QUELLE CLASSI A RISCHIO
«FORMATIVO»
Chi come me vive ed opera nel contesto di Platì da ormai
quindici anni sa bene quanto la scuola possa contribuire a creare le condizioni
per orizzonti nuovi, diversi, ed affrancare le giovani generazioni da condizioni
di vita non certamente adeguate alle loro aspettative.
Da più parti si sostiene che la qualificazione degli
interventi formativi sul territorio necessitava di risorse umane aggiuntive oltre
che finanziarie, per avvicinare le famiglie ad una scuola «diversa», dove l’impegno
di tutti gli operatori scolastici che vi operano è straordinario ed
encomiabile.
E anche una scuola che a livello amministrativo tutti ci
invidiano per efficienza e la trasparenza nella gestione.
Qualcosa, in verità, incomincia a muoversi. Le famiglie si interessano
maggiormente ai problemi scolastici, la scuola è vista come seria palestra di
vita.
Il rapporto scuola-famiglia, rigenerato su basi nuove, ha
invogliato ancora di più gli insegnanti, pur nelle difficoltà operative che
innegabilmente esistono: non pochi bambini, passati attraverso la scuola
materna ed elementare, non appaiono, spesso, del tutto scolarizzati.
Forse la continuità educativa che in passato è sempre
mancata tra i vari ordini di scuola, canne di organo e non vasi comunicanti, ha
fatto sì che venissero meno importanti momenti di scambio tra gli operatori ed
hanno reso gli interventi più occasionali, meno mirati su progetti «individualizzanti»
per gli alunni in difficolta.
Ma è questo il problema che si sta cercando di superare.
L'intervento del Provveditore agli Studi di Reggio Calabria
appare nuovo e diverso rispetto al passato recente e non. Sono state assegnate
alla scuola risorse aggiuntive ed ha consentito una maggiore flessibilità
nell’orario per il forte numero di alunni che provengono dalle frazioni del
Comune.
A questo va aggiunto lo sforzo progettuale della Regione
Calabria con il finanziamento di progetti didattici finalizzati ad un «nuovo
sistema formativo integrate» che consenta, nell’ottica pedagogica di «Educazione
allo sviluppo» il coinvolgimento di tutte le forze impegnate sul territorio.
Dall’anno prossimo funzioneranno tre prime a tempo
prolungato che dovrebbe estendere nel giro di qualche anno tale esperienza
didattica alla totalità dell’utenza scolastica della Scuola Media di Platì.
Saranno comprati agli allievi delle prime, con i fondi
regionali, i libri di testo e si potranno utilizzare nuovi sussidi didattici
per far partire «laboratori didattici», pur nella scarsissima disponibilità di
locali idonei.
Di certo, gli operatori scolastici di Platì, consapevoli di
lavorare in scuole a «rischio formativo» chiedono con forza l’estensione di
adeguati benefici economici e giuridici come per chi opera nelle piccole isole
e nelle zone di confine (raddoppio del punteggio).
E una richiesta giusta che può essere accolta vincolando il
personale in sede per un minimo di tre anni.
Tutta la comunità scolastica e in fermento positivo, si
hanno risorse tali che è possibile tramutare tante idee nuove in azioni
educative incisive e feconde.
Perché in fondo — diceva un filosofo inglese — «un’idea che
non si tramuta in azione e sempre una cattiva idea».
La forza creativa dei ragazzi, la loro intelligenza, unita
al dinamismo di chi nella scuola opera con abnegazione, è un segnale semplice,
ma di sicuro leale, realistico e sincero.
E un segnale forte a cui vanno date risposte ben precise!
Emilia Paglia
Preside Scuola Media
Statale «Perri» Platì (RC)
Testo e foto: Calabria – Anno
XX – Nuova Serie - N. 83 - giugno 1992
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