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giovedì 5 aprile 2012

Mater dolorosa (reg. Giacomo Gentiluomo - 1942)




Signori
L’avete visto nel vespero di sangue di ieri sera:
“Stava Maria Dolente
 Senza respiro e voce
 Mentre pendeva in croce
 Del mondo il Redentore”
Un supremo spasimo serra ora il suo cuore e scalza, coi capelli discinti sotto l’azzurro manto, appoggiata alle altre pie donne, cammina con la fissità di un dolore che non conosce più scampo.
Ella, in verità, non si lagna, non domanda, non geme, legata con le viscere, con l’anima alla spoglia del suo bellissimo Figliuolo ucciso, dominata da quell’amore infinito, reso sublime dall’adorazione della donna verso il Signore.
Madri che avete visto la morte  accanto al letto del vostri figliuoli, madri inconsolabili per la perdita del frutto delle vostre viscere, ditelo voi, se il suo dolore è veramente profondo.
O voi tutti, pare che ripete, aspettate e vedete se vi è dolore simile al mio dolore.
Non per tanto, le ferite del cuore si fasciano con le bende del conforto ed un cuore ferito tende verso un altro cuore ferito. Ed è per questo, unicamente per questo, che io mi rivolgo in questo giorno a tutti quanti conoscono l’assenzio che amareggia la vita e dico loro: Non avete dell’unguento, del nardo spicato prezioso, della mirra odorosa per imbalsamare il cuore di questa Madre Addolorata? Non l’avete? Ebbene, datemi la fede con la quale si trascinano le montagne, datemi la speranza che è palpito dei cuori, madre degli eroi, datemi la carità che la terra infiamma coi raggi suoi, ed io vi solleverò in un altro ambiente di vita che non conosce tramonto, in un’atmosfera di grazia e di verità e di pace per cui sette spade trapassarono il Corpo del Figlio e il cuore della Madre. Oh ideale grandissimo di questo primo Martire, tu solo esisti, io lo confesso e giuro -

Sac. Ernesto Gliozzi sen.


2 commenti:

  1. "datemi la fede con la quale si trascinano le montagne, datemi la speranza che è palpito dei cuori, madre degli eroi, datemi la carità che la terra infiamma coi raggi suoi, ed io vi solleverò in un altro ambiente di vita che non conosce tramonto, in un’atmosfera di grazia e di verità e di pace per cui sette spade trapassarono il Corpo del Figlio e il cuore della Madre. Oh ideale grandissimo di questo primo Martire, tu solo esisti, io lo confesso e giuro" ne farò la mia preghiera...

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  2. La mattina del Venerdì Santo, appena alzata guardavo il cielo per capire se ci sarebbe stata la processione al Monte Calvario.
    Si partiva nel primo pomeriggio spesso il vento alternava il sole alle nuvole e, fresca della lettura della passione con negli occhi quel monte con le tre croci che per me era il Golgota, con il Cristo, Le donne ,Le confraternite , tutto in quella giornata mi coinvolgeva e mi faceva sentire partecipe del dolore e devota per quel sacrificio.
    Al ritorno raccoglievamo i fiori gialli e profumati della ginestra con i quali, ingenui, tentavamo di fare l'inchiostro.
    A casa guardavamo le Gute, la forma di bambina e bambino, di colomba, di treccia tutte con un uovo in fronte, le guardavamo aspettando le campane della domenica per poterle finalmente averle in dono. Buona Pasqua a tutti

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