Platì 14 ottobre 1923
Luigi Gliozzi fu Francesco
QUELLE CLASSI A RISCHIO
«FORMATIVO»
15.01.1824 = Pascale Giuseppe (da Benestare) - Morabito mf Teresa
Il giorno del matrimonio
Giuseppe Pascale, di anni ventiquattro, si presentava davanti al sindaco
Domenico Oliva col solo consenso della madre Elisabetta Blefari essendo
Antonio, il padre, defunto. Da parte sua Teresa Murabito, diciannovenne, aveva
solo il consenso del padre Domenico perché la madre, Francesca Perri era
deceduta. La famiglia Murabito aveva casa nella strada S. Nicola. Le promesse
di matrimonio erano state affisse nelle case comunali di Platì, domenica nove
novembre 1823, e Benestare il sette novembre dello stesso anno. Davanti all’Uffiziale
dello Stato Civile erano presenti i Signori o Don: Fortunato Furore di anni
quaranta, Giuseppe Oliva di anni trenta, Francesco Mittiga di anni trenta; e il
sacerdote Giosofatto Furore di anni cinquanta. I signori Furore abitavano nella
Strada Vallone mentre l’Oliva nella strada S. Nicola e il Mittiga in Vico la
Chiesa. Davanti all’altare erano testimoni Filippo Caruso e Francesco Trimboli.
Bruno Sergi era un bovaro,
orfano dei genitori; di anni quarantatre abitava nella strada S. Pasquale.
Elisabetta Taliano di Giuseppe e Francesca Marrapodi di anni ne aveva ventidue –
era nata il 15 maggio del 1802. Anche il padre della sposa era di professione
bovaro. A firmare in chiesa furono Giuseppe e Pasquale Catanzariti, mentre al
Comune furono i civili Don Giuseppe
Gliozzi e Don Francesco Zappia, ambedue quarantenni; il cinquantenne massaro Francesco
Catanzariti e il trentenne vaticale Filippo Tripepi.
Agostino faceva il porcaro, aveva venticinque anni ed abitava con i genitori – Francesco, pecoraio, e Francesca Cutrì – in vico S. Pasquale. Giuseppa Violi, di anni diciannove, era figlia di Giovanni, setaiolo, e Pasqualina Cua. I Violi abitavano nella strada Vallone. Con Michele Oliva come Uffiziale dello Stato Civile firmarono anche: Pasquale Perri porcaro di anni trenta, il citato vaticale Filippo Tripepi, il bovaro Giovanni Irato, anch’egli trentenne, e Don Filippo Antico, usciere di anni quaranta, di Ardore.
Le firme in chiesa sono quelle di Antonio Zappia e Domenico MorabitoGiuseppe Alliva, classe 1798,
quel giorno davanti al Sindaco e Uffiziale dello Stato Civile Domenico Oliva di
anni ne aveva ventisei ed era figlio di Domenico e di Domenica Italiano. Gli Alliva
erano pecorari di professione ed abitavano in Vico Pietra di Angela. Anna Cutri
era orfana di Nunzio e Francesca Carbone, di anni ventidue abitava nella Strada
Chesiola. In chiesa i testimoni erano Don Francesco Gliozzi e Pasquale Zappia.
Al comune, dopo la lettura dei dritti ed obblighi degli sposi secondo le leggi
Civili e la promessa di celebrare il
Matrimonio innanzi alla Chiesa secondo le prescritte forme del sacro Concilio
di Trento, erano il solito Filippo Tripepi, i massari di bovi di anni
cinquanta Paolo e Francesco Iermanò, Pasquale Perri di anni trenta pecoraro, anche lui già incontrato.
Il brano di oggi è un testo con relativa melodia di Gino Paoli. Il Maestro, al suo solito, l'avvolgeva di fiori orchestrali.
- Zappia d. Filippo (Mo. 9.5.1860) filius doctoris phisici
d. Dominici (figlio del dottor fisico don Domenico).
Don Filippo era nato il 5 novembre del 1839 e sua madre era Donna Rachele Brancatisano.
Questa famiglia, per merito dell'Istorosofo Papalia, si è già incontrata qui:- Lobianco Elisabetta (Mo. 22.11.1861) ruris Joiosae(ell’agro
di Gioiosa).
La signora Elisabetta
Lobianco proveniva da Gioiosa; il 6 febbraio 1855, all’età di diciotto anni partorì, da padre ignoto, un maschietto di nome Rosario, a presentarlo in
municipio fu la levatrice Francesca Porzio. Quando morì aveva appena
ventiquattro anni.
- Procopio Francesco Ant. (Mo.25.2.1861) di Vincenzo. e di
Naimo Elisabetta. Da Bianco, vir Annae Sergi, ruit ex arbore (marito di Anna
Sergi precipitò da un albero).
Procopio Francesco Antonio sposò Sergi Anna di Domenico e Rosa Trimboli il 24 giugno 1842 alla presenza di don Saverio Fera e don Carmelo Zappia. Francesco Antonio aveva ventidue anni ed Anna venti.
- Iermanò Caterina (Mo.19.7.1861) di Dom. uxor di Carbone
Francesco affecta hydropico morbo.
Il sei maggio 1850 in
chiesa, la signora Caterina Iermanò di Domenico ed Elisabetta Treccasi all’età
di anni venti aveva sposato Francesco Carbone di Rosario ed Elisabetta Staltari, che di anni ne aveva ventiquattro. Testimoni erano Giuseppe Strangio e Rosario
Bartone. L’atto in municipio fu firmato da don Raffaele Lentini sindaco.
- Papalia Nicola (Mo.7.8.1861) ruris S. Euphemiae, figlio di
Vincenzo, a latronibus ad hortus loco dicto Sava, spoliatus et occisus fuit
(dell’agro di Santa Eufemia, in località detta Sava fu dai ladroni spogliato e
ucciso).
- Macrì Domenico (M0.28.8.1861) vir di Femia Caterina, ruris
Aneanae (dell’agro di Agnana)
Il signor Domenico
Macrì e la sua sposa signora Femia Caterina provenivano da Agnana (RC). Il giorno
del suo decesso Domenico – ortolano - aveva trenta tre anni.
- Sansalone Giuseppe (Mo.25.9.1861) urbis Rhegii (o di
Gerace?) di Antonio, miles (forse caduto
nel conflitto avvenuto a Platì, tra i Borboni e i soldati piemontesi, mentre
faceva la sentinella sul campanile della chiesa matrice, stando rannicchiato in
una campana, in un momento che si calò giù).
- Carbone Domenico (Mo.25.9.1861) alias cucinata, di Francesco e Staltari Elisabetta (forse fucilato dai soldati piemontesi, in un conflitto avvenuto a Platì
con le forze Borboniche, in località detta "costa d' u sparàtu).
- Cuscunà Michele (Mo.30.3.1861) da Gerace - marito di Violi
Caterina.
Il muratore Michele Cuscunà di Domenico e De Leo Fortunata, sposò Caterina Violi di Giuseppe e Ciampa Elisabetta, in chiesa, il 29 agosto del 1838 presenti Rosario Bartone e Diego Pangallo. Due giorni prima erano davanti a Giosofatto Furore per il rito civile e con loro c’erano il barbiere Domenico Perri, il bovaro Pasquale Treccasi, il macellaio Giuseppe Zappia e il bracciale Rosario Perri. L’atto civile fu firmato solo dal padre dello sposo che sebbene calzolaio in Gerace sapeva leggere e scrivere.
- Taliano Domenico (Mo. 30.5.1861) di Francesco e di
Cicciarello Teresa, ruit ex arbore fagi (ruzzolò da un albero di faggio).
Quando Domenico nacque,
il 16 novembre 1837, il padre aveva venticinque anni mentre la madre di anni ne
aveva quaranta. Al comune Donenico fu presentato il diciotto di novembre.
- Lenza d. Rosa (Mo. 1.4.1863) di d. Amato, ruris Varapodii
(dell’agro di Varapodio), moglie di d. Rosario Zappia.
Lo sposo di donna
Rosa Lenza, don Rosario Zappia era un doctoris
phisici, la loro abitazione era situata nella strada S. Nicola; i due
ebbero tre figli i cui nomi erano abbastanza inusuali in Platì: Clementina -
1.01.1813 - Leopoldo Filippo Amato - 20.08.1821 - Scipione Amato – 14 giugno
1825.
- Zappia d. Pasquale (Mo. 23.6.1863) di Carlo, clericus
lector (chierico lettore).
Don Pasquale di
Carlo, vaticale, e Morabito Giuseppa era
nato il 10 novembre 1844
- Micò d. Carmela (Mo. 26.8.1863) di d. Davide da Casignana e
d. Giuseppa Zappia.
- Empoli d. Gaetana (Mo. 29.9.1863) da S. Stefano, moglie di
d. Michele Oliva.
Quando venne meno
donna Gaetana aveva settantadue anni. Con don Michele Oliva, civile, ebbe in
tutto sette figli. Erano domiciliati nella strada S. Nicola.
- Garreffa Caterina (Mo.9.10.1863) da Cirella, moglie di
Trimboli Nicola.
Quando morì donna Caterina aveva quaranta anni e con Nicola Trimboli alias pejaru ebbe quattro figli.
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Notizie riportate nel V° vol. dei Libri dei morti a firma
del parroco Filippo Oliva. In corsivo note di Ernesto Gliozzi il giovane, le
stesse rimandano al libro di Michele Papalia Caci il brigante, 2016 – 2020. In grassetto , dove possibile, atti ripresi
dai registri comunali.
Con la pubblicazione odierna terminano i fatti corsari estratti da Ernesto Gliozzi il giovane dai Libri dei morti della parrocchia S. S. Mariae Lauretanae di Platì