venerdì 11 aprile 2025
mercoledì 22 gennaio 2025
Inviati speciali [Romolo Marcellini, 1943]
Sacerdoti di Platì che hanno svolto il loro incarico in altra sede
Fera Domenico (1), Polsi 1836 - 1856
Gliozzi Filippo, S. Nicola dei Canali frazione di Ardore 1882 – 1885
Natile 1885 – 1889
Gliozzi Ernesto di Francesco, Casignana 1926 – 1948
Marando Francesco, Casalnuovo 1917
Gliozzi Filippo, S. Nicola dei Canali frazione di Ardore 1882 – 1885
Natile 1885 – 1889
Gliozzi Ernesto di Francesco, Casignana 1926 – 1948
Marando Francesco, Casalnuovo 1917
S. Nicola dei Canali frazione di Ardore 1925
Mittiga Francesco di Nicola (2), S. Ilario 1896 – 1907
Mittiga Giosofatto, Polsi 1906 – 1927
Oliva Filippo, Ciminà 1921 – 1924
Oliva Francesco, S. Luca 1819 – 1823
Oliva Rosario (4), Siderno Sup. 1881
Pangallo Diego, Bruzzano Zeffiro 1920 – 1931
Gioiosa Sup. 1931
Pangallo Francesco (3), Polsi 1927 - 1939
(1) https://iloveplati.blogspot.com/2020/05/fatti-corsari-praebens-firma-argumenta.html
(2) https://iloveplati.blogspot.com/2022/06/il-dono-di-dio-di-gaston-kabore-1982.html
(3) https://iloveplati.blogspot.com/2021/01/e-permesso-maresciallo-di-carlo.html
(4) https://iloveplati.blogspot.com/2014/03/storia-immortale-pt-3.html
L’elenco originale (molto parziale) è del Canonico Protonotario Antonio Oppedisano (1866 – 1964).
Mittiga Francesco di Nicola (2), S. Ilario 1896 – 1907
Mittiga Giosofatto, Polsi 1906 – 1927
Oliva Filippo, Ciminà 1921 – 1924
Oliva Francesco, S. Luca 1819 – 1823
Oliva Rosario (4), Siderno Sup. 1881
Pangallo Diego, Bruzzano Zeffiro 1920 – 1931
Gioiosa Sup. 1931
Pangallo Francesco (3), Polsi 1927 - 1939
(1) https://iloveplati.blogspot.com/2020/05/fatti-corsari-praebens-firma-argumenta.html
(2) https://iloveplati.blogspot.com/2022/06/il-dono-di-dio-di-gaston-kabore-1982.html
(3) https://iloveplati.blogspot.com/2021/01/e-permesso-maresciallo-di-carlo.html
(4) https://iloveplati.blogspot.com/2014/03/storia-immortale-pt-3.html
L’elenco originale (molto parziale) è del Canonico Protonotario Antonio Oppedisano (1866 – 1964).
La foto di apertura è del 1929: seminaristi (c'è pure lo zio Ernesto di Luigi), docenti e vescovo presso il Seminario Vescovile di Gerace.
L'odierna pubblicazione è dedicata a tutti i reverendi citati.
lunedì 30 dicembre 2024
A Ghost Story [David Lowery, 2017]
BOZZETTO
CALABRESE
In una grotta di Montalto
Platì, 17 gennaio
Il destino avverso ci costrinse anche ad un bagno che non era davvero nei nostri programmi: quando eravamo partiti, infatti, si prospettava una magnifica giornata di sole; poi, a poco a poco, s'era levata una certa nebbiolina leggera che si era infittita verso mezzogiorno, fino a toglierci ogni visibilità. Procedevamo incespicando tra i cespugli grondanti di umidità e non osavamo allontanarci l'uno dall'altro: se appena uno muoveva un passo fuori dal gruppo, lo vedevamo svanire come Orfeo, buonanima, vide svanire Euridice quando si volse a guardarla, nell'Ade.
Ci accorgemmo della pioggia solo quando entrati a ripararci nella grotta del Corvo ci guardammo a vicenda e scoprimmo di essere ammollati fino alle ossa.
«Questo disgraziato di agosto ci ha fatto fare il bagno turco!!!» — bofonchiò Ciccio Donarom, levandosi la giacca inzuppata e appesantita.
Non aveva finito di pronunciare la frase che udimmo di rimando, dal fondo della grotta: «agosto, fa olio, miele e mosto!!».
Stavamo per tagliare la corda, impauriti, ma il fantasma ci rassicurò con un largo sorriso e ci invitò ad accostarci a lui.
Accettammo il consiglio, giacché fuori non ci si vedeva a un palmo dal naso e si correva il pericolo di sprofondare in qualche burrone.
Decidemmo nel contempo di accendere un fuoco per asciugarci. Mico X, molto gentilmente ci indicò i resti di un fuoco acceso in un angolo, molto tempo prima, chissà da quale pastore trovatosi nelle stesse nostre condizioni.
Voltatici a ringraziare Mico, ci accorgemmo con meraviglia che questi era sparito.
Ma la sua voce ci rassicuro subito, spiegandoci che in vicinanza di un fuoco, ogni fantasma che si rispetti, diventa invisibile.
Per deferenza, allora, versammo dell'acqua sul fuoco, che si spense sfrigolando in dense nubi di vapore. Quando l'ultima di queste nubi si dissolse, Mico X era ancora placidamente sdraiato sulle felci e sonnecchiava.
Ci stringemmo a cerchio intorno a lui e gli chiedemmo come mai si trovasse nella Grotta del Corvo.
Parve aspettarsi la domanda perché si mise subito a raccontare.
Restammo sgomenti; Mico X, da vivo, aveva la terribile abitudine di raccontare per ore ed ore, aneddoti, storielle eccetera. Chissà cosa ci sarebbe toccato di sentire!!
«Non immaginate – cominciò stavolta - quanto abbia dovuto faticare per trovare questo posto! Decisamente, la disoccupazione è una piaga sociale!».
«Come - chiedemmo interessati - anche nell'aldilà c'è la disoccupazione?».
Annuì tristemente, più volte. Poi riprese:
«Io qui non mi trovo neanche definitivamente. Sostituisco un collega che è andato in ferie per un paio di secoli».
E vedendo il nostro interesse alla narrazione, continuò, come ispirato:
«Molti anni addietro, sull'Aspromonte viveva una banda, di fuorilegge. Accadde che durante una rissa, seguita alla spartizione di un grosso bottino, quasi tutti i componenti della banda trovassero la morte. Il capo stesso restò ferito a morte. Restò illeso, invece, uno che non aveva preso parte alla lotta. Il capo gli si avvicinò e gli disse a bruciapelo: "Promettimi che resterai a guardare il tesoro finché non verrò io a prelevarlo".
«II poveretto, preso alla sprovvista, annuì e si mise di guardia vicino alla parte di roccia che custodiva il tesoro nascosto.
«II capo indugiò un poco lì vicino, poi, visto che il giovane era distratto, gli sparò a bruciapelo tra testa e noce di collo. Quindi si stese accanto al cadavere, e morì pure luì.
«Così lo spinto di quel ragazzo restò qui nella grotta a fare la guardia al tesoro che vi è nascosto. E nessuno, pertanto, potrà mai impadronirsene».
Rabbrividimmo guardandoci attorno. Mico X continuò:
«Adesso è andato via per un po' di ferie, ed io son qui a sostituirlo. Qualcuno di voi ha una sigaretta?».
Ciccio Donarom si affrettò ad estrarre dalla tasca il suo pacchetto di americane autentiche:
«Te lo cedo - gli disse - se ci fai vedere il tesoro nascosto nella grotta».
Mico crollò il capo, mortificato: «Perderei il posto per un pacchetto di sigarette americane, magari fasulle. Ti pare giusto?».
Così dicendo, con la mano leggera dei fantasmi, sfilò dal pacchetto dieci sigarette e le nascose tra le felci. Ciccio non se ne accorse e rimise in tasca il pacchetto semivuoto.
«Ragazzi - riprese Mico - mi permettete di raccontarvi una delle mie avventure?».
Ci consultammo, e poiché pioveva a dirotto, stabilimmo di ascoltarlo tra una boccata di fumo e l'altra. Mico cominciò il suo barboso racconto.
D'un tratto una gran luce entrò nella grotta, proprio mentre stava per venire il bello dell'avventura, e la voce di Mico si affievolì a poco a poco e si spense. Anche il fantasma si affievolì, perdé colore, e scomparve del tutto. Restò solo la sigaretta, mezzo consumata, sospesa in aria. Ad un tratto sparì anche quella.
Michele Fera
GAZZETTA DEL SUD, Mercoledi 18 gennaio 1956
Ciccio Donarom [Marando?] in precedenza è apparso quai:
https://iloveplati.blogspot.com/2020/07/il-vento-e-il-leone-di-john-milius-2012.html
https://iloveplati.blogspot.com/2021/06/avventura-in-montagna-di-charles-lamont.html
https://iloveplati.blogspot.com/2022/02/languilla-di-imamura-shohei-1997.html
https://iloveplati.blogspot.com/2022/03/ninfa-plebea-di-lina-wertmuller-1996.html
martedì 10 dicembre 2024
Spiaggia libera [Marino Girolami, 1965]
PER LO SVILUPPO TURISTICO
Spiagge
da valorizzare
sulle
coste dello Jonio
Superato il Capo Spartivento fino a Bianconovo il
mare punteggiato dagli scogli diventa Incantevole
Platì, 22 agosto
Superato il capo Spartivento, fino a Bianconovo, il mare Ionio diventa incantevole.
Dopo, riprende il suo aspetto piatto e monotono: un mare senza scogli, è
infatti come una ragazza senza «sex-appeal».
Sono proprio gli scogli a punteggiare di una bellezza fuoriserie le
spiagge di Ferruzzano e di Brancaleone, (per non citarne che le principali).
Ma il viaggiatore che ammira dai finestrini di qualche pittoresco treno
a vapore, non sospetta neppure, nella maggioranza dei casi, che sotto il
soffitto azzurro di quel mare si cela un mondo nuovo e completamente diverso
dal nostro: il mondo dei pesci e dei ricci, delle cozze e delle patelle che ben
conoscono i cultori del diffusissimo «Hobby»
della caccia subacquea. È sommamente
bello scendere in quel mondo
nuovo tra lo stupore dei pesci che vi girano intorno e vi guardano da ogni lato
con gli occhietti idioti. I fenici non provarono la stessa ebbrezza, quando
navigarono per la prima volta.
Da Ferruzzano a Brancaleone, ed un poco oltre, è il luogo ideale per i
cacciatori subacquei, che vi accorrono a frotte da ogni parte dei paesi jonici.
Ma quello di cui si nota la mancanza, nelle dette località è
un minimo di organizzazione turistica. Non vi esiste nessuno stabilimento
balenare destinato a porgere ai bagnanti i comforts che conciliano la vita da
campeggio con la vita normale di tutti t giorni. Abbiamo visitato le due spiagge di
Ferruzzano e di Brancaleone: nella
prima, l'iniziativa privata, crea ogni anno il lido più caratteristico
d'Europa: decine e decine di capanne di rami e di oleandri intrecciati in stile
hawaiano, sono costruite dagli abitanti del piccolo centro, che sorge a molta
distanza dalla spiaggia. Per tutta l'estate, le famiglie abitano in quella
specie di tucul senza luce elettrica né acqua corrente, e agli ultimi di
settembre le capannine restano abbandonate sul lido, fino ad andare in lento
disfacimento.
A Brancaleone,
invece, manca pure questo: quella che potrebbe essere una spiaggia tra le più
belle d'Italia, resta invece una delle più comuni.
Di
caratteristico presenta la divisione in caste dei bagnanti! Sul tratto più
orientale, si annidano (e il termine esatto) i cittadini della vicina Bruzzano,
che vengono al mare in autobus; poi, di seguito, per nette categorie, le
famiglie della piccola borghesia cittadina, che insieme alle pochissime famiglie
di turisti, hanno il monopolio dello « scoglio
lungo» cosiddetto: le famiglie della media borghesia, che risiedono stabilmente
nel tratto detto della stazione ferroviaria, e hanno il monopolio del
cosiddetto « cogito sacro »,
e infine, di seguito, nel tratto più occidentale,
la gente del popolo.
Chi non ci credesse, può andare a verificare.
Comunque, se qualcuno pensasse a costruire un piccolo stabilimento
balenare, con relative piste di ballo, tutti quei bagnanti ora disseminati
ostilmente su circa un chilometro di lido, sarebbero riuniti e si troverebbero meglio. Inoltre, vi sarebbe un più numeroso flusso di turisti.
Cosa ne
pensa l’E.P.T., di valorizzare al
turismo queste incantevoli località?
MICHELE FERA
GAZZETTA
DEL SUD, 23 agosto 1957
In apertura la spiaggia ed i caratteristici scogli presso Capo Bruzzano (Zephyrion Akryterion) dove approdarono nel 6° secolo A.C. i coloni locresi provenienti dalla Grecia.
Di seguito una cover di un brano, Un Altro Mare (1969), del Maestro Morricone, quando dava il meglio di se stesso.
domenica 10 novembre 2024
La lunga attesa [Mervyn LeRoy, 1948]
UNA REALIZZAZIONE ATTESA DA OLTRE UN
CINQUANTENNIOSolenne inaugurazione a Platìdel nuovo edificio scolasticoPresenti alla
manifestazione il Vescovo della Diocesi, il Prefetto, il Sindaco, le autorità locali e
tutta la popolazione Platì, 22 gennaioLa giornata
di ieri i cittadini platiesi l'attendevano da oltre un cinquantennio. Con una solennissima
cerimonia sotto il più bel sole che si fosse ancora visto dall'inizio dell'anno 1957, è
stato inaugurato il nuovo edificio scolastico che ospiterà nei suoi vastissimi
locali, dotati di
attrezzature degne del nostro secolo, gli ottocento alunni delle elementari del nostro
centro.Via Roma
brulicava di gente fin dalle ore otto della mattina. Il corpo Insegnanti al
completo impartiva
istruzioni al piccolo esercito di bambini assiepati all'ingresso del grande palazzo.L'opera fu
iniziata nel 1955 dall'impresa Zimbaletti, di Santo Stefano d'Aspromonte, e
proseguiti con ammirevole onestà e serietà fino ad oggi sotto la direzione del
dottor Griselli, ingegnere capo dell'Unrra Casas Prima Giunta, e con
l'assistenza del geom. Carmelo Manfrida, il quale con rara perizia e amorevole
interessamento ha curato nei minimi particolari l'esecuzione dei lavori.Alle dieci
cominciavano ad affluire i personaggi invitati alla cerimonia. Tra gli altri, il Prefetto
della Provincia, dr. Correrà, l'Ispettore scolastico dott. Barillaro, il
direttore didattico dott. Fonte, il maggiore dei Carabinieri comandante del
Gruppo Interno di Locri, dott. Ella,
il capitano De Franco, il tenente Varisco. Alle dieci e trenta arrivava il
vescovo della
Diocesi, Mons. Pacifico Perantoni, Insieme all'on. Filippo Murdaca. Venivano In seguito il
dottor Ferdinando Griselli, direttore dell'ufficio distrettuale della Calabria
Unrra Casas, l'avv. Ferro dell'A.A.I. e i sindaci di Ardore, Bovalino, Oppido
Mamertina etc.. Il prefetto della Provincia procedeva al classico taglio del nastro
teso sulla soglia dell'edificio; dopo di
che, il vescovo mons. Perantoni benediva tutti i locali.Dopo la
benedizione, nello immenso salone che sarà destinato a refettorio, dinanzi al folto
pubblico ivi raccolto il sindaco del Comune, signor Giuseppe Zappia, che
possiamo senz'altro
definire come il principale autore della grandiosa opera, dava lettura dei
telegrammi inviati dagli on.li Cassianì e Scelba, dal ministro della Pubblica
Istruzione.Quindi il
Sindaco si rivolgeva all'uditorio ringraziando gli illustri ospiti della loro
cooperazione, con brevi e commosse parole. Successivamente prendeva la parola
il prefetto, seguito dall'Ispettore scolastico dott. Barillaro. Parlava in
ultimo il vescovo della Diocesi.Foto e testo: Gazzetta del Sud, 23 gennaio 1957
L'esecuzione dei lavori in corso d'opera è apparsa qui:
L'articolo sopra riportato non porta firma; lo si può attribuire senza ombra di dubbio a Michele Fera, in quegli anni corrispondente ufficiale per la Gazzetta del Sud.NBSulla destra di don Peppino Zappia appare il profilo, riconoscibilissimo, dello zio Ciccillo.
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HISTORICAL PLATI',
MICHELE FERA
martedì 5 novembre 2024
lunedì 30 settembre 2024
Composition Class [Kajiro Yamamoto, 1938]
Diego Vitrioli, 1819 - 1898. latinista reggino, ebbe notevole influenza sugli allora aspiranti poeti.
Ernesto Gliozzi il vecchio, 1883 - 1948 è parte notevole di queste pagine.
Francesco Sofia - Alessio, 1873 - 1943, nativo di Radicena, oggi Taurianova, è stato autore di carmi in latino, soprattutto religiosi.
Giovanni Conia, 1752 – 1839 è già comparso qui:
Il quaderno Etremae Ausoniae Gentes ... lo zio Ernesto il giovane lo redisse a Gerace quando ancora era un giovane seminarista, per allegerire il peso degli studi e della lontananza da casa. Su di lui gravò a vita l'influenza del precedente suo zio omonimo.
Nota:
Il titolo originale del film è Tsuzurikata Kyoshitsu (綴方教室) ovvero Lezione di ortografia, molto più aderente alle immagini riportate.
mercoledì 18 settembre 2024
giovedì 12 settembre 2024
sabato 31 agosto 2024
La Bibbia [John Huston, 1966]
“Ogni uomo dimora in ogni altro
e ogni altro in lui e così via, in un infinito intreccio di essere e di
testimoniare dell’essere” Cormac McCarthy, 1985
Il trentuno
agosto del milleottocentotrentatre alle ore otto veniva a mancare in Platì Francesco
Mittiga, calzolajo figlio di Michele e Brigida Pizzi, marito di Angela Jetto. A
denunciare la morte furono i vicini di casa Carlo Jelasi e Antonio Pangallo.
L’atto di morte registra che al momento del decesso Francesco aveva sessantasei
anni. Eppure se teniamo conto dei catasti onciari del 1754 un Francesco Mittica
figlio di Michiele e Brigida Pizzi della città di Reggio era nato proprio in
quell’anno catastale.
Biblicamente:
Michele generò Agostino, siamo nella prima metà del XVII° secolo, che sposò Caterina Oliva, sorella del pontefice massimo Don Tolentino. Da questi ultimi nacque il sopracitato Michiele che generò Francesco, che generò Rocco, che generò Francesco, che generò Rosario, che generò Francesco che con Caterina Gliozzi generò Saro, Maria, Elisabetta, Gino e Gianni. Di generazione in generazione fino al nonno Rosario svolsero tutti la nobile arte del calzolajo.
Come in uno specchio l’ordine sopra svolto non cambia se teniamo conto della nonna Lisa (Elisabetta Mittiga sposa di Luigi Gliozzi): Michele generò Rocco che generò Michele …
Il ramo Agostino che generò Domenico che generò Agostino che generò Francesco che generò Agostino è verde ancora ai nostri giorni.
È probabile che i primi Mittica/ga insediati a Platì provenissero dalla vicina Ardore dove abitava Stefano Mittiga calzolajo, in quella città sede di Mandamento vi era pure una contrada appellata Mittiga. Provata invece è la provenienza da Ardore degli Gliozzi con il patriarca il Magnifico Notar Fabrizio.
Biblicamente:
Michele generò Agostino, siamo nella prima metà del XVII° secolo, che sposò Caterina Oliva, sorella del pontefice massimo Don Tolentino. Da questi ultimi nacque il sopracitato Michiele che generò Francesco, che generò Rocco, che generò Francesco, che generò Rosario, che generò Francesco che con Caterina Gliozzi generò Saro, Maria, Elisabetta, Gino e Gianni. Di generazione in generazione fino al nonno Rosario svolsero tutti la nobile arte del calzolajo.
Come in uno specchio l’ordine sopra svolto non cambia se teniamo conto della nonna Lisa (Elisabetta Mittiga sposa di Luigi Gliozzi): Michele generò Rocco che generò Michele …
Il ramo Agostino che generò Domenico che generò Agostino che generò Francesco che generò Agostino è verde ancora ai nostri giorni.
È probabile che i primi Mittica/ga insediati a Platì provenissero dalla vicina Ardore dove abitava Stefano Mittiga calzolajo, in quella città sede di Mandamento vi era pure una contrada appellata Mittiga. Provata invece è la provenienza da Ardore degli Gliozzi con il patriarca il Magnifico Notar Fabrizio.
Il
nostro passato ritorna nel presente; è il presente. Jorge Sanjinés, 1989
Questa pubblicazione serve per aggionare la precedente:
https://iloveplati.blogspot.com/2016/12/lalbero-della-vita-reg-edward-dmytryk.html
https://iloveplati.blogspot.com/2016/12/lalbero-della-vita-reg-edward-dmytryk.html
Di più qui:
In apertura un giovanissimo nonno Rosario con i genitori Rachele Riganò e Francesco Mittiga.
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