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venerdì 2 dicembre 2011

Guerra e Pace (reg. King Vidor - 1956)



                                                                                                                                                                        Palermo  25 -7 – 29
Papà carissimo
Ieri sera ò ricevuto la vostra cara lettera e grande fù la consolazione nel sentire che di saluti state tutti bene e così lo stesso vi posso assicurare di me.
Dunque caro papà sento quanto voi mi dite sul riguardo della vostra cura io sto sicuro di quanto voi mi dite e certamente voi sapeti, ma  quello che vi prego e di non lasciarla passare oramai che l’aveti cominciata e di eseguirla bene, senza pensar spesa, perché i soldi vanno e vengono ma la salute non è tanto facile. Riguardo la mamma son convinto di quanto voi mi dite che quando mi congedo io la portate anche lei a Napoli, ma a me parlar di congedo mi pare un sogno. Sul mio riguardo vi ripeto di non pensare nulla perché qui sto divinamenti bene e poi come sapeti quando uno fa il suo doveri sta sempre a posto. Come vio detto in unaltra mia giorno 5 si partì per il campo. Ma come o potuto sapere forse io non ci vado ma ancora non so sicuro. In quanto mi dite che anno licenziato il segretario Portolesi caro papà cambiano i suonatori ma gli strumenti sono sempre quelli, perché oramai abbiamo visto tanti di queste cosi, che siamo stufi.
Riguardo lo scriveri io sto sicuro che quando aveti tempo me le dati vostre notizie.
Ma io mi lo avevo già immaginato che vi trovavate a fare il solito (?) d’Agosto.
Non più passo ai saluti saluto l’avv. Fera do Michelino e suo fratello saluto Do Ciccio e suo fig do Rosario saluto il su Rosario saluto Rosario i (?) Peppantoni e Ciccio Marando saluto i discepoli saluto tutti i parenti e amici saluto la Nonna e le bacio la mano saluto Rachelina Rosina Peppino e Peppina e li bacio ora saluto a voi insiemi la mamma e vi chiedo la S. B. e caramenti mi dico vostro
                                                                                                                                             affmo figlio
          Mittiga Francesco
 


Platì  8 – 12- 29

Mio caro e benedetto figlio

Subbito rispondo la tua cara e da noi tutti desiderata lettera. Io godo molto a sapere che stai bene e così la presente ti può assicurare da noi tutti che stiamo bene.
Caro Ciccillo ti dico che ci arrivò il pacco e conteneva una vesta luno di seta  due a miei di seta per te una bianca e una azzurra la bottiglia quella calda e fredda come già avevamo parlato e calze di seta e un paio di parascarpe di gomma. Caro Ciccillo con questa mi scrivi cosa desideri nel pacco che io ti mando tutto non mi risparmiare sai che io ho piacere che tu di dirmi cosa desideri. Ti faccio sapere che Rocco tornò unaltra volta nella nostra bottega a lavorare. Ti dico che io sto con la speranza di questa dimanda che noi abbiamo parlato e credo che la Vergine Immacolata mi fa la grazia. Oggi avete fatto festa credo di si pure giorno 10.
Non più ti ricevi i saluti ti saluta la Nonna e ti bacia ti salutano i discepoli ti salutano tutti i parenti e amici ti salutano i ziani. Ti saluta la zia Maria Ti saluta Rachelina Rosina Peppino e beppa e ti baciano Ora ti saluto io con insieme a tuo papà e ti mando la S. B. baciandoti mille volte mi
Dico Affm.a mammà
Trimboli
                                                                                                                             Mariuccia

1 commento:

  1. E' difficile e strano pensare che i padri siano stati figli, figli di padri che li hanno amati.
    E' questo che le lettere che hai pubblicato, caro Gino, mi hanno disvelato.
    La tenerezza delle parole del figlio lontano che traspare nella nostalgia della famiglia lontana, il calore della madre verso il figlio lontano sono la stessa struggente nostalgia che ho provato come figlia e che provo come madre. Tutto và e viene per rimanere identico

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