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lunedì 10 giugno 2019

La morte in diretta [di Bertrand Tavernier, 1980]



Platì – E’ morta durante il trasporto in ospedale
Una donna è colta da collasso
durante la perquisizione dei CC
REGGIO CALABRIA -

Circondato dai carabinieri «parà», alle prime ore dell'alba, il centro abitato di Platì e le sue frazioni nel raggio di due chilometri. E' la terza fase questa dell’operazione tesa a contrastare all'anonima sequestri il possesso territoriale dell'Aspromonte e nel contempo, a localizzare la prigione del farmacista, dott. Antonio Curia.
Sono stati impiegati, nel blitz, duecentocinquanta carabinieri divisi in squadre che hanno operato l’accerchiamento del centro dell'entroterra jonico provenienti dai piani dello Zomaro e da Bovalino Marina. Solo nella prima parte dell'operazione è stato possibile impiegare gli elicotteri che, poi, sono dovuti ritornare alla base di Vibo Valentia per le cattive condizioni atmosferiche.
Presidiati i punti nevralgici del paese i carabinieri hanno iniziato la perquisizione di tutte le abitazioni alla ricerca di latitanti e per sequestrare armi e munizioni. Il rastrellamento si è esteso anche nel territorio del Comune di San Luca dove sono stati ispezionati ovili, anfratti, grotte e casolari diroccati.
Gli uomini del ten. colonnello Sabato Palazzo, comandante del Gruppo dei carabinieri, hanno proceduto all'arresto di quattro persone per detenzione abusiva di armi e munizioni. Si tratta dl Antonio Grillo, 35 anni; Rosario Trimboli, 44 anni; Francesco Trimboli, 22 anni; e Michele Catanzariti, 38 anni, tutti di Platì. Altre diciannove persone sono state denunciate a piede libero per reati vari; sequestrate due pistole, tre fucili, munizioni di diverso calibro e chilogrammi di polvere da sparo. A conclusione di una delle perquisizioni nelle abitazione del centro di Platì si è verificato che la padrona di casa si sia sentita male. Si tratta della signora Girolama de Leo, 66, anni, cardiopatica, la quale è stata visitata dall'ufficiale medico dei
carabinieri che le ha prestato anche le prime cure.
La donna è stata poi adagiata su un'autoambulanza e trasportata d'urgenza all'ospedale civile di Locri. Ma tutto è stato vano in quanto la De Leo è deceduta durante il tragitto stroncata, come hanno accertato i sanitari del nosocomio locrese, da un collasso cardiaco.
l.m. GAZZETTA DEL SUD Venerdì 7 Marzo 1986



Durante un 'operazione anticrimine del «Tuscania»
Drammatico blitz
dei « para» a Platì
Una vedova muore d 'infarto 

Si trovava insieme ad un'anziana
parente e ad una nipotina al
momento della perquisizione
domiciliare effettuata alle prime luci
dell'alba - Denuncia della famiglia
Platì - Ancora  una  morte drammatica a Platì. Ma questa volta in seguito ad un'operazione dei carabinieri
del «Tuscania», i famosi «parà» che si stanno utilizzando nella lotta alla criminalità organizzata della provincia di Reggio Calabria. Nelle prime ore di ieri è stata stroncata da un infarto una signora, Girolama Leo, al termine di una perquisizione domiciliare effettuata dai paracadutisti nella sua abitazione, dove stava riposando insieme con la ciognata ed una nipotina. La vedova non ha retto allo spavento provocato dal blitz dei Cc, che avevano praticamente cinto d’assedio l’intero paese rastrellando tutte e case del centro abitato. Perquisita anche l’abitazione del sindaco Pasquale Marando. Non è stata risparmiata neppure quella del parroco don Ernesto Gliozzi e della comunità di Suore. La  ha gettato ancora e più  nella disperazione un  paese già duramente provato dalla violenza.
OGGISUD venerdì 7 marzo 1986

Bilancio drammatico di un 'operazione anticrimine dei carabinieri
Vedova  muore d 'infarto
durante una perquisizione
II fatto avvenuto in un blitz dei «para» a Platì

Plati - Si è trasformata in  dramma un’operazione condotta ieri dai carabinieri del battaglione  speciale «Tuscania» nel territorio di Platì. Una donna ultrasessantenne, Girolama De Leo vedova Mittiga, è morta durante una perquisizione domiciliare svolta dai nella sua abitazione, dove viveva insieme con una cognata più anziana di lei e con una nipotina. Non è ancora chiara la dinamica dei fatti, ma sembra che la donna sia stata stroncata da un infarto cardiocircolatorio per la forte emozione causata dalla visita dei carabinieri.
ii. Inutili sono stati i tentativi di rianimarla e soccorrerla. Il battaglione paracadutisti del «Tuscania», comandato dal tenente colonnello Pistolesi e dal capitano Tunzi, era giunto a Platì alle tre di mattina con mezzi motorizzati, cingendo in pratica d'assedio il paese. Gli uomini del battaglione hanno subito iniziato  un rastrellamento a tappeto, visitando mia ad una ad una le abitazioni del centro aspromontano, compresa quella del sindaco Marando (che è anche presidente del comitato di gestione dell’Usl n. 28 e che inutilmente aveva cercato di dare le proprie referenze), quella del parroco don Gliozzi e l'asilo gestito dalle Suore Salesiane.
Sembra che il blitz non abbia sortito nessun arresto o sequestro di armi, ma in compenso ha gettato il paese in uno stato di quasi terrore, che purtroppo è costato la vita di una persona innocente. L'operazione rientrava in quelle decise dell'Arma per rispondere alla recrudescenza criminale nella provincia di Reggio
Calabria, soprattutto dopo il rapimento del farmacista Antonio Curia. Già domenica scorsa i paracadutisti del «Tuscania» avevano agito nel quartiere Archi di Reggio, operando diciannove arresti. Platì era stato scelto per un'azione che aveva probabilmente un duplice scopo: quello di ricercare persone latitanti che trovano ospitalità in quella zona e quella di svolgere un servizio teso alla prevenzione dell'attività mafiosa. Si voleva insomma far «sentire» la presenza delle forze dell'ordine in un paese considerato «caldo» dal punto di vista della giustizia e che già respira un clima di tensione e di assedio.
Come si ricorderà nello scorso mese di febbraio avvenne l'ultimo eclatante delitto, quello del duplice omicidio dei coniugi Prestia, due persone incensurate, così come lo era Girolama De Leo e la sua famiglia (un figlio della vedova morta d'infarto è medico a Roma ed una figlia lavora presso il locale ufficio postale). Una denuncia è stata già presentata dai familiari alla procura di Locri
Enzo Romeo OGGISUD venerdì 7 marzo 1986

NOTA- Da notare la differenza di stile tra il quotidiano "fascio-bbuddace" messinese e quello calabrese.


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