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venerdì 16 dicembre 2011

La Leggenda del Re Pescatore (reg. Terry Gilliam - 1991)


Dio, o se volete suo Figlio, come il Re Pescatore sono apparentemente morti. Sono scesi nella terra, dentro la zolla, a riposarsi, crediamo noi. Ma essi nel riposo stanno elaborando, come in un congegno elettronico, il proprio ritorno, più forti, di quando stanchi, hanno deciso di sospendere le proprie funzioni vitali.
Questo era il mito. 
Invece sappiamo benissimo che la Natura regge Madre Terra con un circolo continuo di vitalità.
L’umanità danneggia ogni giorno questo circolo con le sue azioni e le sue leggi rivolte solo a stabilire chi tra gli uomini è il più forte o il più ricco, ma non esiste un punto di ripristino ad una data, come negli elaboratori elettronici. Il danno è permanente, definitivo, per quelli che verranno dopo.
Da un po’ di tempo assisto a quello che è un atteggiamento universale, ci si crede immortali, pur vivendo in mezzo alle malattie terminali: sarà colpa della scienza, al contrario questa immortalità è indotta dai media.  Rimosso è stato il pensiero di ritorno alla terra, si crede di più nel dissolversi, come fumo, nell’etere.
Abbiamo avuto un corpo e con quello abbiamo sprecato il tempo.

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