L’agosto platiese edizione 2019 non ha offerto niente di particolare
che possa essere messo nell’album dei ricordi: solo ronzio di mezzi a due
ruote, gas di scarico, qualche ventola di condizionatore d’aria, amalgamati per
bene dalla calura particolarmente fastidiosa. Una lodevole iniziativa a
carattere familiare però conviene non farla tacere: il ricordare con una messa
in suffragio il tragico evento che scosse il paese una mattina di sessanta anni
orsono. Una disgrazia sulla montagna, le grida di allarme, la corsa verso il
ponte, una vita spezzata, la morte di Trimboli Antonio di Rosario e Miceli
Francesca, alias parlinu, a trentasei
anni dalla nascita. Il dolore della vedova e dei figli riunì per quel giorno e
i successivi il paese ed il tema musicale proposto di seguito mi pare renda
bene quel luttuoso momento. Peppina Violi divenne la vedova per eccellenza e ai
suoi figli il dolore per la perdita del genitore. Su quest’ultimi i giochi
infantili prevalsero e davanti l’uscio di casa accorrevano Raimondo, Sarineiu,
Tino, Gianni e Gino. Saro, Pasqualino e Toto non rimasero soli.
Forse se tutti i ceppi familiari platioti di tanto in tanto portassero
fuori dal sarcofago un loro familiare venuto a mancare nei tempi che furono,
attorno, perché no!, ad una messa in suffragio e a un bicchiere di vino, il
passato di un’intera comunità non sarebbe (stato) vano.
Trimboli Antonio Loreto, mulattiere, nasce il 10 dicembre
1923, figlio di Rosario (u parlinu), 1866-1954, e di Francesca Miceli
(1883-1953). Il 30 gennaio 1947 sposa Violi Giuseppa nata l’11 aprile 1925, figlia di
Pasquale (u cociularu), 1887-1962 e di Ciampa Maria (1895-1984). Violi e
Trimboli si sono uniti diverse volte in matrimonio: Maria, sorella di Antonio,
aveva sposato Francesco Violi (sempre cocciulari). Un altro fratello di
Antonio, Francesco, aveva sposato Anna Violi (stessa famiglia) e poi emigrati
in Australia. Sempre in Australia, Marianna Trimboli, figlia di Giuseppe u
parlinu, il più grande dei fratelli, ha sposato Pasquale Violi u cocciularu,
fratello dei Violi sopra citati.
Come spesso accadeva,
era il mestiere a unire le famiglie, proprio come le corporazioni medievali.
Infatti Violi e Trimboli hanno condiviso le strade mulattiere a dorso di mulo
per diverse generazioni.
Antonio Trimboli era
una persona molto attiva a Platì. Conosciuto per la sua vivacità e gioiosità.
Quando una ditta di Reggio Calabria prende l’appalto per la costruzione della
strada in montagna che doveva congiungere Platì con la Piana, lui decide di
proporsi come operaio insieme ad altri di Platì. A quanto pare un po’ a fatica
poiché molti ritenevano non avesse bisogno di lavorare visto l’attività di
mulattiere piuttosto prolifica. Ma attraverso delle referenze riesce a farsi
assumere.
Antonio Trimboli muore il 27 luglio 1959. Durante il lavoro,
un masso si stacca dal terreno e rotola giù a valle fino a schiacciare il
giovane Antonio che lascia la moglie con 5 figli e un sesto in grembo.
P.S. Il 30 gennaio del 1947 Antonio Loreto e Giuseppa Violi si sposano davanti all'arciprete Minniti. Il successivo matrimonio è quello di Mittiga Francesco di Rosario e Gliozzi Caterina, papà e mamma, davanti allo zio Ciccillo, il 16 febbraio 1947.
P.S. Il 30 gennaio del 1947 Antonio Loreto e Giuseppa Violi si sposano davanti all'arciprete Minniti. Il successivo matrimonio è quello di Mittiga Francesco di Rosario e Gliozzi Caterina, papà e mamma, davanti allo zio Ciccillo, il 16 febbraio 1947.