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mercoledì 3 maggio 2017

Acque del Sud - 1972. Il Ritorno del Ciancio



29 dicembre 1972
Oggetto: Argini sul torrente Ciancio in agro di Platì: ESPOSTO
AL G E N I O  C I V I L E
ufficio di REGGIO CALABRIA
Le recenti abbondanti piogge che si sono abbattuta con violenza nei giorni 23 e 24 corr. sulla zona di Platì, causando danni e pericolo d'inondazione del centro abitato, hanno risollevato uno dei tanti problemi finora insoluti, che, però, riguarda in modo particolare cd. spett. Ufficio.
In seguito alle alluvioni dei 1951 e '53 furono eretti argini di contenimento e di difesa di questo centro abitato, con opere connesse, su ambedue le sponde del torrente Ciancio, che l'attraversa.
Con l’occasione delle recenti piogge si son potuti constatare i benefici di dette opere, ma sono risultate altresì evidenti le deficienze ed il bisogno di completamento delle medesime.
Detti argini, infatti, a valle del ponte di Platì sul Ciancio furono protratti ininterrottamente su ambedue le sponde fino alla confluenza col torrente Sanello, mentre a monte essi, inspiegabilmente, furono eretti soltanto su un breve tratto della sponda destra e furono addirittura ignorati, sulla sinistra, nel tratto dalle prime abitazioni del rione Ariella a venir giù fino al contrafforte roccioso che fa da spalliera a tutto l'abitato.
Proprio in tali tratti si seno verificati in questi giorni gravi danni e pericoli di frane e di inondazione dell'abitato.
E' accaduto, infatti, che il letto del torrente, sollevato dai detriti convogliati dalla acqua piovana, si è portato a livello della strada che raggiunge il rione predetto e da tale sbocco le acque avrebbero avuto ragione su un notevole tronco dell'abitato, se la popolazione, avvertita in tempo il pericolo, non fosse corsa ai ripari.
Su quel tratto, poi, che è il limite della contrada “Rocca”, le acque del torrente hanno continuato indisturbate la loro opera di erosione iniziata nel 1951, causando notevoli cedimenti del terreno soprastante e creando il pericolo che UNA FRANA DI COLOSSALI PROPORZIONI POSSA OCCLUDERE IL FLUSSO DELLE ACQUE, DIROTTANDOLE SU TUTTO L' ABITATO, il che sarebbe causa della sua inondazione e quasi totale distruzione.
Lo scrivente, che è proprietario (per sé e per la sorella Gliozzi Iolanda, di cui è procuratore) di un piccolo appezzamento di terreno in tale zona, ha in mano un decreto del Prefetto di Reggio Calabria (n.38/5 - div. 4 - del 31 genn.1962), con cui si autorizza, in favore del Consorzio di Bonifica del versante calabro ionico meridionale, l’occupazione temporanea di detto suolo per lavori di conservazione del suolo nel bacino del Careri, lavori che mai, però furono eseguiti.
Né ha avuto la possibilità di incontrare il Funzionario inviato con apprezzata sollecitudine da cd. Ufficio in questa recente occasione, onde pregarlo di prendere in considerazione quanto ora si espone.
Il sottoscritto, pertanto, prega dì voler provvedere ad un nuovo sopralluogo e chiede di essere sentito al più presto da cd. Ufficio nel riesame che, insieme con tutti gli altri cittadini interessati, si vorrà fare dalla situazione, per l'adozione degli opportuni improrogabili provvedimenti.
Per quanto lo interessa personalmente; CHIEDE che VENGA OGGETTIVAMENTE ESAMINATA LA NECESSITA' DI COMPLETARE L’ARGINE SINISTRO DEL TORRENTE CIANCIO IN CORRIPONDENZA DELLA CONTRADA "ROCCA" in AGRO DI PLATI'.
Con osservanza.                                         Gliozzi Francesco


martedì 2 maggio 2017

Acque del Sud (reg. Howard Hawks - 1944)


    A Platì si beve l’acqua piovana
    e le salme al Camposanto invocano riposo
  La Madonna portata in processione sotto la pioggia

Si trovano attualmente a Reggio amorosamente assistite dalle autorità e da enti locali numerose persone scampate in circostanze drammatiche alle conseguenze delle alluvioni e degli straripamenti.  Si tratta di vecchi, di donne e di innocenti bimbi terrorizzati, di gente esasperata che ha perduto la propria terra lavorata con sudore, la casa e ogni altro suo avere. Una delle povere donne incontrata ieri mentre ritornava dalla prefettura dove si era recata per invocare assistenza ci ha raccontato che il suo paese, Platì, un tempo rigoglioso in mezzo a frutteti, a vigneti e secolari oliveti ormai altro non e che un gruppo di case al centro di una desolante piaga. – “Mio padre è morto travolto dalle acque - ci ha detto -  e ancora non è stato possibile recuperarne la salma. Il paese è rimasto completamente senza acqua ed é tuttora sotto la minaccia di nuove frane; le piante superstiti non reggono più in piedi perché il terreno è divenuto un pantano e il cimitero è scomparso. Le bare sono state frantumate e le ossa disperse ovunque come fosse giunto il giorno del giudizio universale. Mio marito è rimasto lassù per tentare di ritrovare qualche cosa delle nostre masserizie fra le macerie della casa che ci'é crollata e son quindici giorni che abbiamo questi abiti addosso, di giorno e di notte. Un solo molino dei tre che esistevano, è rimasto a Platì e la gente è costretta a bere l’acqua piovana mentre in ogni casa ricca o povera v’è desolazione e terrore.  Nelle giornate terribili del nubifragio abbiamo fatto uscire la Madonna del SS. Rosario e l’abbiamo trasportata in processione sotto la pioggia”.
Un altro superstite, un contadino, ha voluto richiamare la nostra attenzione su quel che succede attualmente presso il torrente Bonamico dove non mancano i soliti individui pronti a sfruttare, nel loro interesse le sventure degli altri. Costoro sostano ai margini del torrente in piena e pretendono almeno cinquecento lire a persona per effettuare il guado a bordo di carri con buoi e di carretti da muli o da somari. A chi si lamenta per tal prezzo rispondono che è un rischio al quale si sottopongono poiché potrebbero essere travolti dalle acque e rimanere affogati; come se un simile rischio sia solo ad essi riservato.
La segnalazione va, comunque, diretta al prefetto perché disponga tempestivamente la cessazione di simili canagliate proponendo agli organi competenti almeno la costruzione di una passerella pedonale.
Alle 14,21 di ieri la RAI ha trasmesso per il “Gazzettino del Mezzogiorno” l’inchiesta effettuata dal suo inviato speciale Federici sui problemi e le esigenze della Calabria alluvionata. Si sono alternati al microfono don Giovanni Stilo parroco di Africo, l’ing. Giuseppe Cadile capo ufficio tecnico dell’amministrazione provinciale, il marchese dr. Domenico Genoese Zerbi membro della Giunta della confederazione nazionale degli agricoltori e presidente dell’associazione provinciale e il prof. Ugo Tropea presidente della deputazione provinciale.
NOTIZIARIO DI MESSINA Domenica 28 ottobre 1951


Elenco delle vittime delle recenti alluvioni

Platì – Marando Giuseppe di Rosario; Marando Rosario di Domenico; Marando Domenico di Rosario; Portolesi Catrerina fu Pasquale; Sergi Michele di Pasquale; Lentini Michele di Rosario; Lentini Paolo di Nicola; Lentini Maria di Rosario; Lentini Domenico Antonio di Rosario; Sergi Rosario fu Domenico; Carbone Caterina fu Rocco; Sergi Natale di Rosario; Sergi Saverio di Rosario; Sergi Michele fu Francesco; Sergi Giuseppe Rosario fu Michele.
NOTIZIARIO DI MESSINA Domenica 8 novembre 1951


Orribile morte di un lavoratore a Platì

A Platì il bracciante Antonio Schimizzi di Francesco, di anni 51, addetto ai lavori di sgombero delle macerie provocate dalle recenti alluvioni, mentre trasportava del materiale con un carrello cadeva e nel tentativo di frenare il carrello stesso è rimasto schiacciato contro un muro trovando orribile morte.

NOTIZIARIO DI MESSINA Domenica 29 novembre 1951




ECCEZIONALE A ROMA
Stravinky dirigerà un concerto
In favore della Calabria martoriata dalle alluvioni
Reggio Calabria 13
Il famoso maestro russo Igor Stravinky, che come si sa rifiuta da tempo dirigere concerti nelle maggiori capitali del mondo, ha aderito all’appello rivoltogli da presidente dell’associazione fra calabresi di Roma e dirigerà il concerto che sarà svolto al teatro Argentina in favore delle famiglie calabresi alluvionate.
L’orchestra sarà quella di Santa Cecilia.

NOTIZIARIO DI MESSINA Domenica 14 novembre 1951



giovedì 27 aprile 2017

Amore immortale (reg. Keisuke Kinoshita - 1961)

Le immagini mediano le assenze e ne costituiscono traccia: portano, … in uno stadio immediatamente susseguente e conseguente, informazioni sullo stato dell’assente e sulla natura dell’assenza, costituiscono tramite per la comunicazione tra poli divaricati lungo gli assi sincronico e diacronico.
Francesco Faeta, Le figure inquiete tre saggi sull’immaginario folklorico, Franco Angeli, 1989

Agostino Antonio
06 maggio 1997 – 03 marzo 1917

L’amore che ci hai dato,
vive nel nostro cuore …
Vogliamo pensare che ancora ci ascolti
e come allora ci sorridi …
Eri il nostro orgoglio sulla terra …
Adesso sei il nostro Angelo in cielo

A mare (reg. Martina Amati - 2010)


Mare di Pizzo

Una vela passò gonfia di vento
Per il placido mare di turchino …
Con nel core le spine del tormento
La guardò, da’ graticci, Re Gioacchino

Pensò il re che se il vecchio suo ardimento
Riavesse l’ale, che tarpò il destino
In quella vela, in mare, il sogno spento
Rilucerebbe in fiamma di rubino.

Ma com’ala di sogno quella vela
rapida dileguò lieve su l’onda
e nell’anima il re di gloria anela

sentì la sua tristezza più profonda.
Il dì appresso la vela, al suo tornare,
vide il re spento e l’onda rosseggiare.

Giacomo  Tassoni  Oliva

scritta in treno  il 16 – 3 – 1928 

mercoledì 26 aprile 2017

Ricorda il mio nome

-Catanzariti Francesco (5.3.1922/37-26)di Giuseppe paja e di Creazzo Francesca.
-Pangallo Domenica(13.7.1922/61-74) di Bruno zoru e di Sergi Elisabetta.
-Violi Domenico(29.10.1922/75-103) di Antonio cocciularu e di Barbaro Marianna.
-Violi Caterina(29.10.1922/76-104) di Domenico e Vilardi Maria, cocciularu
-Marando Antonio(12.11.1922/77.107) di Rocco e Taliano Maria, pistola.
-Portolesi Natale((20.12.1922/87-127) di Domenico e Marando Dom.ca lucìu.
-Barbaro Natalina(31.12.1922/89-130) di Pasq. e Oliva Maria, micciunarda.
-Trimboli Francesco(18.2.1923/96-15) di Francesco e Barbaro Maria furnara.
-Sergi Antonio(11.3.1923/101-24) di Michele cajhò e Schimizzi Rosa.
                          (cajhò: come jhuri=fiore)
-Pangallo Giuseppe(3.6.1923/120-63) di Bruno zoru e Taliano Teresa caravanu.
-Portolesi Domenico(28./.1923/132-86) di Giuseppe lucìu e Lentini Giuseppa cavolotto.
-Catanzariti Teresa(9.9.1923/136-95) di Giuseppe marru e Zirilli Marianna.
-Catanzariti Emilia(9.9.1923/137-97) di Giuseppe paja e Creazzo Caterina.
-Marando Maria(9.9.1923/138-98) di Rocco pistola e Romeo Caterina cecalupi.
-Musitano Assunta(23.9.1923/139-100) di Domenico turripirara e Romeo Francesca.
-Tropeano Francesco(30.9.1923/142-107) di Antonio nasuni e Romeo Maria cecalupi.
-Trimboli Pasquale(17.10.1923/146-115) di Domenico vajana e Pelle Mariantonia.
-Catanzariti Saverio(22.11.1923/153-29) di Domenico mussubeju e di Trimboli Carmela.
-Schimizzi Antonio Domenico(1.12.-1923/155-133) di Rocco e di Iermanò Elisabetta verso.
-Marando Rocco(2.12.1923/156-134) di Natale pistola e di Carbobe Caterina.
-Crea Maria Concetta Natalina(30.12.1923/158-138) di Giuseppe e di Barbaro Elisabetta di Dom. buggeja
-Ciampa Maria(14.1.1924/162-9) di N. e Ciampa Rachele rocchici.
-Trimboli Antonio Loreto(20.1.1924/165-15) di Rosario parlinu e Miceli Francesca.
-Lentini Francesca(20.1.1924/167-18) di Giuseppe ninò e Mittiga Angela.
-Catanzariti Francesco(23.3.1924/177-39) di Pasquale ciccillo e Riganò Maria
-Mittiga Francesco (190-65) di Saverio savarè, vir Gliozzi Maria di Michele.
-Musolino Maria(9.7.1924/191-66) di Vincenzo parlaparla eTreccase Elisabetta portina (o postina?).
-Mittiga Gaetano(31.8.1924/200-83) di Rosario cinnarella e Stancati Serafina.
-Catanzariti Angiola(22.9.1924/203-90) di Giuseppe paja e Creazzo Caterina.
-Calabria Antonio(2.11.1924/210-105) di Pasquale e Sergi Elisabetta tri.
-Pangallo Antonio(25.12.1924/216-117) di Bruno zoru e Taliano Teresa caravano.
-Marando Francesca(21.5.1925/254-68) di Rocco pistola e Taliano Maria caravano.
-Marando Caterina(21.5.1925/254-68) di Rocco pistola e Taliano Maria caravano.
-Catanzariti Teresa(15.7.1925/261-82) di Rocco marro e Spagnolo Maria.
-Catanzariti Pasquale(16.8.1925/267-95) di Domenico bomba e Catanzariti Anna.
-Mittiga Antonio(24.8.1925/270-101) di Francesco cinnarella e Trimboli Maria.
-Pangallo Maria Rosa(20.9.1925/272-104) di Domenico batazzino e Pangallo Rosa muzzo.
-Zappia Giuseppe(1.10.1925/272-105) di Antonio batitonno e Portolesi Francesca lucìo.
-TrimboliFrancesco(25.10.1925/281-122) di Francesco judici e Zappia Giuseppa.
-Trimboli Anna(5.11.1925/283-126) di Domenico vajana e Pelle Mariantonia.
-Paangallo Maria(9.12.1925/289-138) di Giuseppe gagghutu e Catanzariti Anna.
  (gghu: come agghu=aglio)
-Barbaro Bruno(20.1.1926/306-28) di Francesco midoci e Zappia Maria.
-Barbaro Rosario(28.3.1926/317-49) di Pasquale pilleri e Stalteri Pasqualina.
-Sergi Anna(20.6.1926/326-67) di Michele cajhò e Schimizzi Rosa.
-Marando Natale(11.7.1926/327-70) di Giuseppe pistola e Catanzariti Rosa.
-Marando Pasquale(28.8.1926/332-79) di Rocco e Romeo Caterina cecalupi.
-Trimboli Rosario(17.10.1926/337-90) di Giuseppe parlino e Catanz. M. Rosa.
-Perre Francesco(29.12.19826/349-113) di Ant. santollino e Catanz.Gius.ppa.
-Lentini Pasquale(6.1.1927/352-6) di Giuseppe ninò e Mittiga Angela.
-Marando Francesca(13.3.1927/368-38) di Rocco pistola e Taliano Maria.
-Barbaro Rocco(31.3.1927/379-42) di Pasquale pilleri e Stalteri Pasqualina.
-Barbaro Elisabetta(15.5.1927/376-54) di Pasquale zumpano e Romeo Cater.
-Catanzariti Domenica(28.5.1927/377-56) di Rosario grugnafocu e Barb.M.a
-Catanzariti Rocco(5.6.1927/384-69) di Giuseppe carrà e Larosa Palma Rosa.

Questi alias (qualcuno ripetuto) vennero estratti dallo zio Ernesto il giovane dal Libro dei Battezzati vol. XV.

domenica 23 aprile 2017

Grandi speranze (reg. David Lean - 1946)


    IMPRESSIONI  E  RICORDI     
   (scritto  di una  ragazza  platiese)

       Quel 7 agosto 1993 è stato un giorno memorabile, non solo per me, ma per tutti i platiesi.
       La giornata era calda ed afosa, il cielo turchino e trasparente; ovunque si respirava aria di festa.   Platì sembrava rinata: in ogni vicolo, in ogni quartiere la gente parlava  animata del grande evento; le vecchierelle  sedute sulla porta di casa, ricordando antiche storie, si domandavano in qual anno mai fosse  avvenuto un evento simile; nel volto di vecchi, giovani e bambini c' era trepidazione ed attesa.
       Finalmente, ecco arrivata l'ora della cerimonia dell' incoronazione:  numerosi gruppi di persone si dirigono verso la chiesa, richiamate dal festoso suono delle campane e dalla devozione.
      E' iniziata la santa Messa, celebrata , sul sagrato della chiesa matrice, da S. E. Mons. Domenico Crusco, Vescovo della vicina Diocesi di Oppido-Palmi; dai gradini si scorge una marea di gente, raccolta nella piazza  antistante e nelle vie  adiacenti.
       Dopo la lettura del Vangelo, il coro inneggia canti a Maria, il Vescovo benedice le stupende corone offerte da tutti i platiesi e realizzate con grande maestria dal rinomato orafo calabrese Gerardo Sacco; nel volto di molte donne e uomini c' è grande commozione, tutta la gente sussulta quando sul capo della Vergine e del Bambino vengono poste le corone. Tutti pregano, chiedono grazie; io prego perché le cose cambino in bene per tutti, che per noi giovani ci sia un futuro, che in ogni casa ritorni la pace, che a Platì rinasca la speranza.
       Finita la cerimonia, l' immagine di Maria viene portata trionfalmente in processione;  guardandola con devozione, non potei fare a meno di pregare: "Cara Maria, dolcissima Madre del mondo, oggi ho visto la tua potenza innalzarsi davanti ai miei occhi stupiti, ed  ho capito che anche il più grande e potente uomo della terra  è  niente in confronto a te; ogni minuto, momento ed ora di questo giorno sarà sempre davanti ai miei occhi, vivrà sempre nei miei pensieri e illuminerà le mie giornate future; il tuo viso dolcissimo mi ricorderà che qualunque meta raggiungerò nella vita sarà niente, se non ci sarà il tuo aiuto, la tua protezione e la tua guida". 

Nota:
Con questo testo straight to heaven si conclude questo documentario sul restauro e l'incoronazione
della Vergine che chi assiste a qualsiasi celebrazione non può fare a meno di carpirne lo sguardo. Da quel 7 agosto di quasi venticinque anni or sono non si è più mossa dalla sua collocazione di sempre.  A questo punto mi prendo il compito di chiedere  un pronto atto d'amore verso quell'effige, ormai storica, e verso quelle opere d'arte che sono poste sul capo di Donna e Bambino. L'atto d'amore lo chiedo all'attuale vicario pastorale come al primo cittadino, a quest'ultimo il testo di sopra gli è molto vicino: Per favore interessatevi di erigere all’entrata del paese e sul sagrato della chiesa un indicazione che ricordi almeno agli emigranti queste opere destinate a chi verrà dopo, e dopo ancora, di noi. 

venerdì 21 aprile 2017

Orizzonti di gloria - La Festa

Il giorno 7 agosto 1993, vigilia della festa Patronale di Maria S.S.ma di Loreto si è solennemente celebrata l'incoronazione della statua; avendo previsto il grande afflusso di fedeli che poi effettivamente si è verificato per la circostanza, si è allestito un palco sul sagrato della chiesa.
Erano presenti alla cerimonia, presieduta da S.E. Mons. Domenico Crusco, Vescovo della vicina Diocesi di Oppido - Palmi, i seguenti sacerdoti: Mons. Vincenzo Nadile, Amministratore diocesano di Locri - Gerace, p. Stefano De Fiores, monfortano, p. Roberto Timpani o.f.m., arc. Giosofatto Trimboli, superiore del Santuario di Polsi, D. Antonio Sculli, arciprete di Natile, D. Giuseppe Strangio, arciprete di S. Luca, D. Ernesto Gliozzi, Vicario parrocchiale di Platì, p. Ambrogio Gandolfi, monfortano, coadiutore nella medesima parrocchia, tutti concelebranti.
Erano inoltre presenti sul palco il comandante della stazione circondariale dei Carabinieri di Locri, con un discreto numero di carabinieri, di cui due in alta uniforme, il Sindaco di Platì dott. Francesco Mittiga con una numerosa rappresentanza del Consiglio comunale, il dott. Antonio Delfino scrittore  e giornalista  e l'orafo prof. Gerardo Sacco, il quale, per essere presente alla cerimonia, aveva rinviato altri impegni, e che,  per la circostanza, in segno di gratitudine,  era stato insignito della cittadinanza onoraria di Platì.
La liturgia è stata celebrata col Rito proprio per l'Incoronazione dell'Immagine della Beata Vergine Maria. Dopo la lettura del Vangelo, con grande attenzione i presenti ascoltarono l'omelia in cui il presule illustrava la funzione materna e regale della Madonna, nel mistero della Chiesa ed in relazione alle esigenze dell'attuale ambiente sociale.
L' esultanza dell'immensa folla che occupava tutta la piazza antistante, fino a corso Umberto I°, a corso S. Nicola, i balconi e le terrazze prospicienti, arrivò al culmine quando, fra lo scroscio degli applausi e la melodia dei canti, il Vescovo celebrante benedisse e posò le corone, prima sul capo del Bambino e poi sul capo della celeste Madre; lo stesso Gerardo Sacco poi aiutò a sistemarle e fissarle ai perni adatti.
Con grande devozione e attenta partecipazione tutto il popolo e le Autorità seguivano le preghiere della Messa, al termine della quale p. Stefano De Fiores, non avendo avuto il tempo di leggerlo, ci lasciò perché fosse illustrato ai fedeli un suo studio sul raffronto iconografico tra la nostra statua, la statua venerata nel santuario di Loreto, la statua della Madonna della Lettera di Messina ed una icona conservata nel Santuario della Madonna della Montagna di Polsi, in Aspromonte.
Seguì la processione per tutte le principali vie, da un capo all' altro del paese, accompagnata dai canti e le preghiere dei partecipanti e il suono del concerto bandistico della città di Stilo (RC).  Rientrata in chiesa, la venerata immagine venne collocata nella sua nicchia, sopra l'altare maggiore.
E' tradizione che questa statua  non  sia  mai rimossa dal suo posto ( tranne il caso di  ragionevole ed  estrema necessità ) e tale tradizione verrà rispettata nei tempi a venire.
E quella venerata Immagine di Maria che ascolta con grande attenzione ed esaudisce con cuore materno le nostra invocazioni, possa veramente farci crescere nell'amore e nella devozione verso di Lei, che, come tutti abbiamo potuto sperimentare nelle varie circostanze della nostra vita, ci ha dimostrato la sua efficace protezione: Tale speranza consegniamo ai fedeli, invitandoli a ripetere sovente l'antica invocazione che dice:
      " Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio;
         non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,
         e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta."
          (dalla Liturgia delle Ore)

FINE
sac. Ernesto Gliozzi

giovedì 20 aprile 2017

Orizzonti di gloria - Fede e Devozione

Era la vigilia della domenica delle Palme; in quel giorno si dimostrò ancora una volta la fede e la devozione alla Madonna di questa popolazione, accorsa in massa per la quasi totalità ad accoglierla sotto l' infuriare di una tempesta mai vista, tanto che nel primo punto di appoggio, dove la statua fu tolta dal furgone per essere portata in processione, fu necessario ricoprirla con un velo di plastica trasparente: ivi accorsero alcune decine di persone tra le più entusiaste; la massa della popolazione era in attesa in contrada "pirare", all'inizio dell' abitato: nessuno si tirò indietro e tra l' osannare dei canti e delle grida di evviva, fu portata in processione fino alla Chiesa Matrice. In quel momento la tempesta cessò.

Era presente al rito di accoglienza in Chiesa padre Stefano De Fiores, sopra citato, il quale, tessendo con la sua impareggiabile maestria l' elogio della Madonna, ce la additò come Colei che dal cielo ascolta con grande attenzione le nostre preghiere e ci mostra Gesù come Via, Verità e Vita.

Ma l'entusiasmo dei fedeli non era stato da meno quando, lanciata l'idea del restauro, si fece appello alla loro generosità per sostenerne le spese necessarie: nessuna famiglia è assente nell' elenco degli offerenti, tutti hanno contribuito secondo le loro possibilità, non solo con le offerte in denaro, ma anche con l'oro, che è stato raccolto in quantità quasi sufficiente per la realizzazione delle corone.

Il comitato per la raccolta, presieduto dal Vicario parrocchiale, era formato dalle seguenti persone, che hanno lavorato col massimo impegno ed a costo di grandi sacrifici : per il centro abitato: Lentini Giuseppe e moglie Marando Rosina; Agresta Rosina in Barbaro, Calabria Marietta e marito Catanzariti Francesco; Pangallo Rita in Sergi; Schimizzi Francesco; le sorelle Marando Elisa in Papalia, Anna Maria in Musitano e Marianna in Carbone; per la contrada Lacchi: Oliva Francesca in Pangallo; per la contrada Bosco e Senoli: Zappia Melina in Zappia; per la contrada Marando: Portolesi Giuseppina in Barbaro.

In seguito al restauro si è pensato alle corone che dovevano adornare il capo della Madonna e del Bambino che tiene sulla mano sinistra e addita con la destra. Le corone di cui era corredata la statua prima del restauro erano in lamiera di ottone quella della Madonna e in argento quella del Bambino e molto differenti tra loro nello stile: mentre quella del Bambino era graziosa e di stile settecentesco, molto simile a quello di altri arredi conservati nella chiesa matrice, specie all' ostensorio, in argento, quella della Madonna era alquanto rozza , molto grande di diametro (per cui calava troppo giù sulla fronte) ed ornata di pietre di nessun valore: era necessario creare delle corone in oro, per mano di persona esperta nella materia. Dopo aver consultato alcuni artisti della zona molto esigenti sui prezzi, tramite il dott. Antonio Delfino, nativo di Platì, ci si è rivolti all' orafo calabrese Gerardo Sacco, residente in Crotone, artista molto stimato in campo internazionale, il quale, nonostante la mole di lavori in cantiere, ci è venuto incontro con molta simpatia e riguardo, chiedendo per il lavoro prezzi molto contenuti ( per cui gli esprimemmo la nostra viva riconoscenza ) e scontando l' oro raccolto tra i fedeli, ai prezzi correnti in borsa.

Per i fondi occorrenti, il Parroco ed i collaboratori lanciarono il seguente

INDIRIZZO A TUTTI I PLATIESI RESIDENTI IN PLATI' E NEL MONDO

Il restauro dell'antica e venerata immagine di Maria, dinanzi alla quale si prostrarono i nostri padri nei primi secoli della storia del nostro paese, è un' idea che la Madonna ci ha ispirato e che tutti abbiamo voluto.
E sotto la spinta della fede e dell'entusiasmo, non abbiamo fatto calcoli sulla spesa da affrontare, purché essa costituisse per noi un tesoro di fede e di arte.
Ci siamo rivolti alle persone più competenti: per il restauro l'abbiamo affidata ad artisti restauratori di Firenze, per la corona abbiamo interpellato l'orafo che in questi tempi riscuote i maggiori consensi in Italia e nel mondo: il calabrese GERARDO SACCO, il quale, trattandosi di una corona per la Madonna (in realtà sono due, una per la Madonna e una per il Bambino), ci ha favorito al massimo per la progettazione e per l'esecuzione.
Ma oltre all'oro occorrente, che finora voi tutti avete offerto con encomiabile generosità, bisogna ornarla di gemme preziose vere ed autentiche e quindi di elevato valore.
Le somme che finora abbiamo raccolto le abbiamo impegnato quasi totalmente per il restauro: ci restano da pagare le spese soprattutto per le pietre preziose.
Facciamo appello ancora una volta alla vostra generosità, al vostro entusiasmo, alla vostra devozione.
DOBBIAMO FARCELA ! SIAMO SICURI CHE CE LA FAREMO, con l'aiuto della Madonna (che con segni evidenti ha dimostrato il suo gradimento) e con la collaborazione di tutti voi, vicini e lontani.
Perché cresca sempre più la nostra devozione a Maria. Perché la nostra chiesa abbia un tesoro a cui si possano applicare le parole: "Le poni sul capo una corona di oro fino!"(sal.20).
La Madonna ci benedica tutti!

IL PARROCO - I COLLABORATORI

Le corone sono di stile classico, ornate di simboli rispondenti alla nostra economia: ramoscelli di ulivo e spighe di grano, ed arricchite di perle e di pietre preziose naturali; sulle croci spiccano numerosi brillantini, e su quella della Madonna, al centro nella faccia posteriore un brillante offerto dall' orafo Sacco e nella parte anteriore un brillante che con grande devozione la sig.ra Zappia Elisa ved. Messineo ha offerto, facendolo estrarre dal suo anello nuziale.

                                                                                              (continua)

mercoledì 19 aprile 2017

Orizzonti di gloria - Un'opera eseguita nel secolo XVI°

Da un esame preliminare della scultura, avvalorato dal giudizio del restauratore, si rileva che si tratta di un'opera eseguita nel secolo XVI° (anni tra il 1500 e il 1600) d.C. Il restauratore nella sua relazione finale dice: "Si tratta di una scultura del 16° sec. d.C. di scuola strettamente meridionale". Possiamo quindi a ragione pensare che i nostri primi padri, quando già si configurava una certa comunità già stabilizzata in questo luogo (le prime abitazioni del paese risalgono al 1506 d.C.), sentirono il bisogno di erigere un luogo di culto, di dare alla comunità un cappellano o parroco, che fosse, e di eleggere un celeste Patrono, ponendo nel luogo di culto una sua Immagine. Non abbiamo documenti sull'epoca in cui fu dato alla Parrocchia il titolo di "S. Maria di Loreto", né sappiamo che l'immagine raffiguri la Madonna di Loreto. Vedremo in seguito su quest'argomento il parere di p. Stefano De Fiores, esperto mariologo; fermiamoci per ora su questo concetto: la scultura di cui parliamo risale ai primi anni della fondazione di Platì.

La causa dei danni riportati dalla scultura è da ricercarsi nella sua struttura e nella situazione in cui era tenuta. La scultura, pur essendo costruita in legno, era rivestita di uno spesso strato di gesso (in certi punti alto due ed anche quattro centimetri); ed inoltre era conservata in ambiente in cui non potendo avere una sufficiente aerazione (nicchia chiusa sul davanti con lastra di vetro), il gesso cominciò pian pianino a sgretolarsi ed a cadere a brandelli, come mostrano le fotografie eseguite nella nostra chiesa prima di inviarla per il restauro. Inoltre, all' interno il legno era tutto corroso dai tarli, come si può notare dalle fotografie eseguite durante il restauro; la scultura era così intarlata, che viene da pensare persino che la data di origine debba essere di molto anteriore a quella attribuitale dal restauratore.

Prima che i lavori di restauro fossero iniziati, fu chiesto un preventivo sulla spesa che si prevedeva necessaria, e, visto che la spesa era affrontabile, si diede la via libera ai lavori.

Il restauro richiese alcuni mesi di lavoro e non fu eseguito dal solo restauratore sopra citato, ma questi si avvalse della collaborazione di altri restauratori fiorentini specializzati nelle varie branche: un intagliatore, un pittore, ecc...

Durante i lavori si è scoperto che in epoca risalente alla fine del 1700 d.C. ha avuto un restauro che ne aveva modificato alcuni tratti; ad esempio: ad una certa altezza del collo fu inserita una zeppa che ne piegava in basso lo sguardo; gli occhi dapprima di legno furono sostituiti da occhi di vetro, come si incominciava ad usare a quei tempi; il braccio sinistro del Bambino con la manina che sorregge il globo, fu piegato verso il basso , la veste della Madonna fu arricchita di decorazioni varie; ecc...

Ecco quanto scrive il restauratore in una relazione del 14 gennaio 1992:
" Le comunico i dati tecnici del restauro della scultura lignea raffigurante Madonna con Bambino appartenente alla sua parrocchia e da noi restaurata nei primi mesi del 1992. Spero che questo possa essere per lei cosa gradita da inserire come documento nell' archivio della parrocchia. Si tratta di una scultura del 16° secolo d.C. di scuola strettamente meridionale. Anche se alcune parti risultano scolpite in modo grossolano, nella totalità dell' opera si nota una mano artistica notevolmente felice. Alla fine del 1700 d.C. vi è stato un totale rifacimento, in parte dovuto ad un degrado dell' opera stessa, in parte dovuto ad esigenze di nuovi personaggi locali. In questo intervento è stata modificata addirittura l' impostazione estetica dell' opera, essendo stati eseguiti interventi tecnici poco felici.
Interventi di restauro eseguiti onde riportare l' opera allo stato originale: 1) spolpatura di tutte le parti in gesso e ritrovamento della struttura originale sottostante, sia come struttura scultorea sia come colori originali; 2) risanamento ligneo totale, mediante iniezioni ed immersioni in sostanze consolidanti; 3) restauro ligneo di grave evidenza (mani, collo, occhi, braccia, testa e volto del Bambino, manto, base, ecc...); 4) preparazione con sostanze idonee alla coloritura originale; 5) doratura con oro zecchino a foglia nelle parti perimetrali del manto; 6) trattamento protettivo finale
."

Così restaurata, l' immagine della Madonna fu riportata a Platì il giorno 11 aprile 1992.

                                                                                     (continua)

Nota:



Il professor Lorenzo Casamenti attualmente è direttore del dipartimento del restauro della Scuola Internazionale "Lorenzo de Medici" di Firenze.


martedì 18 aprile 2017

Orizzonti di gloria (reg. Stanley Kubrick - 1957)

 

UNA STORIA DA RICORDARE
 
(del sac. Ernesto Gliozzi. Vicario Parrocchiale)


Sul sagrato della Chiesa matrice, il giorno sette agosto 1993, vigilia della festa patronale, dinanzi a una moltitudine plaudente di fedeli, fra cui un folto numero di cittadini emigrati e di fedeli dei centri abitati della zona, qui convenuti per l' occasione, con l'intervento di S. Ecc. Mons. Domenico Crusco, vescovo della vicina diocesi di Oppido - Palmi (essendo vacante la sede vescovile della diocesi di Locri - Gerace, per l' elezione di Mons. Antonio Ciliberti alla sede arcivescovile di Matera - Irsina in Lucania), si è concluso l' ultimo atto di onore tributato alla Madonna raffigurata nella vetusta immagine venerata in questa parrocchia fin dai primi anni della fondazione del nostro paese.

Il primo atto aveva avuto inizio negli anni precedenti il 1991, quando si era constatato che quell' antica immagine, quasi dimenticata dai fedeli, mai esposta alla pubblica attenzione o venerazione, mai rimossa dalla sua nicchia, se non quando si era reso necessario spostarla per i lavori di ricostruzione della chiesa, intrapresi già verso la fine della seconda guerra mondiale e condotti a termine per l'interessamento dell'arciprete mons. Giuseppe Minniti, col concorso e l'aiuto di tutta la popolazione residente, dei concittadini emigrati nelle varie parti del mondo, e con i sussidi dello Stato, negli anni 60,cominciava a mostrare segni di deterioramento, con varie e gravi screpolature in tutto il suo insieme.

Ripensando alle circostanze e al modo con cui l' impresa del restauro sulla antica immagine è stata ideata e condotta a termine, possiamo affermare che essa è una cosa provvidenziale ed è stata voluta dalla Madonna, per invitare i fedeli di Platì ad una maggiore conoscenza della nostra Patrona e ad incrementarne la devozione, in tempi in cui questa cittadina aveva bisogno di mostrare al mondo una sua fisionomia, diversa da quella a cui l' aveva ridotta una campagna denigratoria, intrapresa da tutti i mezzi di comunicazione italiani ed esteri, con un accanimento veramente degno di miglior causa !

Se si tiene presente l'insegnamento del Vangelo, ove si dice che prima di iniziare un'impresa, bisogna fare i conti in tasca, per vedere se si hanno i mezzi per effettuarla, se si pensa ai mezzi di cui potevamo disporre, l' opera ha avuto un certo che di temerario; ma l' aiuto e l' intervento della Madre celeste ha superato ogni difficoltà e siamo arrivati serenamente alla conclusione dell' opera.

L' idea del restauro vagheggiava già da diversi anni nella mente del sacerdote incaricato della cura della parrocchia e di tanti fedeli a lui più vicini; verso la metà del 1991 i fedeli, sensibilizzati dalla parola del pastore e dal parere del Consiglio Pastorale parrocchiale, ritenevano ormai necessario ed urgente passare ai fatti, anche a costo dei sacrifici,soprattutto finanziari, che bisognava affrontare.

E innanzi tutto, a chi affidare i lavori?

Si presero informazioni sulle capacità degli artisti locali e si trovò che ve n'erano diversi di cui ci si poteva fidare; si pensò a centri di restauro in città che in tal campo godono di ottima stima: Napoli, Roma, Firenze... Ad unanimità si decise di rivolgersi a quest' ultima, che a buon diritto primeggia fra tutte.

Per interessamento della dottoressa Maria Paola Zappia, residente a Firenze per motivi di studio e di lavoro, si interpellò il restauratore d' arte prof. LORENZO CASAMENTI, il quale si dichiarò ben disposto ad eseguire il lavoro. Venne sul luogo, si rese conto di tutto ed il 29 dicembre 1991 si prese in consegna la statua, rilasciando il seguente attestato: "Platì 29/12/91 - Ricevo in data odierna dal Parroco di Platì don Ernesto Gliozzi una statua lignea raffigurante Madonna con Bambino, per essere restaurata. Tale restauro sarà effettuato con tutte le regole idonee al caso; la statua verrà restituita alla Parrocchia quanto prima. In fede. - Lorenzo Casamenti", e munendosi, per ovvii motivi di tranquillità nel viaggio di andata e ritorno, della seguente dichiarazione: "Parrocchia S. Maria di Loreto - Platì - Dichiaro io sottoscritto di consegnare in data odierna al sig. Lorenzo Casamenti una statua in legno raffigurante MADONNA CON BAMBINO, che ha bisogno di restauro e che lo stesso riconsegnerà a questa chiesa, restaurata, a lavori eseguiti, o nello stato in cui si trova, qualora il restauro non potesse aver corso. Platì, 29 dicembre 1991. p. Il Parroco sac. Ernesto Gliozzi".

                                                          (continua)