Nota. Alla serata del cinque novembre scorso Pasqualino Violi non
potette intervenire. Il testo inviato agli organizzatori si sarebbe dovuto
leggere durante il corso della manifestazione ma il tempo gli fece danno e così
lo scalpitare dei presenti dato il prolungare degli interventi. Oggi si tenta
di riparare anche perché il tributario dell’evento è (ri)visto con gli occhi di
un altro platiotu. La foto d'apertura la trovate dispersa nel web.
mercoledì 14 novembre 2018
Il piacere della sua compagnia [di George Seaton,1961]
lunedì 12 novembre 2018
I Origins - Platì e oltre
Caro Luigi,
mi piace questa corrispondenza che ha il
sapore delle antiche lettere che pubblichi nel tuo blog. Quando ci sentimmo per
telefono tu mi parlasti del tuo ritorno alle origini e dell’interesse per Platì
ed io ti risposi che, al contrario, non avevo alcun interesse. Era in parte una
bugia (detta a me stessa) perché per tutti gli anni da quando ho lasciato la
Calabria (avevo 9 anni) ho dovuto prendere una distanza emotiva da un luogo che
mi provocava il dolore della lontananza. Ho vissuto fra questa nostalgia per un
paradiso perduto e la soddisfazione di essere proiettata nel mondo. La
questione e le riflessioni sono tante e sarebbero da affrontare forse in
inverno davanti ad un camino acceso. Comunque, a seguito di alcune domande di
mia sorella e di uno dei miei fratelli, mi sono messa alla ricerca dei nostri
avi e ciò che mi è successo è che la diga, che avevo costruito a contenere
quelle emozioni legate al passato, è crollata. Mi sono resa conto che potevo
vivere ricordi ed emozioni perché non più legata alla contingenza del lavoro e
dei doveri e mi sono immersa nei registri degli archivi di stato consultabili
online. Di lì sono nate altre emozioni, interessi e ricerche che sto
perseguendo e che ho intenzione di continuare anche durante un soggiorno di
qualche mese in Calabria, a Locri dove sono nata e dove il ricordo emotivo è
più forte, legato soprattutto a mia madre e a mia nonna.
...
Non so se te ne ho già accennato, ma io
ho vissuto alcuni anni in Australia ed ho anche abitato con la mia prozia
Bettina Perri madre di Rosario (Rosi per la famiglia). Lei è morta
ultranovantenne ed anche lui è deceduto da qualche anno. Peppino Mittiga era
parente (cugino, credo) di Giuseppe Ielasi che ha sposato la sorella di mio
padre, Ada. Entrambi erano sarti e qui ci sarebbe da fare tutto un discorso a
parte sulle botteghe di sarto di Platì e sui sarti che lì si formarono.
Ciao
Rosalba
Nella foto Rosalba e Pasqualino Perri. Bettina Perri ,madre di Rosi, era sposata con Peppino Mittiga.
Nella foto Rosalba e Pasqualino Perri. Bettina Perri ,madre di Rosi, era sposata con Peppino Mittiga.
domenica 11 novembre 2018
Una storia vera [di David Lynch, 1999 ]
Caro Luigi, …
mi sto divertendo a ricostruire le
famiglie nell’800 e sono così incorsa nella piccola saga di cui ti parlavo…
Il 07/10/1803 nasce a Platì Michelina
Papalia figlia di Giuseppe e Teresa Mittiga.
Il 09/05/1804 muore suo padre Giuseppe
Papalia.
Il 09/02/1818 sposa Rocco Cutrì di
Messignadi. Sul registro dei matrimoni viene dichiarata di anni 19 (mentre in
effetti ne aveva 15) e di professione “civile”. Tale termine veniva assegnato a
coloro che erano benestanti e le cui professioni non erano inquadrate. Quindi
Michelina Papalia apparteneva ad un ceto sociale di un certo rilievo per lo
meno economico. Rocco Cutrì ha ventun anni e viene dichiarato anche lui di
professione “civile”, figlio di un Massaro di Bovi che, non potendo essere
presente a Platì per dare il proprio consenso al matrimonio, invia un altro
Rocco Cutrì, Arciprete di Messignadi, a fare le proprie veci.
Il 18/05/1819 il giovane marito muore a
Messignadi lasciandola vedova senza figli (non vi sono nati di questa coppia né
a Messignadi né a Platì) e Michelina torna a casa dalla madre, infatti:
Il 08/05/1822 sposa Mastro Giuseppe Fera
d’anni 28, mastro ferraro, figlio di Michele e della Signora Candida Nirta (da
notare che le mogli dei mastri venivano riportate sui certificati ufficiali con
l’appellativo di Signora). Michelina viene dichiarata di anni 22, in effetti ne
ha diciannove. Fra i documenti elencati come presentati, vi è l’atto di morte
del primo marito.
Il 02/10/1831 nasce il figlio della
coppia: Domenico Rosario Fera.
Il 06/02/1836 muore il secondo marito.
Il destino sembra essersi accanito con
Michelina, che però non desiste e nel 1838 prepara i documenti per un terzo
matrimonio con Francesco Stefano Domenico Collufio (o Collusio) nato il
02/04/1813 (quindi di 10 anni più giovane) a Tresilico, figlio di Giuseppe
Antonio (civile) e Concetta Lando. La professione del futuro sposo è quella di
“fallegname”. Il comune di Tresilico provvede alle pubblicazioni (Atto di
notificazione), ma…
Il 26/02/1838 l’usciere presso la Regia
Giustizia del Circondario di Ardore, invia al Sig. Don Giosafatto Furore,
Sindaco ed ufficiale dello Stato Civile del Comune di Platì, istanza di
opposizione al matrimonio da parte di Francesco Fera (Istante), proprietario,
in qualità di cugino del defunto marito della Signora Michelina Papalia,
proprietaria, con Mastro Domenico Collufio, falegname, domiciliato in
Trisilico, per i seguenti motivi:
1° Perché essa Papalia
dimenticando i doveri di Madre verso il di lei unico figliuolo Domenico Fera
dell’età di anni sei, dopo aver barattato e trafugato tutto ciò che formava
l’asse ereditario del fu di lui padre Mastro Giuseppe Fera, ed abbandonato
snaturatamente il … pupillo alla discrezione altrui ha pensato passare ad un
terzo matrimonio negando non solo ogni sussidio della sua propria roba, ma
senza neppure restituire ciò che al Minore si appartiene, e che ascende a
valore di circa ducati cinquecento, di che l’istanza si riserba di chiedere il
redde conto come per Legge. 2° Perché essa Papalia avea promesso al fu di lui
marito di non passare ad ulteriori nozze con chichesia dopo la di lui morte ed
ora trasgredendo questo patto si vuol dare in moglie ad una persona inferiore
di condizione e che soffre degli intervalli di demenza. Per tali motivi adunque
si oppone l’Istante al preteso Matrimonio che si vorrebbe contrarre tra loro.
Quindi è che in virtù del presente atto ho inibito esso Sig. Sindaco e
uffiziale dello Stato Civile di procedere alla solenne promessa dello Stato
Civile protestandogli l’Istante in caso diverso di tutti i danni ed interessi e
di agire in linea criminale contro di esso Sig.r Sindaco quante volte non si
uniforma a quanto prescrive la Legge nell’Articolo 69 e 70 delle LL. Civili
prescrivendo gli stessi che l’uffiziale dello stato civile subito che viene a
lui notificata opposizione di Matrimonio non può passare oltre, ma deve notare
della opposizione nel Libro addetto e vistare l’originale, e di rispondere di
tutti i danni, ed interessi, non che alla Multa di ducati sessanta ed alla
perdita della carica, come anche alla pena di prigionia giusta Articolo 244
delle LL Penali.
Tale opposizione viene comunicata anche
ai due pretesi futuri sposi. Ora non è dato sapere quali passi
abbia intrapreso Michelina, o chi per lei, fatto sta che:
L’anno milleottocento trentotto il
giorno ventotto del mese di maggio in Platì. Ad istanza del Signor Francesco
Fera proprietario, domiciliato in Platì, Io Vincenzo Gliozzi, Usciere presso la
Regia Giustizia del Circondario di Ardore ivi domiciliato, ho dichiarato al
Signor D. Giosafatto Furore nella qualità di Sindaco ed Ufficiale dello stato
Civile del Comune di Platì, non che a Donna Michelina Papalia, proprietaria ivi
domiciliata, che l’istante non più si oppone al matrimonio contraendo con
Mastro Dom.co Collufio di Tresilico dalla prefata Signora Papalia, vedova del
fu Giuseppe Fera, e formalmente rinunzia all’atto di opposizione del giorno
ventisei Febbrajo milleottocento trentotto.
E così il giorno stesso, 28/05/1838, il
sindaco emette il Certificato da presentarsi al Parroco per la celebrazione del
matrimonio che viene registrato al numero d’ordine 6 dell’anno 1838.
Il 06/02/1839 Michelina Papalia dà alla
luce a Platì un figlio maschio a cui viene imposto il nome di Giuseppe Alfonso
Carlo Collufio.
Il 06/11/1841 Michelina Papalia dà alla
luce una figlia a cui viene imposto il nome di Maria Concetta Teresa Collufio.
And that’s all, folks!
Ciao
Rosalba
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Fatti corsari,
HISTORICAL PLATI',
PERRI
giovedì 8 novembre 2018
PLATOON [di Oliver Stone,1986 ]
Platì cinque novembre duemila diciotto ore diciassette. I sogni e gli sforzi di un plotone
di platioti sembrano essersi realizzati: il cinema
Loreto di nuovo gremito di spettatori, non accorsi per la visione di
immagini scaturite da uno schermo, che all’epoca della sua età dell’oro, i
piccoli astanti ingigantivano con la fantasia, in realtà, la sua estensione
era di due metri e mezzo per due, poca cosa al confronto con i Garden, gli Odeon, i Metropol delle
megalopoli. L’evento è del tutto inedito: la celebrazione con conseguente
resurrezione dell’Ultimo Glorioso Figlio. E come oggi sull’altare maggiore
dell’annesso duomo si avvicendano temerari ministri venuti da fuori, così sono accorsi
da vicino e da lontano, ad affiancare i parenti del personaggio celebrato,
uomini di Stato, scrittori, politici, giornalisti ed una piccola, locale,
emittente televisiva. Così quell’esiguo drappello, unito attorno al simbolo of life and hope, l’ulivo, ha dimostrato
coraggio e fede per la rivincita di un territorio e di una popolazione
emarginata, ghettizzata, a causa di trame sovversive altrove, ancora oggi,
pianificate. Al
solito: finito l’Ufficio i patriotti sono dovuti rientrare nei ranghi della
dura, scura, quotidiana, ingrata realtà, senza per questo smettere di fare progetti per l’avvenire.
Tornando al titolo sopra citato eccovi per Totu Delfinu Samuel Barber e Leonard Bernstein al top
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I Love Platì,
Totu Delfino
mercoledì 7 novembre 2018
Una lucertola con la pelle di donna [di Lucio Fulci, 1971 ]
A zafrata, opera in argilla fiorentina con cui il Maestro Domenico Carteri di Ferruzzano ha contribuito alla riuscita della prima edizione del Premio Giornalistico Letterario "Antonio Delfino" organizzato dall'Associazione Santa Pulinara di Platì e consegnata al giornalista Ilario Ammendolia il 5 novembre 2018, nell'ex Cinema Loreto di Platì.
MOTIVAZIONI
La scelta del Professor Ilario Ammendolia tra una rosa
ristretta di candidati, quale vincitore del primo Premio Antonio Delfino, non è stata influenzata dalle sue
pubblicazioni o dallo stile letterario dello stesso. Abbiamo scelto di premiarlo,
perché nei suoi scritti, nei suoi articoli pungenti e senza filtri Ilario
Ammendolia ricorda molto da vicino il temperamento e la passione che animava
Totò Delfino. Siamo andati a rileggere diversi articoli pubblicati nelle varie
testate giornalistiche, comprese quelle on-line, dove la sua libertà di pensiero e di penna ci ha favorevolmente
convinti della integrità morale e del grande senso di appartenenza alla nostra
Terra di Calabria. Ci ha colpito uno dei più recenti, in cui il professore
scriveva: “La legalità è un valore, solo
se illuminata dalla Costituzione, intesa come Patto Sociale vincolante per
tutti, altrimenti diventa una camicia di forza da fare indossare ai più deboli
per renderli inoffensivi e servi”. Ammendolia con garbo giornalistico,
solleva il lenzuolo per mostrarci che il Re è nudo, e lo fa per denunciare le
vittime di Giustizia, battendosi per una Calabria secondo Costituzione,
ergendosi a difensore dei deboli come ha fatto il compianto Totò Delfino. Totò
non è morto, non si muore mai completamente.
Complimenti Professore.
domenica 4 novembre 2018
Le meteore: Paolina - due volte bella - Furori
De la signorina Paolina Furori
Due volte bella
Ne lo spirito e ne le sembianze
( Versi )
Oh non mi date i pallidi
Crisantemi di morte onde si copre
Ogni superbo tumulo:
Pallidi come i fior sono le opre
Oggigiorno de i nobili
Neppur domando lacrime bugiarde
Spremute per miracolo
A cuor che per amor giammai non arde
Come la cartapecora.
Non lacrime né fior io vi domando
Per il beato spirito
Che da la terra al ciel salì trillando
Come festante allodola.
Oh datemi la palma di vittoria
E l’ulivo pacifico
Faremo una corona a la memoria
De la defunta vergine
Che nella valle dove regna il pianto
Spiccò d’un tratto il rapido
Volo verso l’azzurro dove il Santo
Regna Gran Dio di Sabaoth.
Sac. Ernesto Gliozzi sen
mercoledì 31 ottobre 2018
The Little House (小さいおうち) [di Yoji Yamada,2014 ]
Premessa: Questo atto di vendita a distanza di 114 anni si è trasformato in una piccola novella piena di dati, nomi illustri o meno e alias. Ognuno vi può trovare informazioni necessarie sul proprio passato di famiglia. E il notar Carmelo Febbo ne deve aver sfiancato di muli per venire al paese per poi tornarsene al luogo di partenza.
Vendita. Regnando Vittorio Emanuele Terzo per grazia di Dio e per
volontà della Nazione Re d’Italia. – Nel giorno dieci Marzo mille novecento tre
in Platì, nella casa di Francesco Mittiga d’Agostino, via Fornacia. Innanzi a
Noi Notar Carmelo Febbo residente in Ciminà qui all’ogetto dell’atto presente
iscritto presso il Consiglio Notarile Distrettuale di Gerace, ed il presenza
dei testimoni da Noi ben conosciuti e forniti dei requisiti richiesti dalla
Legge, Rosario Trimboli fu Francesco, possidente, e Giovanni Iermanò fu Antonio
egualmente possidente, ambo nati e domiciliati in Platì; si sono personalmente
costituiti – La Signora Caterina Trecase di Saverio, maritata Francesco Mittiga
d’Agostino, che si costituisce al solo scopo di autorizzarla all’atto presente,
possidente da una parte. E dall’altra Domenico Ciampa di Vincenzo muratore.
Tutti e tre nati e domiciliati in Platì, ben noti a Noi Notaio e
testimoni. La costituita Caterina
Trecase dichiara avere e possedere in questo abitato di Platì sulla strada San
Nicola e via Filanda, due terze parti di una stanzetta, oggi affatto distrutta,
e soprapposta ad un basso di proprietà del costituito Domenico Ciampa, limitata
dalla strada S. Nicola, da Saverio Barbaro Miroci
e Domenico Zappia Cipri e dal ridetto
Domenico Ciampa di Vincenzo franca e libera detta stanzetta da qualunque
ipoteca o servitù o non riportata
in catasto perché distrutta dal terremoto 16 novembre 1894. Quale due terze
parti di detta stanzetta, oggi ridotta al solo dritto d’aria superiore si è
risoluta essa Caterina Trecase di venderla, ed avendo trattato la cessione con l’altro costituito Domenico
Ciampa, il quale vi aderì così vende e liberamente alieno a favore dello stesso
tutti ed intieri i di lei dritti vi
possiede sulla stanzetta sopra descritta pel prezzo bonario di lire duecento,
somma che essa cedente Caterina Trecase alla nostra presenza e dei testimoni se
la riceve dall’acquirente Domenico Ciampa e ne rilascia a favore dello stesso
la quietanza, e sin da questo giorno lo immette sul pacifico e legale possesso
di tutti i di lei dritti vi possiede sulle due terze parti della venduta
stanzetta , oggi distrutta, quindi garentisce all’acquirente i dritti vi
possiede sull’aria superiore del precennato basso; e senza nessuna riserva o
condizione di sorta da parte di essa venditrice Caterina Trecase che garentisce
la presente vendita all’acquirente nel più lato senso di legge. L’atto presente
verrà sottoscritto dalle parti meno della Trecase per essere analfabeta.
In seguito di ciò Noi Notar abbiamo letto a voce chiara ed
intellegibile il presente atto ad esse parti in presenza dei testimoni, ed
interrogato le parti medesime in questo atto si contiene la di loro precisa
volontà ci hanno riposto affermativamente, e perciò l’approvano e l’accettano.
Fatto pubblicato e ricevuto in Platì, Circondario di Gerace, Provincia di
Reggio Calabria, oggi sudetto giorno, alla presenza delle parti di sopra
costituite ed individuate nonché dei sudetti testimoni i quali con le sudette
parti e Noi Notaio sottoscriviamo l’atto presente che consta di un foglio di
carta di legale incisione in tre facciate meno righe di nostro carattere e da
Noi medesimo compilato.
Mittiga Francesco - Ciampa Domenico – Rosario Trimboli teste – Iermanò
Giovanni teste – Notar Carmelo Febbo residente in Ciminà ho stipulato –
Registrato in Gerace a 28 Marzo 1903
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Fatti corsari
martedì 30 ottobre 2018
Le meteore [di François Delisle, 2013 ]
Platì, 25. (Caci)
-- Facendo seguito alla notizia de l’immatura morte di Paolina Furori, buona,
pia, caritatevole, che ha lasciato un soave ricordo di se nel cuore di quanti
l’han potuto avvicinare, non è fuori di luogo il parlare in questo numero, dei solenni
e maestosi funerali di trigesima, celebrati in questa chiesa parrocchiale.
La chiesa, parata a lutto, era gremita di ogni ceto di
persone accorse spontaneamente a rendere il loro tenero tributo di affetto a la
giovine morta che è passata in mezzo a noi come una meteora, spargendo ovunque
la luce de le sue ottime virtù. Moltissimi sacerdoti son qui venuti dai paesi
vicini. Noto l’Arcidiacono Gratteri che l’ha fatta da celebrante, il Prof.
Giampaolo che ha letto, su la soglia de la chiesa, un magnifico elogio funebre,
il Par. Febbo ed il Mansionario Caserta che hanno cantato una messa in musica.
Ma sopra tutto è riuscito splendido il corteo, composto de la nobiltà, del
paese, recante le corone al camposanto.
Era una vera processione mesta e solenne. Taccio poi degli
innumerevoli epitafi e versi composti per l’occasione. - Rinnovo intanto al
desolato padre, a l'inconsolabile fratello ed afflitta sorella la nota mesta di
sincera condoglianza che loro manda un amico.
LA SCINTILLA GIORNALE DELLA DOMENICA - ANNO V
NUMERO 14 - Matera, 3 aprile 1904
NOTA. Il risuscitato Caci non era altri se non Ernesto Gliozzi il vecchio, già apparso
in tali sembianze tra queste pagine. Alla giovine scomparsa egli aveva dedicato
un sonetto “A l’anima
benedetta De la signorina Paolina Furori Due volte bella Ne lo spirito e ne le sembianze” tra queste pagine pubblicato il 28 febbraio 2012. Non ci resta altro che languire per la perdita " degli innumerevoli epitafi e versi composti per l’occasione".
lunedì 29 ottobre 2018
Compliance - Ciampa & Mittiga
Vittorio Emanuele Terzo per grazia di Dio e per volontà della Nazione
Re d’Italia: L’anno millenovecentosedici, il giorno ventisette maggio in Platì,
in casa del Sig. Domenico Antonio Mittiga fu Francesco. Innanzi a me D.
Francesco Barutta notaio residente in Benestare, iscritto presso il Consiglio
Notarile del Distretto di Gerace, senza l’intervento dei testimoni, a cui la
parte rinunzia, è presente Mittiga Domenicoantonio fu Francesco, possidente
nato e domiciliato in Platì, noto a me notaio. Dichiara il costituito che
avendo sua moglie Ciampa Angela fu Giosofatto con atto ventotto novembre scorso
anno per mio ministero fatto testamento, ed ora essendo essa deceduta a
diciassette febbraio ultimo come da analogo atto dell’Ufficiale dello Stato
Civile di Platì, che qui si unisce, colla lettera A fa istanza a me Notaio per
la registrazione del detto testamento. Io Notaio aderendo alla fattomi
richiesta, ho estratto il testamento predetto dal fascicolo degli atti di
ultima volontà e lo passato in quello degli atti tra vivi unendolo a questo
atto colla lettera B. Del che ho redatto il presente scritto di mio carattere e
letto alla parte cogli alligati ed esso lo conferma e sottoscrive con me Notaio
insieme cogli alligati. Consta l’atto di un foglio di cui sono scritte pagine
due meno righi dodici. Mittiga Domenico Antonio: D. Francesco Barutta Notaio.
Atto A – Municipio di Platì – Ufficio dello Stato Civile. Certificato
di morte. Si certifica che Ciampa Angela figlia di Giosofatto e di fu Mittiga
Gregoria è morta in questo Comune nel giorno diciassette del mese di Febbraio
millenovecentododici per come risulta dai registri degli atti di morte
dell’anno 1912 al progressivo num. 12. In fede si rilascia il presente a
richiesta di Mittiga Domenicoantonio per l’uso conveniente. Platì 24 maggio
1916. L’Ufficiale dello Stato Civile Portolesi.
Alla B. N° 182 Reg. Testamento Vittorio Emanuele Terzo per grazia di
Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia. L’anno millenovecentoquindici, il
giorno ventotto Novembre in Platì in Casa di Ciampa Angela e Domenicoantonio
Mittiga fu Francesco alle ore dodici. Innanzi a me D. Francesco Barutta notaio
residente in Benestare, iscritto presso il Consiglio Notarile del Distretto di
Gerace, alla presenza degli infrascritti testimoni idonei e richiesti Signori
Perre Giuseppe fu Rocco, Romeo Michele di Pasquale, Marrapodi Giovanni di
Giuseppe e Lentini Francesco fu Raffaele, possidenti, tutti domiciliati in
Platì, tranne il Marrapodi nativo, s’è perfezionato dico personalmente
costituita Ciampa Angela fu Giosofatto, possidente nata e domiciliata in Platì,
nota a me notaio = Dichiara essa Ciampa di lascerò al mio decesso voler disporre per testamento ed all’uopo mi
dichiara alla presenza continua dei testimoni: nomino mio erede universale di
tutto ciò che lascerò al mio decesso di mobili, mobilia, effetti mobiliari mio
marito Domenicoantonio Mittiga fu Francesco. Lascio anche a lui in piena … ed
usufrutto tutta la casa in Platì, avente a limiti due strade pubbliche,
Pangallo Domenico fu Diego e le altre cose di cui sono comproprietaria. Gli
lascio parimenti l’usufrutto di tutti gli altri terzi rustici ed urbani. Gli
lascio parimenti tutti i crediti che eventualmente potranno esistere al mio
decesso. Di tutto ciò che non è stato disposto in prossimità lascio eredi in
parti eguali mia sorella Giuseppa Ciampa, mio nipote Rosario Violi di Pasquale,
mio fratello Antonio Ciampa e i figli di questo ultimo Rosario e Giosofatto; e
i nipoti miei Giosofatto e Domenico Ciampa fu Vincenzo, mio fratello Rocco
Ciampa. Costoro al decesso mio marito subentreranno in tutti i diritti su
nominati. Pei terzi non disposti a favore di lui. Questa è la mia ultima
volontà e revoco ogni altra precedente disposizione. Dichiara la testatrice di non poter sottoscrivere
perché analfabeta. Del che ho redatto il presente scritto di mio carattere e
letto alla parte che l’ha confermato alla continua presenza dei testimoni che
meco sottoscrivono l’atto alle ore tredici. Consta l’atto di un foglio di mio
scritto facciate due e righe dieci Perri Giuseppe, Romeo Michele, Marrapodi di
Giovanni, Francesco Lentini D. Francesco Barutta Notaio.
NOTA. Il Notaio Barutta nel rifare copia conforme su richiesta si smarrisce
nelle date anteponendo e posticipando a partire dal decesso della testatrice. E
Domenicoantonio non era fu Francesco bensì Giuseppe e Ciampa Beatrice classe
1842.
domenica 28 ottobre 2018
Compliance (A norma di legge) [di Craig Zobel,2012 ]
AMMINISTRAZIONE DELLE TASSE SUGLI AFFARI
Ufficio
del Registro di Ardore
Certificato di eseguita denuncia
e di pagamento di tasse
per agire in giudizio o presso
gli uffici amministrativi
A richiesta del
Signor Ciampa Rosario
Ed agli effetti
degli articoli 77 3 seguenti della legge tributaria sulle
Successioni 30
dicembre 1923, n. 3270 e dell’art. 107 della legge del
Registro 30
dicembre 1923 n. 3269;
Visto l’art. 76
della predetta legge 30 dicembre 1923 n. 3269;
Veduto l’art. 113
della Tariffa Alligata A alla legge del bollo 30 dicembre 1923 n. 3268, mod.
dall’art. 1 del
R. D. I. 17 marzo
1930, n. 142;
Il
sottoscritto Procuratore del Registro certifica
Che con denunzia di
Successione
Presentata addì 9 – 6 – 1916 dal Sig. Mittiga D.co Antonio fu Francesco
E registrato addì 9 – 6 – 1916 al N. 115 vol.
48
Per la successione
di Ciampa Angela fu Giosofatto
È stato dichiarato
1°)
Casa in via Ariella agro di Platì
2°)
Mettà casa in via Chiesa
3°)
Piccolo vano in via fiume
4°) Mettà fondarello in contrada Panaciari
5°)
Casa in via Argine
Certifica
altresì che agli effetti delle tasse è stato dichiarato che
L’eredità del
suddetto Ciampa Angela
È devoluta al marito la mobilia e la casa al N. 2 con
l’usufrutto sugli
Altri
beni. Gli altri beni di cui al N. 1 – 3 – 4 e 5
Vanno
divisi in parti uguali fra i germani Ciampa Giuseppa, Antonio e Rocco, i nipoti
Violi Rosario, Ciampa Rosario e Giosofatto e Ciampa Giosofatto e Domenico
In forza di
testamento 27 – 9 – 1916 oppure per
disposto di legge.
Certifica inoltre
che la relativa tassa in L. 39,40
è
stata pagata con
bolletta mod . 72-A
In data 10 – 7 – 1924 n. 38
…
Quella di Angela Ciampa - nata Mariangela il 3 novembre 1839 da Giosofatto, muratore e Mittiga Gregoria è una piccola saga che avrà termine a breve sui vostri schermi. Angela sposò Domenicoanttonio Mittiga di Francesco il 23 novembre 1868.
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