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domenica 16 gennaio 2022

Le cinque rose di Jennifer [di Tomaso Sherman - 1989]


 

Ciao … Mi chiamo Jennifer frequento la classe 4a, ho 10 anni e vivo a Cirella, un paesino ai piedi dell’Aspromonte. Io se mi affaccio dalla finestra posso ammirare il fascino dell’Aspromonte ma posso ammirare Pietra Cappa. Pietra Cappa è il monolite più alto d’Europa, è alta 140 metri e occupa 4 ettari di terreno, a pensare che tanti turisti partono da lontano per visitare l’Aspromonte mi fa sentire fortunata. Nella montagna Aspromonte si possono trovare diversi animali tra cui: il cinghiale, il lupo, la volpe, invece tra i rettili la più diffusa è la vipera e tante altre specie. Nella flora troviamo principalmente il faggio, abeti, il castagno, la quercia mail più diffuso nelle colline Aspromontane è l’ulivo.
Mio nonno nel piccolo paese di Cirella ha fondato il Frantoio Perre dal 1964 ad oggi, con molti sacrifici ha iniziato a comprare sempre più terreni, abbiamo circa 170 ettari di terreni ai piedi dell’Aspromonte. Nonno era papà di 8 figli e voleva inventare qualcosa per dare un futuro ai suoi figli, ha iniziato con un piccolo frantoio che aveva la macina in pietra stiamo parlando del 1964. E man mano che gli anni passavano i figli maschi che tutt’ora sono eredi, tra cui mio padre e due miei zii, si sono innovati con la tecnologia moderna e macchinari di ultima generazione. Abbiamo un imbottigliamento, cosa che una volta non c’era. Esportiamo il nostro olio a livello intercontinentale, negli Stati Uniti, in Canada, in Francia, Germania e in tutta Italia. Oh!!! Dimenticavo a dire una cosa molto importante, il nostro olio arriva direttamente dalle colline ed è tutto certificato bio, senza conservanti e le nostre piante non hanno alcun trattamento chimico. La macinatura delle olive viene lavorata a freddo nella stessa giornata della raccolta perciò l’olio è super buono; la raccolta ha inizio in ottobre e finisce a marzo. Io abito sopra al frantoio sin da quando ero piccolina, per me svegliarsi col profumo di olio appena macinato è una cosa che se non si sente non si può spiegare a parole. Io appena posso vado ad ammirare come avvengono i procedimenti della macinatura. Con il primo olio di ogni stagione, mi vado a fare direttamente la bruschetta giù insieme a tutta la famiglia.
Infine, più di una volta tutta la mia scuola è venuta a visitare la mia azienda, i miei compagni sono rimasti meravigliati, pur essendo dello stesso paese non avevano mai visto tutta la procedura che avviene, da piccoli ulivi a olio direttamente in bottiglia. Io sono molto fiera che mio nonno ci ha lasciato questa bellissima eredità, mi auguro che noi nipoti riusciremo a tramandare questa attività perché è una tradizione di famiglia e siamo fieri di averla.
Nonna mi racconta che nei paesi Aspromontani sino a non molto tempo fa le persone conducevano una vita sicuramente più dura e molto diversa specialmente le famiglie contadine.
I contadini Aspromontani passavano la giornata nei campi a coltivare e allevare il bestiame. Però la sera si radunavano nelle stradine o davanti un camino a raccontare storie successe realmente.
I miei nonni da bambini hanno vissuto la guerra del 1943. Nonna mi racconta che l’8 settembre ci fu una guerra tra forze armate italiane e gli alleati. La guerra si svolse in pieno Aspromonte (tra le montagne di Platì e Oppido Mamertina) Ci furono molti morti e prigionieri ma quella fu l’ultima guerra. Loro vivevano nella paura perché saccheggiavano le case.
L’Aspromonte è una terra meravigliosa e ricca di risorse, Aspromonte vuol dire “Monte aspro”, io sono contenta delle mie origini e tradizioni e orgogliosa di essere Aspromontana.
Jennifer Perre classe 4a primaria
Plesso Cirella istituto Platì
 

Testo partecipante al Premio "E. Gliozzi" organizzato dall'Associazione Etno- Culturale Santa Pulinara, edizione 2021.


A dieci anni Jennifer Perre oltre che essere “contenta delle mie origini e tradizioni e orgogliosa di essere Aspromontana”, ha già una prosa sciolta e sicura e con il suo nome e cognome promette anche di finire sulle copertine dei libri. È una speranza, solamente nostra, come poche altre, anche perché la Calabria ha una letteratura tutta maschile. Per ora le possiamo consegnare solo un virtuale olivo d’oro.



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