Caro Saro – ti faccio sapere che ho trovato i stivaletti, e te li/mando con tuo papà. Ora i mando tanti saluti a te e fratelli.
Corsico 16-5-66
Caro padre vi rispondo la vostra gradita lettera. Io sto bene, così spero anche per voi. Caro padre, è da tanto tempo che non ricevo vostre notizie, né di voi e né della mamma, io non credo che voi siete malati, e vi chiedo di scrivermi almeno un rigo per sapere le vostre notizie. Ora caro padre vi faccio sapere che è arrivato Domenico Zappia, e o ricevuto il biglietto che mi avete mandato, e mi ha anche detto che state bene, ed io sono molto contento. Voi caro padre non dovete disturbarvi per me, perché io sto bene, e poi vado sempre a casa di Rosario Morabito. Ora caro padre, come mi ha detto Domenico Zappia, che mio fratello Ciccillo viene qui a Milano, voi caro padre dovete dirgli di venire verso la fine di Giugno, se no di fare come vuole lui. Io caro padre, verso la fine di Luglio vengo assieme a Saverio Morabito, a farvi una visita. Caro padre voi non dovete preoccuparvi per me, perché io mangio e lavoro. Ora vi lascio con la penna e col cuore, e vi mando tanti saluti e bacioni a voi, alla famiglia di Ciccillo, specialmente ai nipotini, salutatemi anche le mie sorelle quando gli scrivete. Caro padre vi ripeto ancora una volta di scrivermi e di darmi vostre notizie, perché io non so più che cosa pensare, e ditegli a Ciccillo di scrivermi anche lui più spesso.
Mittiga Giuseppe
Caro cugino, io che vi scrivo sono Saverio, vi faccio sapere che noi stiamo tutti bene, come pure Peppino. Voi caro cugino non dovete preoccuparvi per Peppino, perché io sono sempre con lui. Alla sera quando torna dal lavoro, io vado a trovarlo a casa, ma certe volte non è contento, io gli domando che cos’ha, e lui mi dice che è in pensiero per voi, perche non gli scrivete, e lui non sa pensare che a voi. Alla domenica si alza un poco più tardi, e poi si fa il suo letto con comodo, intanto che si fa da mangiare, ci mettiamo io e lui a parlare, così per spassarci il tempo. Dopo che ha finito di mangiare, dorme un poco fino alle due o alle tre, e dopo viene a casa mia, ed escono con mio papà, e con altri paesani. Ora caro cugino vi saluto io e la mia famiglia, salutatemi i miei parenti se li vedete. Salutate la mamma di Antonio Portolesi, da parte nostra e di Peppino.
Morabito Saverio
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