Anche lo zio Ciccillo fu a Polsi, nel 1950, aiutante di monsignor Antonino Pelle di Antonimina. Allora il viaggio, a piedi, da Platì avveniva risalendo la montagna alle sue spalle, prendendo per Misafumera si arrivava ai Piani di Zervò e così al Sanatorio. Quindi imboccando u passu da cerasara si scendeva a Polsi.
19 Aprile 1950
Carissimo papà
Lunedì scorso vi ho fatto spedire un telegramma per farvi sapere che ho
fatto un buon viaggio. Domenica sono arrivato qui alle quattro e un quarto. Il
viaggio è stato ottimo, solo un pò prima del sanatorio c'è stata una leggera
pioggia e per conseguenza mi son riparato' presso il guardiano del Sanatorio.
Per circa mezzora, poi ,scomparsa la nebbia e cessata la pioggia, mi sono messo
di nuovo in cammino. E' inutile dirvi che sono stato accolto bene da tutti e
specialmente dal Superiore. Ho a mia disposizione una bella stanza, letto con rete metallica e due materassi di lana ecc. La luce
elettrica funziona bene e nella mia stanza ci sono due lampadine da 50 candele
l'una. Vedete dunque che sfarzo di luce. Il mangiare è ottimo. Tutti già
incominciano a volermi bene
Domani il Superiore partirà per Roma e io gli darò una lettera per
Fina, che lui andrà a vedere. Al suo ritorno io verrò a casa per alcuni giorni.
Non mi resta che inviarvi i più cari abbracci e baci per tutti in famiglia, comprese
Rosina e Cata coi bambini e lo zio Michele, che spero sia già guarito. Saluti
agli altri parenti tutti. A voi e alla mamma bacio pure la mano, chiedendovi di
benedirmi
Aff.mo
Ciccillo
P.S. Scrivetemi e ditemi come state.
(A Polsi)Vi erano i rappresentanti di quasi
tutta la provincia: i Sanluchesi vestiti di orbace, agili e aitanti, coi
panciotti di panno turchino e i bottoni azzurri di acciaio, i riccioli sulla
fronte, le cicatrici delle pustole in mezzo alla guancia; vi erano i pastori selvaggi
di Solano, coi berretti di lana muniti di un fiocco, e
le zampitte allacciate con corregge sottili intorno alla gamba, come i sandali
nelle antiche statue; le
donne di Bagnara con le tradizionali sette sottane a piccole pieghe, strette intorno
ai fianchi, e aperte a
campana in fondo. Portavano i capelli spartiti sulla fronte, le trecce a
corona, le camicette di colori
vivaci; i loro occhi color nocciola lampeggiavano come lame. Si diceva
portassero iraisoi nei capelli, e maneggiassero
il coltello più arditamente degli uomini; E poi i mulattieri di Platì, i
pastori di Natile
sudici, alti, dalla parlata strascicante; i Benestaresí con accanto le loro
donne dai busti fortemente colorati; le popolazioni della marina, vestite di
chiaro, e col volto di un bronzeo
partico1are; le Cardítane che avevano fama di essere le più
Francesco Perri, Emigranti, Garzanti, edizione del 1941 XIX
Gino i tuoi post costruiscono e/o arricchiscono la nostra memoria della Nostra terra. maria
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