La speranza e i suoi gesti
Il messaggio e i messaggi
di P. GIANCARLO BREGANTINI
A Platì, durante la novena che si svolge prestissimo, alle 5.00, secondo la più fedele tradizione, in una chiesa gremitissima ogni mattina,
è stato posto nel cuore della chiesa un grande albero spoglio e nudo. Colpiva la sua nudità. Esistenziale. Altamente simbolica per
attese di giustizia, gridi di pace, speranze nascoste nel cuore di tutti...
Tutto vi era rappresentato. A Natale, il miracolo. L 'albero “nudo” ' è stato
sostituito da un grande olivo verdeggiante. Non da un albero di abete, che non
appartiene direttamente alla nostra cultura, ma da un albero di olivo, quell'albero
cioè che orna le nostre colline e ricrea il cuore nel vederlo argenteo al sole,
pur nella dura fatica, quest'anno, di un raccolto sotto la pioggia insistente.
A San Luca protagonisti del messaggio natalizio sono stati i
ragazzi della Scuola elementare guidati dalle maestre e sostenuti
entusiasticamente dal parroco. Hanno ricostruito luoghi e ambienti del tempo di
Alvaro, hanno lanciato un messaggio di riscoperta delle tradizioni più genuine
del popolo calabrese, pur nella consapevolezza che è “dura la vita dei pastori
in Aspromonte”. L ‘intero paese si è mosso, rispondendo con favore alle sollecitazioni
e agli stimoli offerti. “Un Natale con i fiocchi”, appunto, anche se di neve
non c 'era l 'ombra.
Da Africo è partito invece un chiaro messaggio di impegno ed
una proposta decisa. L 'hanno rilanciata i ragazzi, i docenti e soprattutto la
coraggiosa preside della Scuola Media. Chiedono un edificio per la scuola. Per
capirli, basta visitare un attimo l'attuale sede della scuola, alloggiata in
una angusta casa popolare. Le aule, soprattutto del piano inferiore, strette e
buie, con una rigida (e purtroppo necessaria!) inferriata alle finestre, danno
a tutti un immediato sapore di tristezza. Lì non si coglie il sorriso della
vita che dovrebbe accompagnare la voglia di studiare. Eppure, all'ingresso del paese,
le fondazioni e i pilastri della scuola ci sono. Svettano verso il cielo, quasi
mani imploranti ascolto, ormai stanche per la ruggine e l 'abbandono. La recita
in dialetto ha dimostrato, lì come a San Luca qualche giorno prima, che nelle
scuole i ragazzi nascondono spesso talenti impensati. Sono un po' tutti attori
in questi paesi. A noi adulti, alla scuola soprattutto, la gioia di scoprire
che, “dentro il marmo, la statua già c 'è e che va solo liberata dal marmo che
la stringe”.
Testo e foto: L'Avvenire di Calabria, 6 gennaio 1996
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