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mercoledì 6 maggio 2015

All'ombra della montagna - redux

Anche lo zio Ciccillo fu a Polsi, nel 1950, aiutante di monsignor Antonino Pelle di Antonimina. Allora il viaggio, a piedi, da Platì avveniva risalendo la montagna alle sue spalle, prendendo per Misafumera si arrivava ai Piani di Zervò e così al Sanatorio. Quindi imboccando u passu da cerasara si scendeva a Polsi.

19 Aprile 1950
Carissimo papà
Lunedì scorso vi ho fatto spedire un telegramma per farvi sapere che ho fatto un buon viaggio. Domenica sono arrivato qui alle quattro e un quarto. Il viaggio è stato ottimo, solo un pò prima del sanatorio c'è stata una leggera pioggia e per conseguenza mi son riparato' presso il guardiano del Sanatorio. Per circa mezzora, poi ,scomparsa la nebbia e cessata la pioggia, mi sono messo di nuovo in cammino. E' inutile dirvi che sono stato accolto bene da tutti e specialmente dal Superiore. Ho a mia disposizione una bella stanza, letto con rete metallica e due materassi di lana ecc. La luce elettrica funziona bene e nella mia stanza ci sono due lampadine da 50 candele l'una. Vedete dunque che sfarzo di luce. Il mangiare è ottimo. Tutti già incominciano a volermi bene
Domani il Superiore partirà per Roma e io gli darò una lettera per Fina, che lui andrà a vedere. Al suo ritorno io verrò a casa per alcuni giorni. Non mi resta che inviarvi i più cari abbracci e baci per tutti in famiglia, comprese Rosina e Cata coi bambini e lo zio Michele, che spero sia già guarito. Saluti agli altri parenti tutti. A voi e alla mamma bacio pure la mano, chiedendovi di benedirmi

Aff.mo
Ciccillo
P.S. Scrivetemi e ditemi come state.




 (A Polsi)Vi erano i rappresentanti di quasi tutta la provincia: i Sanluchesi vestiti di orbace, agili e aitanti, coi panciotti di panno turchino e i bottoni azzurri di acciaio, i riccioli sulla fronte, le cicatrici delle pustole in mezzo alla guancia; vi erano i pastori selvaggi di Solano, coi berretti di lana muniti di un fiocco, e le zampitte allacciate con corregge sottili intorno alla gamba, come i sandali nelle antiche statue; le donne di Bagnara con le tradizionali sette sottane a piccole pieghe, strette intorno ai fianchi, e aperte a campana in fondo. Portavano i capelli spartiti sulla fronte, le trecce a corona, le camicette di colori vivaci; i loro occhi color nocciola lampeggiavano come lame. Si diceva portassero  iraisoi nei capelli, e maneggiassero il coltello più arditamente degli uomini; E poi i mulattieri di Platì, i pastori di Natile sudici, alti, dalla parlata strascicante; i Benestaresí con accanto le loro donne dai busti fortemente colorati; le popolazioni della marina, vestite di chiaro, e col volto di un bronzeo partico1are; le Cardítane che avevano fama di essere le più

Francesco Perri, Emigranti, Garzanti, edizione del 1941 XIX

2 commenti:

  1. Gino i tuoi post costruiscono e/o arricchiscono la nostra memoria della Nostra terra. maria

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  2. Gino i tuoi post costruiscono e/o arricchiscono la nostra memoria della Nostra terra. maria

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