Nella foto - cortesia degli eredi Mimì Col. Fera - Michele, Maria Concetta e Peppe, pulinaroti doc, nell'estate 1959.
"Sono come un ontano del fiume, le mie radici sono fisse e profonde" Mikio Naruse, 1958
lunedì 8 luglio 2019
domenica 30 giugno 2019
L'altro volto della speranza [di Aki Kaurismäki, 2017]
LETTERE – Rubini si rivolge a La Malfa
nazionale
per Platì
Caro segretario,
non condivido le preoccupazioni, dell'amico Nucara, e
non comprendo né giustifico le affermazioni secondo le quali la nostra
iniziativa sarebbe una sceneggiata.
Ritengo che la presa di posizione di formare una lista
per Platì formata da cittadini di tutt’ Italia sia estremamente importante. Il
fattore simbolico inserito in questo "Progetto Platì” ha un valore di
valenza nazionale che non poteva sfuggire all'Italia democratica.
Da tutta la nazione sono arrivati attestati di
solidarietà che confermano la bontà dell'iniziativa.
Gli intrecci dei vari partiti su questa questione,
anche contraddittori, fanno comprendere che la "provocazione repubblicana”
ha colpito nel segno. La classe politica calabrese si è risvegliata su un caso
che rischiava di essere seppellito perché troppo pericoloso. Noi andiamo avanti
secondo le iniziali indicazioni. La dichiarazione di Nucara sul
commissariamento ulteriore mi trovano perplesso poiché significa rimandare un
problema drammatico la cui soluzione può essere trovata subito. Platì ha
bisogno di liste democratiche, immediatamente.
Cordialmente
Il Segretario del Pri di Teramo
Tito Rubini
IL
GIORNALE DI CALABRIA QUOTIDIANO
REGIONALE D’INFORMAZIONE - Anno XXIX – N. 208 Sabato 28 settembre 1991
https://iloveplati.blogspot.com/2019/04/il-vizio-della-speranza-di-edoardo-de.html
mercoledì 26 giugno 2019
E DI SHAUL E DEI SICARI SULLE VIE DI DAMASCO [di Gianni Toti, 1974]
Paolo di Tarso
Un ferale corteo percorreva un giorno – schiamazzante – le popolate vie
di Gerusalemme: S’andava a lapidare un bestemmiatore fanatico. Era un giovine
pallido, di nome Stefano, buono come il pane, solo reo confesso di appartenere
a l’odiata setta dei cristiani – dicevano.
Non per questo, un’olimpica serenità gli risplendeva sul volto;
camminava, o meglio veniva trascinato da cento braccia fuori le mura, ma egli –
mite come il suo Maestro – non metteva fuori un lamento, una lacrima, una
maledizione, tutt’altro.
Un giovine vigoroso – da l’ampia fronte pensosa – veniva anch’esso al
luogo de la condanna, una vasta pianura di là del Cedron, arida e
biancheggiante d’ossame. Ivi giunti, il Martire piegò in un istante sotto la
tempesta di sassi, sanguinolento e pallido. Pareva un fior primaverile colpito
da la grandine fitta.
Il giovine vigoroso che lo seguiva rispondeva al nome di Saulo.
X X X
Da lontano s’udiva la pesta d’un cavallo rampante sulla via di Damasco.
Un cavaliere in fretta marciava, con pieni poteri, a la cattura dei cristiani,
e questo cavaliere era Saulo.
Il Libano vicino, intanto, ammantato di sole, rispondeva a quei passi
ed i cedri eterni, da le verdi chiome incurvate, stavano immoti aspettando –
quasi che lo sapessero –un’istantanea mutazione di scena. Ed ecco, d’un tratto,
cavallo e cavaliere precipitati per terra mentre che un’onda di luce
soprannaturale l’investe. (Il sole, in quel momento, pareva avesse
riconcentrato i suoi raggi tutti sul capo del caduto). Si volta, si poggia sul
fianco il cavaliere ed una voce soave lo scuote, l’affascina, l’attrae: Saulo –
gli dice – Saulo, perché mi perseguiti? Un momento dopo un cieco brancolava su
la via di Damasco …
Dal Libano vicino, intanto, i cedri eterni – da le verdi chiome
incurvate – mandavano confusi mormori ed i ruscelli limpidi dicevano: “Sorgi, o
campione de la Croce, sorgi ad illuminare la terra”. Paolo di Tarso si scosse,
si strinse al petto i panni insanguinati e disse: Sul Campidoglio i vecchi numi
tremano vi pianteremo la Croce.
X X X
E s’incamminò per conquistare la terra col valore sicuro d’un paladino,
passando su le rovine d’un mondo defunto ed aprendo le porte de la nuova Idea
per cui il Biondo Nazareno era morto. I popoli d’Asia Minore e de la Magna
Grecia lo videro passare, quell’ de l’Arcipelago e de la Palestina si voltarono
per benedirlo, mentre Egli –l’Apostolo – continuava sereno la marcia trionfale
verso il Campidoglio, sul domicilio inaccessibile di Giove Statuo.
Noi lo vediamo, infatti ne la grande metropoli della corruzione
sconvolgere con la sua parola dinamica tutto un mondo invecchiato dal sozzo
epicureismo regnante ed impiantarvi un nuovo ordine d’affetti ed Idee,
intieramente diverse da le vecchie teorie – cancrena de l’Urbe e de l’intiero universo.
X X X
Ne cimiteri, ne l’arenaie, ne le grotte; ovunque un sentimento di pace
e di raccoglimento raduna i trepidi adoratori del Nazareno, un uomo comparisce
ed ha la fronte solcata dal dolore, con le vesti lacere e da la barba incolta.
Esso parla. Un silenzio occupa le moltitudini, le sue parole cadono come lingue
di fuoco sui devoti ascoltanti, un gemito rompe ora il silenzio, un grido
poscia s’eleva, seguito tosto da un coro di voci dicente “Vogliamo presto
vederlo – Cristo. Noi vogliamo vederlo”.
E l’Apostolo, commosso, esortò tutti al martirio, al sacrificio cruento
d’ognuno de la propria esistenza, a la sublime testimonianza ultima di fede
dinanzi al tiranno. La commozione si rende generale. Molti neofiti vengono battezzati,
si distribuisce il pane dei forti e l’Apostolo esce.
Una sera invano fu atteso. Si seppe il giorno dopo che Paolo di Tarso
era stato calato nel Tulliano e molti piansero.
X X X
Reduce Nerone dai ripetuti e splendidi trionfi di Grecia intese come ne
l’orrida prigione di Catilina un vecchio ed ostinato cristiano oprava ancora de
le conversioni ed in persona da gli stessi suoi pretoriani. - Oh vada a morir
decapitato costui fuori de le mura – aveva urlato la Belva – e non sia l’ultimo
… Quel giorno, infatti, un vecchietto da la lunga barba ed incolta, curvo sotto
il peso de la fatica e de gli anni, veniva condotto da gli sgherri, fuori di
Roma, in un campo presso una palude, detto le Acque salvie, in quei luoghi la
testa del vecchietto fu spiccata dal busto e rotolò su l’erba umida che furon
bagnate di sangue. Quel sangue fu lavato da tre fontane, miracolosamente
spuntate.
Oggi il pellegrino ci sa dire benissimo come sul Campidoglio abbia
veduto una Croce, ed accanto a quella Croce due venerande figure. L’una
slanciata, calva appoggiata ad un ferrato bastone di pellegrino; e l’altra
corta e robusta, con una spada nel pugno: Sono le formidabili figure de gli
Apostoli Pietro di Galilea e Paolo di Tarso, veglianti per la salute de la
Sposa di Cristo.
Ernesto Gliozzi Fera
Nota. E' un piacere, per me, incollare sul testo di Ernesto Gliozzi il vecchio - allora Gliozzi Fera, siamo nella prima-seconda decade del novecento, niente di che lo ammetto,un panegirico superato - il film di Gianni Toti del 1974. Film, mai più rivisto, difficile da accettare e digerire per via dello sperimentalismo estremo sebbene affascinante, che gli autori, tanto premiati oggi nei festiva, neanche ragguagliano. Paolo è oggi un nome quasi dimenticato all'anagrafe platiota, un tempo veniva esso-spesso incollato sui nuovi arrivati al mondo e l'icona che ancora si venera nel duomo di Platì faceva sognare, per via della spada, ai piccoli mirabolanti avventure da vedere nell'annesso cinema.
mercoledì 12 giugno 2019
Prima e dopo [di Barbet Schroeder, 1996]
Comincio a piovere il I 5 ottobre 1951 e piovve per
giorni e giorni, c’è anche chi dice per qualche settimana. Una frana aveva già
rotto e svuotato la montagna e rovinato il Municipio nella parte bassa del
paese. Le cascate di pioggia scavarono il monte rendendo più profonda la
spaccatura e i detriti di roccia, gli alberi, la terra smossa e il fango
rotolarono come una fiumara solida e distrussero con un rumore sordo le pareti
e i tetti delle fragili case, mentre anche il terreno franava. Le fiumare
parvero matte più del solito, avevano scardinato tutti i possibili argini,
erano uscite dai vecchi letti, portatrici di carcasse di animali, di masse
informi cli fango, di macigni, di tronchi".
CORRADO STAJANO, Africo, 1979
Al testo originale ho scambiato/sostituito "... nella memoria degli africoti" con "dei platioti", ignaro l'autore, senza danneggiarne la maestria letteraria, un peana al luogo e al tempo. Lo scopo ancora una volta è quello di sottolineare le colpe di chi aveva l'obbligo del risanamento a tutto vantaggio del danneggiamento morale di un'intera popolazione. La foto di Brancatisano appartiene ed è conservata dagli eredi di Joe Ielasi in Adelaide che ne hanno gentilmente concesso la pubblicazione.
lunedì 10 giugno 2019
La morte in diretta [di Bertrand Tavernier, 1980]
Platì –
E’ morta durante il trasporto in ospedale
Una donna è
colta da collasso
durante la
perquisizione dei CC
REGGIO CALABRIA -
Circondato dai carabinieri «parà», alle prime ore dell'alba,
il centro abitato di Platì e le sue frazioni nel raggio di due chilometri. E'
la terza fase questa dell’operazione tesa a contrastare all'anonima sequestri
il possesso territoriale dell'Aspromonte e nel contempo, a localizzare la
prigione del farmacista, dott. Antonio Curia.
Sono stati impiegati, nel blitz, duecentocinquanta
carabinieri divisi in squadre che hanno operato l’accerchiamento del centro
dell'entroterra jonico provenienti dai piani dello Zomaro e da Bovalino Marina.
Solo nella prima parte dell'operazione è stato possibile impiegare gli
elicotteri che, poi, sono dovuti ritornare alla base di Vibo Valentia per le
cattive condizioni atmosferiche.
Presidiati i punti nevralgici del paese i carabinieri hanno
iniziato la perquisizione di tutte le abitazioni alla ricerca di latitanti e
per sequestrare armi e munizioni. Il rastrellamento si è esteso anche nel
territorio del Comune di San Luca dove sono stati ispezionati ovili, anfratti, grotte
e casolari diroccati.
Gli uomini del ten. colonnello Sabato Palazzo, comandante
del Gruppo dei carabinieri, hanno proceduto all'arresto di quattro persone per
detenzione abusiva di armi e munizioni. Si tratta dl Antonio Grillo, 35 anni;
Rosario Trimboli, 44 anni; Francesco Trimboli, 22 anni; e Michele Catanzariti,
38 anni, tutti di Platì. Altre diciannove persone sono state denunciate a piede
libero per reati vari; sequestrate due pistole, tre fucili, munizioni di diverso
calibro e chilogrammi di polvere da sparo. A conclusione di una delle
perquisizioni nelle abitazione del centro di Platì si è verificato che la
padrona di casa si sia sentita male. Si tratta della signora Girolama de Leo,
66, anni, cardiopatica, la quale è stata visitata dall'ufficiale medico dei
carabinieri che le ha prestato anche le prime cure.
La donna è stata poi adagiata su un'autoambulanza e
trasportata d'urgenza all'ospedale civile di Locri. Ma tutto è stato vano in quanto
la De Leo è deceduta durante il tragitto stroncata, come hanno accertato i
sanitari del nosocomio locrese, da un collasso cardiaco.
l.m. GAZZETTA DEL SUD Venerdì 7 Marzo 1986
Durante un 'operazione anticrimine del «Tuscania»
Drammatico
blitz
dei
« para» a Platì
Una vedova muore d 'infarto
Si trovava insieme ad un'anziana
parente e ad una nipotina al
momento della perquisizione
domiciliare effettuata alle prime luci
dell'alba - Denuncia della famiglia
Platì - Ancora una morte drammatica a Platì. Ma questa volta in
seguito ad un'operazione dei carabinieri
del «Tuscania», i famosi «parà» che si stanno utilizzando nella lotta
alla criminalità organizzata della provincia di Reggio Calabria. Nelle prime
ore di ieri è stata stroncata da un infarto una signora, Girolama Leo, al
termine di una perquisizione domiciliare effettuata dai paracadutisti nella sua
abitazione, dove stava riposando insieme con la ciognata ed una nipotina. La
vedova non ha retto allo spavento provocato dal blitz dei Cc, che avevano
praticamente cinto d’assedio l’intero paese rastrellando tutte e case del
centro abitato. Perquisita anche l’abitazione del sindaco Pasquale Marando. Non
è stata risparmiata neppure quella del parroco don Ernesto Gliozzi e della
comunità di Suore. La ha gettato ancora e più nella disperazione un paese già duramente provato dalla violenza.
OGGISUD venerdì 7 marzo 1986
Bilancio drammatico di un 'operazione anticrimine dei carabinieri
Vedova muore d 'infarto
durante una perquisizione
II fatto avvenuto in un blitz dei «para» a Platì
Plati - Si è trasformata in
dramma un’operazione condotta ieri dai carabinieri del battaglione speciale «Tuscania» nel territorio di Platì.
Una donna ultrasessantenne, Girolama De Leo vedova Mittiga, è morta durante una
perquisizione domiciliare svolta dai nella sua abitazione, dove viveva insieme
con una cognata più anziana di lei e con una nipotina. Non è ancora chiara la
dinamica dei fatti, ma sembra che la donna sia stata stroncata da un infarto
cardiocircolatorio per la forte emozione causata dalla visita dei carabinieri.
ii. Inutili sono stati i tentativi di rianimarla e soccorrerla. Il
battaglione paracadutisti del «Tuscania», comandato dal tenente colonnello
Pistolesi e dal capitano Tunzi, era giunto a Platì alle tre di mattina con
mezzi motorizzati, cingendo in pratica d'assedio il paese. Gli uomini del
battaglione hanno subito iniziato un
rastrellamento a tappeto, visitando mia ad una ad una le abitazioni del centro
aspromontano, compresa quella del sindaco Marando (che è anche presidente del
comitato di gestione dell’Usl n. 28 e che inutilmente aveva cercato di dare le
proprie referenze), quella del parroco don Gliozzi e l'asilo gestito dalle
Suore Salesiane.
Sembra che il blitz non abbia sortito nessun arresto o sequestro di armi,
ma in compenso ha gettato il paese in uno stato di quasi terrore, che purtroppo
è costato la vita di una persona innocente. L'operazione rientrava in quelle
decise dell'Arma per rispondere alla recrudescenza criminale nella provincia di
Reggio
Calabria, soprattutto dopo il rapimento del farmacista Antonio Curia. Già
domenica scorsa i paracadutisti del «Tuscania» avevano agito nel quartiere
Archi di Reggio, operando diciannove arresti. Platì era stato scelto per
un'azione che aveva probabilmente un duplice scopo: quello di ricercare persone
latitanti che trovano ospitalità in quella zona e quella di svolgere un
servizio teso alla prevenzione dell'attività mafiosa. Si voleva insomma far
«sentire» la presenza delle forze dell'ordine in un paese considerato «caldo»
dal punto di vista della giustizia e che già respira un clima di tensione e di
assedio.
Come si ricorderà nello scorso mese di febbraio avvenne l'ultimo
eclatante delitto, quello del duplice omicidio dei coniugi Prestia, due persone
incensurate, così come lo era Girolama De Leo e la sua famiglia (un figlio
della vedova morta d'infarto è medico a Roma ed una figlia lavora presso il
locale ufficio postale). Una denuncia è stata già presentata dai familiari alla
procura di Locri
Enzo Romeo OGGISUD venerdì 7 marzo 1986
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Ernesto Gliozzi Jun,
I Love Platì
giovedì 6 giugno 2019
Alle soglie della vita [di Ingmar Bergman,1958]
Per la terza edizione, 2019, del Premio Letterario “Ernesto Gliozzi”, archiviata come le
altre volte presso la Scuola Media di Platì il 31 maggio scorso, il maggior
riconoscimento, e la lode che ne consegue, vanno alle Maestre Rosaria Sacco e
Santina Stilo che con l’impegno che le caratterizza hanno predisposto i loro
alunni alla maturità che spetta di diritto a bambini che ancora non hanno
compiuto il decimo anno di vita. Le Maestre Sacco e Stilo hanno la tempra
giusta per portare a termine questo non facile compito. E’ attraverso le loro
schermaglie sacrosante che nasce e matura il frutto, laddove si nota anche lo
scarso interesse dimostrato dai loro colleghi, Professori in fattispecie, della
Scuola Media. Le Maestre Sacco e Stilo hanno posto anche le basi di quelle che
saranno le future edizioni di un Premio povero. A nessuno è chiesto niente,
tanto meno a quelli che dovrebbero garantire i diritti spettanti ad una
comunità abbandonata a se stessa, la quale non trova la strada per uscirne con
le proprie forze. Dal canto loro i piccoli scolari si sono impegnati ad
illustrare il motivo proposto dagli organizzatori: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociali e sono uguali davanti alla
legge senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni
politiche, di condizioni sociali.
Attraverso il citato testo i piccoli partecipanti hanno illustrato con
scritture e disegni la loro esperienza con la vita e la comunità sociale. E gli
elaborati segnalati in fase di premiazione ne erano una valida sintesi e
testimonianza. Allo stesso tempo su Annalucia Papalia, Maria Fanzago , Maria
Pangallo e Pasquale Grillo si sono appuntate nuove speranze per il futuro di
Platì, certi dell’infelice cammino che li aspetta, a cominciare dall’ingresso
in quella Scuola Media di cui si sono già lamentate le insufficienze. In vena
di polemica è quasi doveroso far notare agli uomini di buona volontà che Platì
non ha bisogno di sole caserme e oratori intitolati ai caduti della benemerita
ma anche un cambio di effige per l’istituto scolastico ancora intitolato al De
Amicis, visto che Platì ha dato i natali ad un educatore, e unico
meridionalista platiese, come Pasqualino Perri, compianto in altre terre e
distretti scolastici e dimenticato nel suo paese natale. Platì, non è il
distretto 13 di carpenteriana memoria, è il distretto della vita.
lunedì 3 giugno 2019
Winning - may 31, 2019
Maria Pangallo con Bullismo e Cyber bullismo , Annalucia Papalia con Una volontà mutilata e Maria Fanzago scuola media II B con Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge
assieme a Pasquale Grillo (assente giustificato) con Il bullismo
sono i vincitori della terza edizione del Premio Letterario "Ernesto Gliozzi" organizzato dall'Associazione Culturale "Santa Pulinara" e rivolto agli alunni dell'istituto comprensivo "E. De Amici" di Platì.
La piccola signorina Maria Pangallo aveva già ritirato il premio nella edizione 2018 con il racconto Il fiore della vita.
Nel corso dell'edizione 2019 sono andate perdute una G e una L nell'eccitamento dovuto alla insperata riuscita dell'evento. Chi le rinvenisse è invitato ricomporle al IOZZI riportato dalla stampa.
giovedì 30 maggio 2019
Winning [di Jacqueline Joseph 2016]
Terza edizione del Premio Letterario "Ernesto Gliozzi"
Platì 31 maggio 2019
presso
l'istituto comprensivo "E. De Amicis"
mercoledì 29 maggio 2019
Fatti corsari - Varapodio addio
-Laria Rocco (16.8.1879/28) di Domenico e di Galloni
Francesca, da S. Cristina.
-Sisinni Girolama (16.1.1880/4) da Messignadi - vedova di
Mittiga Saverio.
-Reale Domenico (Mo.31.3.1880/14) da Delianuova.
-Tripepe Giuseppe (19.9.1880/56) di Domenico e di Eugenia...
-Oliva d. Girolamo (28.10.1880/60) di d. Giuseppe e di d.
Teresa Barletta, sacerdote.
-Mittiga d. Carolina (19.11.1880/62) di d. Ferdinando e di
d. Giulia Leuzzi- ved. di d. Francesco Gliozzi.
Oliva d. Stefano (26.12.1880/72) di d. Arcangelo e di d.
Rosa Romeo, marito di d. Vittoria Spagnolo, medico (doctor phisicus).
-Pangallo mf Francesca (Mo.1.1.1881/1) di Giuseppe e Lentini
Maria.
-Mittiga mf Teresa (Mo.24.1.1881/5) di Dom. e Morabito
Angela- uxor Portolesi M.
-Puzzo Giuseppe (Mo.29.4.1881/23) di Pasq. -v. Carbone Anna
-Morabito d. Rachele (Mo.25.5.1881/30) di d. Franc. e d. Rosa
Oliva- marito Lentini Raffaele.
-Spagnolo d. Maria Vittoria (Mo.2.7.1881/37) di d. Gius. e d.
Rosaria Sculli, da Bovalino, ved. del dott. fisico Stefano Oliva.
-Garreffa Francesca (Mo.17.8.1881/43) di Franc. uxor d. Giuseppe
Gliozzi.
-Oliva d. Luigi (Mo.21.10.1881/53) di d. Mich. e d. Gaetana
Empoli.
-Rinaldo Giuseppe (Mo.23.12.1881/71) di Dom. v. Spagnolo Rachele
-Pillingò Domenico (Mo.28.3.1882/13) di Vincenzo da
Varapodio e di d. Domenica Zappia - era venuto qui per vedere la suocera d. Domenica
Zappia, ved. del mf Giuseppe Zappia, morì improvv. all' entrare in casa. Era nato
il 1858.
-Caruso Elisabetta (Mo.12.5.1882/27) di Nicola, da Ciminà - ved. Romeo
Gius.
-Zappia d. Carmela(Mo.25.8.1882/49) di d. Rosar. e Lenzi
Rosa ved. Mittiga G.
-Morabito mf Giuseppa (Mo.1.12.1882/65) di Dom. Ant. e di
Mittiga Teresa, ux. mf Carlo Zappia.
Nota. Molti nomi sono già apparsi su questo elenco come su queste pagine. Vi faccio notare che d. vale don o donna, intesi come appellativi onorifici. Di rilievo sono i luoghi, aspromontani, di origine di molti, il cui collegamento oggi è interrotto a causa dell'incuria dello Stato Sovrano. Il doctor phisicus D. Stefano Oliva era fratello di Filippo sposo della napoletana contessina Luisa Ricciardi. Il registro è quello dei morti Vol. V°. Il lavoro è per Ernesto Gliozzi il giovane.
lunedì 27 maggio 2019
Blood Story [di Amasi Damiani,1972]
Riganò Giuseppe fu Antonio e Mittiga Carolina, di anni 20, sposò il
17/08/1973 Cinneri Grazia fu Giuseppe e Marando Francesca di Rosario
Zappia Pasquale fu Filippo e Virgara Elisabetta sposò Riganò Maria fu
Antonio e Mittiga Carolina il 21/04/ 1875
Riganò Antonio e Mittiga Carolina ebbero anche Giuseppa che sposò
Marando Rosario da cui nacque anche Giuseppa da loro nacque Francesca sposa di
Cinneri Giuseppe da cui nacque Grazia
Zappia Pasquale (su pascali)
e Virgara Elisabetta ebbero Antonio che sposò Gliozzi Serafina (zia Serafina)
Mittiga Francesco di Rocco e Buccafurni Rosa, di anni 25 sposò Riganò
Rachele fu Antonio e Mittiga Carolina di anni 20… da questi nacquero tra gli
altri Antonino, Rosario, Angela e Carolina.
Angela andò sposa di Lentini Giuseppe da cui nacque Ciccina (Francesca)
sposa di Peppino, muttuiu, Caruso.
Antonino andò sposo di Creazzo Francesca da cui nacquero Francesco,
Rosario e Antonino che nacque dopo la sua prematura morte violenta.
Carolina rimase nubile.
Rosario sposò Trimboli Maria e nacquero: Francesco, Giuseppe, Rachele,
Rosa e Giuseppina ...
e quindi
Pino, Angelina, Saro, Gaetano, Lia, Saro, Maria, Gino e Gianni.
Nota. Questa genealogia a me sconosciuta la compilò lo zio Ernesto il giovane, prima di scoprirla avevo noto solo il mio sangue Riganò. La polaroid è una delle poche immagini in cui appare la zia Angeluzza - la prima alla vostra destra - assieme alla nonna Lisa e alle sue spalle la zia Amalia, lo zio Pepé e lo zio Ciccillo. Sulla zia Serafina e di suo marito Antonio Zappia ho scritto qualche post addietro.
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