Siamo tutti stranieri in
terre lontane. Ho visto solo ora il tuo post e gli occhi mi si sono riempiti di
lacrime per i meriti che mi attribuisci e per l’amicizia che mi comunichi.
Rivivo la nostra fanciullezza e tutto il profumo delle piccole-grandi cose: i
comizi, il cinema parrocchiale, la tv dei ragazzi presso la casa dei tuoi zii,
i giochi “made in vineje” e mille altre cose. Ora siamo orfani, la nostra amata
terra è morta sotto i colpi “terroristici” del progresso. Ora ci sentiamo con i
telefoni, ci scriviamo con il computer e non aspettiamo più tre mesi, come un
tempo, che arrivi la lettera dall’Australia o dalle Americhe. Io vivo a Roma,
ma sono senza lavoro e quindi “non libero” di pensare e dedicare al paese,
qualche altra residua energia intellettuale. Ho scritto un libro, ma stento a
vendere qualche copia per recuperare le spese di stampa. Il titolo dice tutto:
“Gli ultimi resteranno… ultimi”. Se lo vuoi, posso inviartelo gratis, ma devi
fornirmi il tuo indirizzo dove spedirtelo.
Ciao
Mimmo
Mimmo
Com'è accaduto altre volte un commento può diventare il post del giorno e in questo di Mimmo Marando c'è il sentimento che lega i paesani straviati. Da parte mia non posso che ribadire, rifacendomi allo slogan che negli anni ottanta rilanciava nei cinema 2001: odissea nello spazio, che prima e dopo daplatiaciurrame c'era e ci sarà sempre PLATI' di Mimmo Marando.
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