C’era
una volta Platì/C’era una volta in Platì! Dentro questi titoli rubati al Maestro
dei Maestri si può incorniciare la “Vita di Platì”. Quella che viene fuori
dalla trascrizione dei Catasti Onciari del 1746 e del successivo del 1754. In
quelle pagine Platì non è mai riconosciuto ancora come paese ma di volta in
volta come: Terra, Tenimento, Curia, Unità, Università e, molto più spesso,
Motta. Come già altrove divulgato per Mocta, Motta, si intende un rialzo di
terreno. I due Catasti non sono molto dissimili nella loro forma, sono
differenti nel contenuto finale. Per ora e per non annoiare riportiamo la “Vita di Platì” del 1754 e con
gli occhi e la penna di Don Tolentino Oliva parroco, cui fu devoluto l’incarico
di registrare lo Stato delle Anime.
Erano 220 Fuochi. Per Fuoco o focatico si intendevano le singole unità
familiari comprendenti le persone soggette al pagamento delle imposte. I 220
fuochi erano comprensivi di 901 Anime: 462 donne, 439 maschi, 5 adolescenti
erano chierici, 7 i sacerdoti. Tra le donne vi erano 34 vedove e due in capillis. Con “virgines in capillis” si definivano le giovani nubili
che “per segno di illibatezza dovevano portare i capelli raccolti e non
scioglierli che il giorno delle nozze”. Altri Tempi! La vita media in Platì si
aggirava intorno ai 50 anni di età: Nicola Barbaro 90 e Filippo Cusenza 95
erano i più longevi. I ceppi più numerosi erano Agresta, Barbaro, Carbone, Cusenza,
Catanzariti, Italiano/Taliano, Perri/e, Portulisi, Sergi, Trimboli, Virgara, il
cognome più insolito è Zinnamusca. L’oligarchia che dominava era quella degli
Oliva ma c’erano anche Zappia al timone di comando. “Magnifico” era l’appellativo
che precedeva quegli Oliva e Zappia. “Magnifico” era Marzio Perre/i ed anche Francesco
Musitano il Cancelliere che siglava gli atti. Tra le donne i nomi più diffusi erano quelli di Domenica ed Elisabetta/Lisabetta, tra gli uomini Antonio, Domenico,
Francesco e Giuseppe. Lo Stato delle Anime del 1754 era comprensivo dei soli
nativi, mentre in quello del 1746 erano stati inclusi anche i forastieri. Quella
che ne esce è una ripresa grandangolare, il campo verrà ristretto solo zoomando
le “rileve” fatte dai singoli cittadini e non ci sarà distinzione tra nativi e
forastieri.
Nella foto d'apertura il dottor Giuseppino Mittiga