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domenica 22 settembre 2019

Easy Rider [di Dennis Hopper, 1969]


And here I am again after a few months in which I have not sent you any stories of bygone Platì.
I have been in Locri since 2, September. I have had busy days with my nieces who have visited for the first time the places where their mother’s parents came from, and afterwards with a couple of friends to whom, luckily enough, I have been able to show (and see myself for the first time) some of Calabria’s topic and historical places.
Our first tour resulted in an unforgettable day in the Aspromonte area with its National Park from San Luca towards Polsi (which hosts the most known shrine of the area), followed by the point in which it is possible to see both the Tirrenian and the Ionian Seas (I due Mari), then towards Zervò and Zillastro from which we descended to sea side through Ciminà and Ardore and back to Bovalino.

My biggest and warmest thanks to Saverio Mittiga for his guidance and companionship, the lunch and the entertainment with his knowledge of the places and their stories. It was a tour in places often heard of, never visited before apart from a short drive towards Zervò very far back in time.
The road to Polsi is long and difficult, best suited for a jeep than our Dacia Sandero which, thanks to Sergio’s driving expertise, well adapted after all. We drove on a winding road, through thick beech forests with their undergrowth areas where mushrooms are ready to emerge, as Saverio informed us. Anytime we stopped for pictures or because I was car sick, he was trying to identify best spots for mushroom picking.
Awesome scenarios, suddenly appearing after a forest or a road turn, leave us breathless: woody slopes everywhere, precipices and impressive monoliths with their queen: Petra Cappa.
We reach Montalto from where we descend towards Polsi: 
eight kilometres befitting a rally, on a
steep slope, on a rough road surface more suitable for mules than cars, hairpin bends, no guardrails: shameful for the Region’s governments. One of the main shrines, loved and cherished by devotees from the whole Reggio Calabria’s area is so difficult to reach and, during the religious festivities, those eight kilometres are closed to traffic. It is impossible for the sick and disabled to walk down or, even worse, up to go back to parking area. Anyway, we finally reach the small compound rising at the centre of deep slopes.
There aren’t too many people, but a lot considering it is an ordinary September Monday after the big celebrations of 2 Sept., and the far-flung place. The statue of the Madonna with the naked baby Jesus is a beauty, sweet and at the same time solemn. The atmosphere, with the mountain slopes thick in woods and apparently descending on it to pay tribute, is mystical just like many other places of these beautiful and terrible mountains.

After a packed lunch, we proceed towards “due Mari”, then Zervò and Zillastro (two magnificent areas in the woods). We also dare reach the Catanzaro fountain to admire the scenario of the valley below with Platì under our feet. It is the place where the road was interrupted by a very dangerous landslide. It is an enormous damage to the mountain’s road system which, in the last centuries and up to the moment the landslide has fallen, has certainly facilitated the exchange of people and goods. Messignadi, Oppido, Tresilico, Piminoro, Molochio, Sant’Eufemia were big and small towns where people from Platì in the 1800s were born or got married or died.
The closure of that road has doomed those towns to be the end, the dead end of the road system without which πάντα ῥεῖ, the Greek “all flows”, becomes impossible: no more flow for culture, history, civilization; the towns become sleeping quarters for people whose activities are elsewhere, just like some suburbs in Milan’s hinterland.
Photo & Text by Rosalba


Rieccomi dopo alcuni mesi di silenzio almeno per quanto riguarda i racconti di Platì in altri tempi.
Sono a Locri dal due settembre: sono stati giornate piene prima con le mie nipoti che hanno visto per la prima volta i luoghi da dove provenivano i genitori della loro madre, poi con una coppia di amici a cui ho avuto la fortunata di mostrare (e vedere io stessa per la prima volta) alcuni luoghi simbolici e storici della Calabria.
Il primo giro è stata una giornata indimenticabile: l'Aspromonte ed il suo Parco da San Luca, verso Polsi, poi i due mari andando a Zervò e allo Zillastro scendendo poi per Ciminà fino ad Ardore e rientro a Bovalino. Sono grata a Saverio Mittiga per la guida, la compagnia, l'intrattenimento, il pranzo e la conoscenza dei luoghi e degli aneddoti ad essi legati. È stato un viaggio nei luoghi da sempre sentiti nominare e mai visitati tranne forse un breve e molto lontano giro in auto verso Zervò.
La strada per arrivare a Polsi è lunga e difficile, più adatta ad una jeep che alla nostra Dacia Sandero. Si è però adattata bene anche grazie alla guida di Sergio. Seguendo una strada tortuosa, abbiamo attraversato fitti boschi di faggi con il loro sottobosco che si prepara a produrre funghi come ci ha informati Saverio. Lui cerca di adocchiare i posti più potenzialmente fruttuosi ogni volta che ci fermiamo per delle foto o per il mio mal d’auto.
Uscendo da un bosco o uscendo da una curva della strada, grandiosi paesaggi si aprono all’improvviso lasciandoci senza fiato: pendici boscose che si ripetono all’infinito, burroni e imponenti monoliti con la loro regina vista da angolazioni diverse: la maestosa e inamovibile Petra Cappa. Arriviamo a Montalto e scendiamo finalmente verso Polsi: otto chilometri degni di un rally, in forte pendenza, con il fondo stradale a tratti inesistente, più adatti ai muli che alle auto, curve a gomito, nessun guardrail, una vergogna per chi ha governato la regione. Uno dei maggiori santuari, amato e frequentato dai fedeli di tutta la provincia di Reggio Calabria, è quasi impossibile da raggiungere e durante le celebrazioni maggiori quegli otto chilometri vengono anche chiusi alle auto. Per i malati ed i disabili è impossibile percorrerli in discesa, figuriamoci poi in salita per tornare al parcheggio. Comunque, finalmente arriviamo al complesso al centro di alcuni ripidi pendii. Ci sono poche persone, ma per essere un lunedì qualunque di settembre, posteriore alla grande festa del 2, e per il luogo remoto, sono tante. La statua della Madonna con il bambino nudo è bella, tenera e solenne. L’atmosfera con le montagne che sembrano scendere a renderle omaggio, fitte di alberi, è mistica come molti altri luoghi di questa bellissima e terribile montagna.
Dopo un pranzo al sacco, proseguiamo verso i Due Mari, poi Zervò e lo Zillastro, e infine ci avventuriamo alla fontana di Catanzaro per ammirare Platì dall’alto: è dove la strada si interrompe per la frana che l’ha bloccata. È un enorme danno alla viabilità della zona che certamente negli ultimi secoli e fino ad allora ha visto il passaggio di persone e lo scambio di merci fra tutti i paesi della zona: Messignadi, Oppido, Tresilico, Piminoro, Molochio, Sant’Eufemia erano i paesi di nascita, di matrimonio o di morte di molti platioti nel XIX secolo. La chiusura di quella strada ha condannato questi paesi ad essere la fine, il vicolo cieco della viabilità della zona. Senza viabilità è impossibile il πάντα ῥεῖ, lo scorrimento della cultura, della storia e della civilizzazione, i paesi diventano dormitori di attività che sono altrove, proprio come i quartieri dell’hinterland milanese.

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