Napoli 24 giugno 1917
R.mo Amico
Nel numero di domani, il
“Guelfo-Indipendenza” pubblicherà la sua corrispondenza da San Luca.
Son dolente di non poterla
accontentare per la pubblicazione se’ sui versi. Ella ben sa che il giornale
non ha che una sola colonna dove poter accogliere qualche poesia: quella dei mosconi,
la quale deve servire per tutto ciò che non fa parte della politica. Lo spazio
riserbato ai versi è molto ristretto: appena, appena qualche sonetto, per
quattro o cinque quartine, una ventina di righe al massimo. Come posso
pubblicare i suoi 68 versi? – Avrei volentieri fatto una eccezione per i suoi
che sono bellissimi, ma ne avrei avuto rimprovero da altri abbonati e
collaboratori, ai quali ho dovuto respingere le loro poesie. Speriamo che
aumentando il numero degli abbonati – ed in questo fido sul concorso di tutti
gli affezionati alla santa causa della Religione e del Dritto possa questo
giornale pubblicarsi almeno due volte la settimana ed allora vi potrà essere
maggiore spazio per la parte letteraria ed io sarò in grado di contentare gli
abbonati.
Se mi manderà dei sonetti o
delle brevi poesie, di venti, ventiquattro versi al più, glieli pubblicherò
volentieri.
E potrà fare, se vuole, ancora
un’altra cosa. Scriva una corrispondenza riguardante la inaugurazione del
telegrafo al santuario di Polsi e dica che Lei ha composto, per l’occasione,
dei versi, dei quali riporteremo le ultime quattro quartine che sono veramente
sublimi.
Sin qui posso servirla.
Le ritorno la poesia con i
francobolli.
La saluto e mi creda
Dev.mo Servo
Nicola Montalbo
Nota
L'Amico a cui era indirizzata la lettera (ora giusti cento anni),corrispondente da San Luca, era lo zio Ernesto il vecchio.
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