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mercoledì 27 gennaio 2021

Orizzonti senza fine [di Jean Dréville -1952]


QUELLE CLASSI A RISCHIO «FORMATIVO»

Chi come me vive ed opera nel contesto di Platì da ormai quindici anni sa bene quanto la scuola possa contribuire a creare le condizioni per orizzonti nuovi, diversi, ed affrancare le giovani generazioni da condizioni di vita non certamente adeguate alle loro aspettative.
Da più parti si sostiene che la qualificazione degli interventi formativi sul territorio necessitava di risorse umane aggiuntive oltre che finanziarie, per avvicinare le famiglie ad una scuola «diversa», dove l’impegno di tutti gli operatori scolastici che vi operano è straordinario ed encomiabile.
E anche una scuola che a livello amministrativo tutti ci invidiano per efficienza e la trasparenza nella gestione.
Qualcosa, in verità, incomincia a muoversi. Le famiglie si interessano maggiormente ai problemi scolastici, la scuola è vista come seria palestra di vita.
Il rapporto scuola-famiglia, rigenerato su basi nuove, ha invogliato ancora di più gli insegnanti, pur nelle difficoltà operative che innegabilmente esistono: non pochi bambini, passati attraverso la scuola materna ed elementare, non appaiono, spesso, del tutto scolarizzati.
Forse la continuità educativa che in passato è sempre mancata tra i vari ordini di scuola, canne di organo e non vasi comunicanti, ha fatto sì che venissero meno importanti momenti di scambio tra gli operatori ed hanno reso gli interventi più occasionali, meno mirati su progetti «individualizzanti» per gli alunni in difficolta.
Ma è questo il problema che si sta cercando di superare.
L'intervento del Provveditore agli Studi di Reggio Calabria appare nuovo e diverso rispetto al passato recente e non. Sono state assegnate alla scuola risorse aggiuntive ed ha consentito una maggiore flessibilità nell’orario per il forte numero di alunni che provengono dalle frazioni del Comune.
A questo va aggiunto lo sforzo progettuale della Regione Calabria con il finanziamento di progetti didattici finalizzati ad un «nuovo sistema formativo integrate» che consenta, nell’ottica pedagogica di «Educazione allo sviluppo» il coinvolgimento di tutte le forze impegnate sul territorio.
Dall’anno prossimo funzioneranno tre prime a tempo prolungato che dovrebbe estendere nel giro di qualche anno tale esperienza didattica alla totalità dell’utenza scolastica della Scuola Media di Platì.
Saranno comprati agli allievi delle prime, con i fondi regionali, i libri di testo e si potranno utilizzare nuovi sussidi didattici per far partire «laboratori didattici», pur nella scarsissima disponibilità di locali idonei.
Di certo, gli operatori scolastici di Platì, consapevoli di lavorare in scuole a «rischio formativo» chiedono con forza l’estensione di adeguati benefici economici e giuridici come per chi opera nelle piccole isole e nelle zone di confine (raddoppio del punteggio).
E una richiesta giusta che può essere accolta vincolando il personale in sede per un minimo di tre anni.
Tutta la comunità scolastica e in fermento positivo, si hanno risorse tali che è possibile tramutare tante idee nuove in azioni educative incisive e feconde.
Perché in fondo — diceva un filosofo inglese — «un’idea che non si tramuta in azione e sempre una cattiva idea».
La forza creativa dei ragazzi, la loro intelligenza, unita al dinamismo di chi nella scuola opera con abnegazione, è un segnale semplice, ma di sicuro leale, realistico e sincero.
E un segnale forte a cui vanno date risposte ben precise!
Emilia Paglia
Preside Scuola Media Statale «Perri» Platì (RC)
Testo e foto: Calabria – Anno XX – Nuova Serie - N. 83 - giugno 1992

 

 

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