avuto occasione di incontrarla, quando è venuta tre anni fa o quando è ritornata l'anno successivo:
    parla un dialetto che noi non usiamo più e, nonostante la "mutazione", è consapevole e orgogliosa della sua appartenenza a questa terra.

    e ora puoi pubblicare la foto che ti ho mandato!

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  2. ps - il rancore è un sentimento che non conosco

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