Oggi, 15 del mese di settembre dell'anno 1976, nella Chiesa Parrocchiale,
alla presenza dei signori: sac. Gliozzi Francesco, Vicario economo della
Parrocchia; sac. Antonio Sculli, arciprete di Natile; sig. Luigi Zappia; sig.
Marando Giuseppe; quali rappresentanti della comunità parrocchiale e della
Curia vescovile, si è proceduto all'inventario dei beni mobili rinvenuti
nella sala del Cinema Parrocchiale annesso alla Chiesa medesima e nel ripostiglio
superiore destro dell'armadio che si trova in sacrestia, (che risulta di
recente costruzione) la cui chiave, come quella del Cinema sopradetto, è stata
consegnata in busta chiusa dal Vicario generale della Diocesi, Mons. Antonino
Sgro al Vicario economo della Parrocchia, sac. Francesco Gliozzi, il giorno 14
settembre u.s.
Si procede, innanzitutto, alla verifica della busta contenente
le cennate chiavi: la busta risulta regolarmente chiusa ed incollata, con la firma:
Don A. Sgro, su uno dei bordi di chiusura, come garanzia di sigillo; sulla
busta si trova la scritta: Platì-Chiavi-Armadi-Teatro.
Si apre quindi la busta ed in essa si trovano le seguenti chiavi:
chiave grande, della sala del cinema parrocchiale; due chiavi piccole, una
delle quali apre le ante del ripostiglio.
Si apre il ripostiglio superiore destro del1'armadio che si trova
in sacrestia, ed ivi vengono reperiti i seguenti oggetti:
1) scatola di cartone rivestita in stoffa contenente due
conopei per pisside; 2) una tovaglia avanti-altare, con ricami e frange; 3) un
cuscino e una fodera per inginocchiatoio in seta rossa; 4) n°27 tovaglie
ordinarie con merletto, per altare; n° 2 tovaglie per altare con merletto
largo; n° 1 tovaglia per altare in lino damascato; n° 1 camice; ancora altre 4 tovaglie per altare
ordinarie; n° 1 tovaglia
con bordo rosso; 4) n° 1 cotta per chierichetto; 5) n° 3 tovagliette bianche
con merletto per tavolino; 6) merletto in ecrù lungo mt. 2 e mezzo, largo cm.
15; 7) n° 1 copri altare; 8) n° 5 pezzi di stoffa rossa per addobbo; 9) n° 28
purificatoi; 10) n° 4 amitti; 11) altri 12 purificatoi; 12) n° 7 corporali e 10
palle; 13) n" 1 cingolo.
Si apre il Cinema parrocchiale e si nota che in esso non vi è
alcun oggetto mobile; il soffitto e il tetto risulta sfondato per metri
quadrati 4; ed ha bisogno di riparazione immediata, onde evitare ulteriori
danni causati dalle piogge imminenti.
Tutti gli oggetti reperiti nel ripostiglio dell'armadio vengono
presi in consegna dal Vicario economo sac. Gliozzi Francesco.
Il presente verbale, redatto in duplice copia, viene letto e
sottoscritto dai presenti.
Andamento demografico storico dei censimenti della popolazione di Platì dal
1861 al 2011. Variazioni percentuali della popolazione, grafici e statistiche
su dati ISTAT.
Il comune ha avuto in passato delle variazioni territoriali. I dati storici
sono stati elaborati per renderli omogenei e confrontabili con la popolazione
residente nei nuovi confini.
I censimenti della popolazione italiana hanno avuto cadenza decennale a
partire dal 1861 ad oggi, con l'eccezione del censimento del 1936 che
si tenne dopo soli cinque anni per regio decreto n.1503/1930. Inoltre, non
furono effettuati i censimenti del 1891 e del 1941 per
difficoltà finanziarie il primo e per cause belliche il secondo.
Variazione percentuale popolazione ai censimenti dal 1861 al 2011
Le variazioni della popolazione di Platì negli anni di censimento espresse
in percentuale a confronto con le variazioni della città metropolitana di
Reggio Calabria e della regione Calabria.
Dati popolazione ai
censimenti dal 1861 al 2011
Censimento
Popolazione residenti
Var %
Note
num.
anno
data
rilevamento
1°
1861
31 dicembre
3.546
-
Il primo
censimento della popolazione viene effettuato nell'anno dell'unità d'Italia.
2°
1871
31 dicembre
3.671
+3,5%
Come nel
precedente censimento, l'unità di rilevazione basata sul concetto di
"famiglia" non prevede la distinzione tra famiglie e convivenze.
3°
1881
31 dicembre
3.784
+3,1%
Viene
adottato il metodo di rilevazione della popolazione residente, ne fanno parte
i presenti con dimora abituale e gli assenti temporanei.
4°
1901
10 febbraio
5.059
+33,7%
La data di
riferimento del censimento viene spostata a febbraio. Vengono introdotte
schede individuali per ogni componente della famiglia.
5°
1911
10 giugno
5.173
+2,3%
Per la
prima volta viene previsto il limite di età di 10 anni per rispondere alle
domande sul lavoro.
6°
1921
1 dicembre
5.578
+7,8%
L'ultimo
censimento gestito dai comuni gravati anche delle spese di rilevazione. In
seguito le indagini statistiche verranno affidate all'Istat.
7°
1931
21 aprile
5.763
+3,3%
Per la
prima volta i dati raccolti vengono elaborati con macchine perforatrici
utilizzando due tabulatori Hollerith a schede.
8°
1936
21 aprile
5.791
+0,5%
Il primo
ed unico censimento effettuato con periodicità quinquennale.
9°
1951
4 novembre
6.200
+7,1%
Il primo
censimento della popolazione a cui è stato abbinato anche quello delle
abitazioni.
10°
1961
15 ottobre
5.120
-17,4%
Il
questionario viene diviso in sezioni. Per la raccolta dei dati si utilizzano
elaboratori di seconda generazione con l'applicazione del transistor e
l'introduzione dei nastri magnetici.
11°
1971
24 ottobre
3.885
-24,1%
Il primo
censimento di rilevazione dei gruppi linguistici di Trieste e Bolzano con
questionario tradotto anche in lingua tedesca.
12°
1981
25 ottobre
3.763
-3,1%
Viene
migliorata l'informazione statistica attraverso indagini pilota che testano
l'affidabilità del questionario e l'attendibilità dei risultati.
13°
1991
20 ottobre
3.840
+2,0%
Il
questionario viene tradotto in sei lingue oltre all'italiano ed è corredato
di un "foglio individuale per straniero non residente in Italia".
14°
2001
21 ottobre
3.823
-0,4%
Lo
sviluppo della telematica consente l'attivazione del primo sito web dedicato
al Censimento e la diffusione dei risultati online.
15°
2011
9 ottobre
3.711
-2,9%
Il Censimento 2011 è il primo censimento
online con i questionari compilati anche via web.
And here I am again after a few months in which I have not sent you any
stories of bygone Platì.
I
have been in Locri since 2, September. I have had busy days with my nieces who
have visited for the first time the places where their mother’s parents came
from, and afterwards with a couple of friends to whom, luckily enough, I have
been able to show (and see myself for the first time) some of Calabria’s topic
and historical places.
Our
first tour resulted in an unforgettable day in the Aspromonte area with its
National Park from San Luca towards Polsi (which hosts the most known shrine of
the area), followed by the point in which it is possible to see both the
Tirrenian and the Ionian Seas (I due Mari), then towards Zervò and Zillastro
from which we descended to sea side through Ciminà and Ardore and back to
Bovalino.
My
biggest and warmest thanks to Saverio Mittiga for his guidance and
companionship, the lunch and the entertainment with his knowledge of the places
and their stories. It was a tour in places often heard of, never visited before
apart from a short drive towards Zervò very far back in time.
The
road to Polsi is long and difficult, best suited for a jeep than our Dacia
Sandero which, thanks to Sergio’s driving expertise, well adapted after all. We
drove on a winding road, through thick beech forests with their undergrowth
areas where mushrooms are ready to emerge, as Saverio informed us. Anytime we
stopped for pictures or because I was car sick, he was trying to identify best
spots for mushroom picking.
Awesome
scenarios, suddenly appearing after a forest or a road turn, leave us
breathless: woody slopes everywhere, precipices and impressive monoliths with
their queen: Petra Cappa.
We
reach Montalto from where we descend towards Polsi: eight kilometres befitting
a rally, on a
steep slope, on a rough road surface more suitable for mules than
cars, hairpin bends, no guardrails: shameful for the Region’s governments. One
of the main shrines, loved and cherished by devotees from the whole Reggio
Calabria’s area is so difficult to reach and, during the religious festivities,
those eight kilometres are closed to traffic. It is impossible for the sick and
disabled to walk down or, even worse, up to go back to parking area. Anyway, we
finally reach the small compound rising at the centre of deep slopes.
There
aren’t too many people, but a lot considering it is an ordinary September
Monday after the big celebrations of 2 Sept., and the far-flung place. The
statue of the Madonna with the naked baby Jesus is a beauty, sweet and at the same
time solemn. The atmosphere, with the mountain slopes thick in woods and
apparently descending on it to pay tribute, is mystical just like many other
places of these beautiful and terrible mountains.
After
a packed lunch, we proceed towards “due Mari”, then Zervò and Zillastro (two
magnificent areas in the woods). We also dare reach the Catanzaro fountain to
admire the scenario of the valley below with Platì under our feet. It is the
place where the road was interrupted by a very dangerous landslide. It is an
enormous damage to the mountain’s road system which, in the last centuries and
up to the moment the landslide has fallen, has certainly facilitated the
exchange of people and goods. Messignadi, Oppido, Tresilico, Piminoro, Molochio,
Sant’Eufemia were big and small towns where people from Platì in the 1800s were
born or got married or died.
The
closure of that road has doomed those towns to be the end, the dead end of the
road system without which πάντα ῥεῖ, the Greek “all flows”, becomes
impossible: no more flow for culture, history, civilization; the towns become
sleeping quarters for people whose activities are elsewhere, just like some
suburbs in Milan’s hinterland. Photo & Text by Rosalba
Rieccomi dopo alcuni mesi di silenzio almeno per
quanto riguarda i racconti di Platì in altri tempi.
Sono a Locri dal due settembre: sono stati
giornate piene prima con le mie nipoti che hanno visto per la prima volta i
luoghi da dove provenivano i genitori della loro madre, poi con una coppia di
amici a cui ho avuto la fortunata di mostrare (e vedere io stessa per la prima
volta) alcuni luoghi simbolici e storici della Calabria.
Il primo giro è stata una giornata
indimenticabile: l'Aspromonte ed il suo Parco da San Luca, verso Polsi, poi i
due mari andando a Zervò e allo Zillastro scendendo poi per Ciminà fino ad
Ardore e rientro a Bovalino. Sono grata a Saverio Mittiga per la guida, la
compagnia, l'intrattenimento, il pranzo e la conoscenza dei luoghi e degli
aneddoti ad essi legati. È stato un viaggio nei luoghi da sempre sentiti
nominare e mai visitati tranne forse un breve e molto lontano giro in auto
verso Zervò.
La strada per arrivare a
Polsi è lunga e difficile, più adatta ad una jeep che alla nostra Dacia Sandero.
Si è però adattata bene anche grazie alla guida di Sergio. Seguendo una strada
tortuosa, abbiamo attraversato fitti boschi di faggi con il loro sottobosco che
si prepara a produrre funghi come ci ha informati Saverio. Lui cerca di
adocchiare i posti più potenzialmente fruttuosi ogni volta che ci fermiamo per
delle foto o per il mio mal d’auto.
Uscendo da un bosco o uscendo da una curva della
strada, grandiosi paesaggi si aprono all’improvviso lasciandoci senza fiato:
pendici boscose che si ripetono all’infinito, burroni e imponenti monoliti con
la loro regina vista da angolazioni diverse: la maestosa e inamovibile Petra
Cappa. Arriviamo a Montalto e scendiamo finalmente verso
Polsi: otto chilometri degni di un rally, in forte pendenza, con il fondo
stradale a tratti inesistente, più adatti ai muli che alle auto, curve a
gomito, nessun guardrail, una vergogna per chi ha governato la regione. Uno dei
maggiori santuari, amato e frequentato dai fedeli di tutta la provincia di
Reggio Calabria, è quasi impossibile da raggiungere e durante le celebrazioni
maggiori quegli otto chilometri vengono anche chiusi alle auto. Per i malati ed
i disabili è impossibile percorrerli in discesa, figuriamoci poi in salita per
tornare al parcheggio. Comunque, finalmente arriviamo al complesso al centro di
alcuni ripidi pendii. Ci sono poche persone, ma per essere un lunedì qualunque
di settembre, posteriore alla grande festa del 2, e per il luogo remoto, sono
tante. La statua della Madonna con il bambino nudo è bella, tenera e solenne.
L’atmosfera con le montagne che sembrano scendere a renderle omaggio, fitte di
alberi, è mistica come molti altri luoghi di questa bellissima e terribile
montagna.
Dopo un pranzo al sacco, proseguiamo verso i Due
Mari, poi Zervò e lo Zillastro, e infine ci avventuriamo alla fontana di
Catanzaro per ammirare Platì dall’alto: è dove la strada si interrompe per la
frana che l’ha bloccata. È un enorme danno alla viabilità della zona che
certamente negli ultimi secoli e fino ad allora ha visto il passaggio di
persone e lo scambio di merci fra tutti i paesi della zona: Messignadi, Oppido,
Tresilico, Piminoro, Molochio, Sant’Eufemia erano i paesi di nascita, di
matrimonio o di morte di molti platioti nel XIX secolo. La chiusura di quella
strada ha condannato questi paesi ad essere la fine, il vicolo cieco della
viabilità della zona. Senza viabilità è impossibile il πάντα ῥεῖ,
lo scorrimento della cultura, della storia e della civilizzazione, i paesi
diventano dormitori di attività che sono altrove, proprio come i quartieri
dell’hinterland milanese.
“Noi piangiamo pensando a ciò che avrebbe potuto succedere al posto di ciò che è successo, ma questa eventualità non esiste, non è mai esistita.” Cormac McCarthy
August in Platì this year was rather uneventful: only the roar of engines,
rumbling in the chassis of motorbikes, their fumes spewing into the air, the
whirring of fans from air conditioners struggling to keep the stubborn heat
from creeping into the stone framed houses was heard in the sleepy town. However,
a worth-of-praise initiative cannot be overlooked: a tragic event that shook
the town in a morning of sixty years ago was remembered by the family involved with
a religious celebration.
An accidentin the mountains, cries of
alarm, a race towards safety, a torn life, the death of Trimboli Antonio, known
as “parlinu”, son of Rosario and Francesca (neé Miceli), at the age of 35.
The pain of his widow and children brought the town together in a mourning that
the theme music below strongly underlines. Peppina Violi became the
stoic widow everyone knew. Her boys Saro, Pasqualino, and Toto, now fatherless,
were not left alone by the neighbouring kids: Raimondo, Sarineiu, Tino,
Gianni e Gino were always by their side, ready to do anything they could to
brighten their days with the street games of bygone days.
In these fast-paced days, where one day blends into the next like so many
leaves on a tree, one becoming indistinguishable from another, it would perhaps
be good for us to stop and think of bygone days. In the comfort of our
homes and family, away from the feeling of obligation, we should extend a glass
of wine to those who walked the path before us. If your Church allows it,
celebrate a mass for the soul of lost loved ones. In these ways, the
stories and lives of our community will not have been lived in vain.
Trimboli Antonio Loreto, a muleteer (an uncommon
profession nowadays), was born on the 10th of December, 1923, to
Rosario (aka u parlinu), 1866-1954, and Francesca
Miceli(1883-1953). The 30th of January, 1947, he married
Giuseppa Violi (b. April 11, 1925), daughter of Pasquale (aka u cocciularu),
1887-1962 and Maria Ciampa (1895-1984). The Violis and Trimbolis were
linked by two marriages: Maria, Antonio’s sister, had married Francesco
Violi (also cocciulari) while Francesco, one of Antonio’s brothers,
married Anna Violi (of the same family) before emigrating to Australia.
Also in Australia, Marianna Trimboli, daughter of Giuseppe u parlinu,
the oldest of the Trimboli brothers, married Pasquale Violi u
cocciulari, a brother of the above stated Violis.
As it often happens, families were brought together through marriages due
to a common craft, just as it happened in the Medieval guilds. In fact,
both the Violis and the Trimbolis were muleteers, travelling the same
Aspromonte trails atop mules since many generations before.
Antonio Trimboli was a very active and well-known personality in Platì.
He was known amongst his fellow citizens for his vivacity and joy for
life. When a firm from Reggio Calabria was awarded the construction of a
new road, which would connect Platì to the Valley beyond the mountains (known
as “la Piana”), Antonio, along with many others in Platì decided to join the
workforce assigned to the task. It seems that Antonio encountered some
obstacles to get in as it was thought he already had a profitable job. However, with the help of some recommendations,
he was hired. Antonio Trimboli died on the 27th of July, 1959.
A lose boulder fell from the mountain and rolled down to the valley, crushing
the young Antonio while working. He left behind a wife and five children, with
a sixth on the way.