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mercoledì 26 gennaio 2022

Giustizia di popolo [di Ray Nazzarro - 1950]

E notti e jornu c’è riunioni, vasciu ‘o sindicu di democristiani,
i forza vonnu u vincinu i lezioni chi suli voti di li pegucciani*.
Don Peppi Zappia e so frati u rutturi
cu populu i platì vonnu lottari,
ma sta vota su persi i so lavuri
ca si ccorgiru tutti li cristiani.
O don Peppinu
a spica chi vinciu era di ranu,
non mindi futtu cchiu ru vostru vinu,
caru don Peppinu.
Anonimo platiese

*Pegucciani sono quelle comari che vanno messa e chiesa e dimentiche di aver fatto la comunione, spettegolano degli altri, anche in chiesa mentre dicono le orazioni.

Possiamo considerare il testo dell’Anonimo platiese come una sorta di versetti satanici,  nel loro background si nasconde una folta schiera di scontenti. Sono gli anni del fitto esodo, il paese politicamente è diviso, anche se c’è buona parte che ondeggia da uno schieramento all’altro. La pubblicazione del testo è stata a lungo dibattuta per via di possibili risentimenti, d’altro canto il contenuto è una testimonianza diretta di un’epoca trascorsa, per molti, la stragrande maggioranza, dimenticata.

 

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