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lunedì 5 marzo 2018

Il prezzo della giustizia (reg. John Badham - 1999)



Precetto di Pagamento
L’anno mille ottocento settanta nove il giorno ventitre del mese di Aprile in Platì 
A istanza di Mastro Francesco Mittiga di Rocco di condizione calzolaio domiciliato in Platì Mandamento di Ardore. E per gli effetti di legge elige la sua dimora nella propria casa di abitazione in contrada Capi Canali
Io Zappia Filippo usciere Comunale addetto allo ufficio della Conciliazione del Comune di Platì in data sette Settembre mille ottocento settanta sei ed estratte in forma esecutiva il giorno quattordici Settembre mille ottocento settantasette
Contro
Antonio Ciampa fu Vincenzo di condizione muratore domiciliato e residente in Platì.
Detta sentenza venne per ministero di me medesimo notificata e precettata ad esso Antonio Ciampa il giorno otto Novembre mille ottocento settanta sette colla spesa di centesimi cinquantacinque =
Sempre ad istanza di esso Francesco Mittiga di Rocco Io Zappia Filippo Usciere Comunale col presente atto di precetto di pagamento ad esso Antonio Ciampa di pacare immediatamente alla esibizione di questo atto nelle mani del creditore istante ho nelle mie usciere latore del documento le somme seguente.
1° Lire venti di parte capitale
2° Per spese giudiziarie lire due, e centesimi sessantacinque
3° Per la notifica e precetto precedente a quella data Centesimi cinquantacinque che in una sono lire ventitre e centesimi venti oltre le spese del atto presente. Colla diffida che qualora esso Ciampa non avesse a pagare le somme sopra dette, immediatamente a questo atto procederò al pignoramento dei suoi mobili effetti mobiliari e semovente fino alla concorrenza delle somme sopra dette non solo ma per quelle ancora da farsi
L’esecuzione immediatamente al precetto della sentenza venne decretato dal Signor Conciliatore di questo Comune di Platì in data di oggi medesimo dietro ricorso presentato da l’istante Francesco Mittiga di Rocco colla spesa di centesimi
Copia del presente atto da me sottoscritta portata e lasciata nel domicilia di esso Antonio Ciampa consegnandola in mano di sua figlia
L’Usciere Comunale
Zappia Filippo
Specifica
Carta bolli 2°                         L.  0,20
Scritturazione                        L.  0,30
Notifica                                   L   0,25
Sono centesimi                               75

Zappia Usciere Comunale


domenica 4 marzo 2018

Apocalypse Now (reg. Fancis Ford Coppola - 1979)



La «pax mafiosa»
di Platì
ILTEMPO
Anno XLIX / N. 333
Domenica
6 dicembre 1992

Dopo quattro consultazioni andate a vuoto, tre liste in lizza
Il Msi e due formazioni civiche tenteranno di restituire un’amministrazione alla «Capitale dei sequestri››. Ma occorrerà superare il quorum del 50 % dei votanti. Ogni pronostico, però è un azzardo. L’ultima Giunta comunale è stata travolta dagli scandali e dalla «rivolta delle donne››, infuriate per le ingiunzioni esattoriali.
La criminalità organizzata avrebbe preferito le urne vuote, ma intanto ha rinsaldato tutte le possibili «alleanze››. E lo Stato? Ha molte colpe, soprattutto di aver tollerato i localismi. Così, il paese resta la cenerentola dimenticata. La storia di «Massaru Peppi››, il leggendario maresciallo dei Cc Giuseppe Delfino.

dall`inviato
FRANCOBALDO CHIOCCI

PLATI’ -- Come andrà? «L'urna è femmena, la femmena qualche volta è puttana››. Anche Michele Strangio  - un bel volto saracino, parola facile quando denuncia le latitanze dello Stato e minimizza quelle dei mafiosi, mulinaio, candidato «del posto» nella lista Solidarietà e Rinnovamento insieme con gli «stranieri›» Salvatore  Zoccali, assessore regionale repubblicano che è di Reggio Calabria, e all'ambientalista d'assalto Silvano Vicenti, che viene da Reggio Emilia, guarda di traverso chi vuol sapere troppo,  e schiva filosofeggiando maschilista.
A Platì si può cominciare a chiedere, ma non a capire. Non spiegano neppure i coraggiosi che si sono decisi a tornare in campo per ricostruire una municipalità dopo quattro elezioni comunali andate a vuoto o invalidate, come l`ultima di settembre in cui si presentarono alla donchisciotte soltanto i missini venuti da Reggio. I segreti sono gelosi e invalicabili. Non per niente Platì è la capitale dei sequestri, dei latitanti, delle ombre. Diventa pericoloso anche un pronostico. 
Sul muro davanti al Comune, dove dal marzo scorso fa il convitato di pietra Tommaso Mondello, giovane commissario prefettizio impaurito e taciturno, una scritta chiede «Più lavoro, meno carabinieri» e un'altra grida «Abbasso il sindaco!››. La vernice è sbiadita, perché è del 1985. Quell'anno ammazzarono a lupara il sindaco Domenico De Maio. Aveva osato chiedere il ritorno al Comune dei beni demaniali disseminati ai pledi dell'Aspromonte e che dagli anni 50 sono finiti e restati i in “mani diverse”. Dice un proverbio d'antico revanchismo nato ai tempi in cui quassù arrivò il piombo dei piemontesi a caccia del mitico brigante Mittica, ex sergente borbonico ribellatosi allo Stato unitario: «Roba 'i guvernu cu nun futtî, vaij 'o 'nfernu››, se non rubi cose del governo vai all'inferno”.
Quello di come continuare a «futtere›› il demanio, e quindi la comunità, è uno del misteri dolorosi e intoccabili di Platì. Altri misteri sono contenuti in quella svariata e malassortita moltitudine di articoli del codice penale che accomunano a vario titolo rapitori ad amministratori nella stessa raffica di 73 avvisi di garanzia partita l'anno scorso dal Tribunale di Locri per fatti e misfatti commessi nel comune di Platì nell'ultimo decennio. Accanto ai responsabili dei sequestri Longo e Casella e ad altri mafiosi notori, figurano in questo coacervo da «colonna infame» della Giustizia inconclusa anche un sindaco, un vicesindaco, un ufficiale sanitario, sei segretari e quasi tutti gli impiegati municipali, due interi consigli comunali. Delitti gravi accanto a reati amministrativi non inconsueti, ma, nell'insieme, il groviglio di tutto un clima, il clima di una repubblica d'Aspromonte.
Di questo clima ha molte colpe lo Stato, la sua inefficienza, la sua impotenza, il suo tollerare soperchierie e localismi. Una colpa e più vistosa delle altre. La Comunità Montana di Bovalino e Ardore, paesi marittimi, accorpa il 98% dei finanziamenti per un territorio in cui Platì, il paese più montano, è la cenerentola dimenticata. Ma è l'altro clima, l'indigeno, il clima Sciroccoso e intimidatorio di Platì, dei suoi pericoli, delle sue paure, delle sue omertà, dei suoi misteri, quello che ha tenuto lontano Platì dalle urne per quattro volte consecutive, compresa l'ultima il cui esito fu nullo perché l'unica lista era la missina che prese 307 voti di temerari su appena 422 votanti provenienti de una popolazione di 2839 aventi diritto. Adesso le liste in lizza sono altre. Alla «provocatoria›› del Msi, si sono aggiunte quella capeggiata dall'assessore regionale repubblicano Zoccali in polemica col suo partito che non l`ha candidato a Reggio e quella civica guidata dal dottor Francesco Mittica, amico del Vescovo di Locri, medico del paese ed ex vice sindaco nella Giunta che fu spazzata via nel maggio '91 dalla rivolta delle donne infuriate per le ingiustizie delle ingiunzioni esattoriali sulla raccolta dei rifiuti e l`erogazione dell'acqua.
Sulla spontaneità di quella rivolta, nonostante tutto il folclore che ha fornito a Samarcanda e alla letteratura sociologica, c'è qualche dubbio. Fatto sta che, da allora, «qualcuno» impedì che avesse un seguito elettorale. Se adesso lo stesso «qualcuno» consente che si torni a votare è perché, se non si fosse presentata la terza lista, il paese sarebbe stato conteso e conquistato dagli estranei, dai «colonialisti» saliti a Platì al seguito del Msi e di Zoccali.
La pax mafiosa, che da Reggio è arrivata sull'Aspromonte più pericolosa di una guerra perché ha rinsaldato tutte le possibili alleanze a delinquere, avrebbe preferito le urne vuote, ma ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco. Quando la 'ndrangheta era agropastorale e non aveva le scarpe lucide degli affaristi gangster ma gli scarponi infangati dei contadini, quassù lo Stato era rappresentato soltanto da un carabiniere avventuroso e solitario: il leggendario maresciallo Giuseppe Delfino, il «massaru Peppi» dei racconti di Corrado Alvaro. Per catturare i banditi, latitanti e renitenti si travestiva da donna, da zingaro, da frate cercone.  Lo accettavano e lo rispettavano perché era leale come la guerra che in Aspromonte si combattevano i due ordini, quello istituzionale e quello supplente. Andato in pensione, «massaru Peppi› fu nel '47 il primo sindaco democratico di Platì. Il Vescovo di Locri, infuriato perché non si era presentato con la Dc, per esorcizzarlo fece venire in paese la Madonna del Santuario di Polsi, cara anche ai mafiosi. Non servì. Votarono per l'ex carabiniere pure i nemici che aveva ammanettato. Fu un idillio fecondo, ma breve. Altri tempi, altri mafiosi. Ora i mafiosi vorrebbero sparare anche sulle urne, oltre che sulle lucerne. Lo faranno,  visto che non sono più riusciti a farle restare vuote? Pronostico impossibile. L'urna è femmena.

Testo e foto IL TEMPO, 6 dicembre 1992

--------------  CURIOSITÀ --------------

Nota. Il giornalista (devoto a Padre Pio) passa per una penna eccelsa ma è sempre stato un parolaio. Le sue sono mezze verità carpite a persone che ovviamente parlavano con la mente al paese e non al giornale. Ferdinando non fu mai sergente borbonico  così come Giuseppe Delfino non fu mai un comunista e Mons. Chiappe fece arrivare la statua polsiana per paura dei comunisti. Platì e i platioti sono stati gabbati dallo Stato e non viceversa. Tutta la verità è ancora depositata in fondo al cuore dei platioti che, ancora, aspettano per darla alla luce. Quella che il giornalista dipinge è una apoclypse con tanto di elicottero come nel film citato. 



giovedì 1 marzo 2018

Le vie del cuore (reg. Camillo Mastrocinque - 1942)





Rev. Sig. Parroco,
Prof. ERNESTO GLIOZZI
Parroco di
PLATI’  (REGGIO CALABRIA)
ITALY

Rev. R. Beltrame
Catholic Presbytery,
P. O. Box  714
Griffith , N. S. W.  2180
ASTRALIA


Catholic Presbytery
Griffith , N.S.W
10 – 8 – 1977

                                                                                   Carissimo Mons. Ernesto Gliozzi,
Volevo scriverle da lungo tempo, ma ora l’occasione è diventata urgente. Anzitutto voglio con tutta sincerità da vero amico farle le condoglianze per la perdita del carissimo fratello, che mai non posso dimenticare, Don Francesco, per la sua grande semplicità, apertura, e il suo meraviglioso carattere confidenziale che metteva a proprio agio chiunque gli parlava o stava con lui. Che Gesù che amava gli umili di cuore dia al nostro carissimo Don Ciccillo la luce eterna del suo volto. Abbiamo pregato e offerto la Santa Messa per lui. Però mi stringe sempre il cuore al pensiero che, se verrò ancora a Platì, non lo vedrò più. Siamo tutti in cammino e là dobbiamo arrivare e se siamo umili possederemo il Regno qui e nell’aldilà.
Faccio le mie sincere condoglianze alla sua cara sorella e a tutta la famiglia.
Come va a Platì? spero che la sua presenza come parroco avvicini la gente al Signore. Abbiamo tutti e in ogni parrocchia lo stesso problema.
Ora qui incluso trova un cheque da dividersi secondo le offerte in due parti: una alla Santa Vergine Loretana e una per il Santuario di Polsi. Includo anche un’immagine che le sarà nota e che ha dei bei ricordi anche se lontani per il nostro cuore e non ho ancora abbandonato l’idea di poterne avere una copia esatta qui nella nostra chiesa.
Carissimo Don Ernesto, mi saluti tutti di casa e poi gli amici di Platì, quelli che mi hanno ospitato, specialmente Armando Mittiga e la sua carissima Signora, Luigino, Pasqualino e la sua famiglia, (parenti di Treccase) e tutti gli amici. Speriamo che Dio ci dia la grazia di vederci ancora nella bella valle di Platì e nella costa Ionica che sarebbe meravigliosa se ci fosse un po’ più di pace e di amore cristiano.
Abbracci fraterni
Don Raffaele Beltrame


Nota- Chi arriva a Platì senza premeditazioni va incontro ad un paese come tutti gli altri e da dove si riparte col cuore in mano, grati dell'ospitalità e coraggiosi di ritornarvi.
Don Raffaele Beltrame era originario di Castello di Godego in provincia di Treviso. E’ morto il 19 dicembre del 2015 all’età di 86 anni e per quarant’anni è stato accanto ai platioti di Griffith.


mercoledì 28 febbraio 2018

Te Deum - M. A. Charpentier



Quest'anno le olive stentano a cadere in rete, e, forse è bene ricorrere a qualche pratica esoterica visto che si sono perse quelle religiose. Ancora, Paolo fu Pasquale del Vignale ...  Michele Mittiga magazziniere ...Marando della Sezione olivocoltura ... hanno fatto il loro tempo ma qui li ricordiamo.




BENEDICTIO MACHINAE OLEAREAE

Adiutorium nostrum in nomine Domini
Qui fecít Coelum et terram.
Domine, exaudi orationem meam
Et clemor meus ad te veniat.
Dominus vobiscum.
Et cum spiritu tuo.

OREMUS

Omnipotens sempeterne Deus, qui in oleo cibos suaviores efficiendos iussisti, et electos tuos unprophetas vel reges ordinastí, quique Filium tuum unigenitum in sacerdotem aeternum unxisti;  Bene + dic machinam ìitam quae ad terendas oleas erecta est, ut inde oleum conficiatur ad cíbos condiendos et ad tuos fideles in plerisque sacramentis recípiendis signandos, Angelumque lucis ac defensíonis ei assignare digneris.
Per Christum Dominum nostrum.



lunedì 26 febbraio 2018

La saggezza nel sangue (reg. John Huston - 1979)


Ianaru siccu, massaru siccu

Frevaru, curtu e amaru

Frevi mu ndavi cu frevi mi misi ca quandu vojjiu, sugnu  u mejjiu di misi

Ancora ndavi a marzu p’a’ ngneji

Aprili muccarisi

Augustu i gustu e capu d’invernu


Cu ‘ndavi u commutu e non si servi Non ‘ndavi cunfessuri pemmu u ssorvi

domenica 25 febbraio 2018

Fatti corsari



Battezzati

1828 – 13 sett. Gliozzi Rachele da Gliozzi Giuseppe fu Carlo e Elisabetta Ioculano e da Filippo Codespoti
1831 – Gliozzi Serafina dai medesimi
1833 – 18 marzo – Giuseppe Antonio Enrico Gliozzi da Gliozzi Francesco fu Carlo e da Carolina Mittiga fu Ferdinando e Giulia Leuzzi (Carolina nacque l’1 gennaio 1800 ed era zia del più famoso Ferdinando alias Caci)
1836 – 29 marzo – Gliozzi Carlo Ferdinando – da Francesco fu Carlo e da Carolina Mittiga fu Ferdinando
1839 – 5 luglio – Mariantonia Teresa Benigna Gliozzi dai medesimi

Morti
1823 Carlo Gliozzi figlio di Giuseppe
1760 – Fabrizio Gliozzi padrino ad un battesimo
1773 2 dicembre – Francesco Giuseppe Antonio Gliozzi da Carlo Gliozzi e Elisabetta Ioculano
1776 Benigno Gliozzi da magnifico Carlo filio Fabricii et  Baernardinae Zappia et  Elisabetta Ioculano
1887 – Vincenzo Rosario Maria Gliozzi da Carlo e Elisabetta Ioculano
1754 – Nicola Gliozzi figlio di magnifico Fabrizio di anni 22
1825 – Elisabetta Gliozzi da Giuseppe fu Carlo e Elisabetta Ioculano e da Filippo Codespoti

Martedì 21 agosto 1945 ore 21,30 moriva l’avv. Fera Rosario
Venerdì 7 giugno 1946 ore 5 cessava di vivere il prof. Zappia Pasqualino fu Filippo 1863 – 1946
Lunedì 12 agosto 1946 ore 10 cessava di vivere il pro. Zappia Amato fu Pasquale 1894 – 1946(in realtà nacque l’1 giugno 1892 da Pasquale e Frisina Carmela)
21 – XI – 946 ore 4 morì Zappia Rosario fu Filippo
20 – XII – 946 ore 11 morì Zappia Carmelo

Nella foto Palazzo Oliva


giovedì 22 febbraio 2018

La strategia della lumaca (reg. Sergio Cabrera - 1993)



Giovanni Virgara
        PALERMO
                           Carissimo Ernesto,
anzitutto ti ringrazio del buon apprezzamento e della ottima critica per il mio volume,"Nostalgica Poesia", mi riservo di inviarti il secondo volume, molto più importante,non appena uscirà dalla tipografia.
Solo ed esclusivamente per farti ridere,troverai compiegate alla presente altre due mie poesie,riguardanti,Palermo e la Sicilia.
Io, ormai che sono pensionato,vado allo studio solo per poche ore al giorno, scrivo di tutto, specialmente degli avvenimenti eccentrici o paradossali.
Ho scritto moltissimo anche di Platì, Polsi, Gerace etc. nel mio terzo volume ancora in " costruzione".
A proposito di Gerace, non hai, per caso, tra le tue carte anche : " U SONNU BELLU I MICANTONI" ed "U SONNU BRUTTU I MICANTONI" del Dott. Filippo Fimognari, che abbiamo rappresentato per la festa del Concordato?
Se,le hai, ti sarei grato se mi farai avere una fotocopia.
Ti ringrazio nuovamente, e ti prego volere accettare i miei più affettuosi saluti ed abbracci
tuo ,
Giovanni Virgara


SE AVETE SETE, MANGIATE LUMACHE!

Udite, udite, udite! La grande novità
scarafaggi e lumache, trovàro in quantità.
In quel di BLUFI ed IMERA, mentre si lavorava,
per fare un acquedotto, perché l'acqua mancava.

Ma quelle gran lumache, e i grandi scarafaggi
essere specie eletta, han detto tutti i saggi.
Pertanto, si sospendano, subito quei lavori
perché gli scarafaggi,sono dei Gran Signori,

che devon sopravvivere, anzi ben allevati,
e poco importa,poi,se ci sono assetati.
L'acqua si può cercare, in luoghi più lontani
cercar questi animali, saranno sforzi vani.

E cosa importa poi, se campagne e paesi
resteranno a secco,per tanti e tanti mesi?
Son cose che avvengono, in terra siciliana
ove si muor di sete ed ove resta vana

ogni protesta energica,perché con queste Leghe
non c'è più serietà,ci sono solo beghe.
E se 'l popolo poi ha sete, questo poco importa
SI MANGI LE LUMACHE, questa è la via più corta.


                                                                   Giovanni Virgara

mercoledì 21 febbraio 2018

Boys don't cry - The Cure

I would say I'm sorry If I thought that it would change your mind But I know that this time I have said too much Been too unkind
I try to laugh about it 
Cover it all up with lies 
I try and laugh about it 
Hiding the tears in my eyes 
Because boys don't cry 
Boys don't cry 

Smith, Tolhurst, Dempsey







lunedì 19 febbraio 2018

Cavalcarono insieme (reg. John Ford - 1961)



CIrcolo
R icreativo
CUlturale “
Laureati                                            CI.R.CU.L.U.S. PLATI (RC)
Universitari
Studenti 

lì 28 dicembre 1965

Carissimo amico,
col prossimo anno 1966 il nostro Circolo ricreativo culturale per gli studenti ed i laureati (CI.R.CU.L.U.S.) riprenderà la sua attività, già iniziata nei primi giorni del corrente anno.
Sicuro che la S.V. vorrà farsi socio del Circolo, La invito alla riunione preliminare che si terrà nei locali della scuola Media, giovedì 30 p.v. alle ore l3,30, nella quale saranno illustrati gli scopi e le attività del Circolo.
Intanto Le annunzio che, in occasione del centenario della nascita di Dante Alighieri, il giorno 2 gennaio 1965, alle ore 13,30 nei locali del Circolo sarà tenuta una conferenza sul Sommo Poeta.
Gradisca i miei più distinti saluti.
Can.Ernesto Gliozzi 
Direttore provvisorio del Circolo. 


LA COOP. “CITTA’ DEL SOLE” IN
COLLABORAZIONE CON IL COMUNE DI PLATI’
E’ LIETA DI INVITARE LA S. V. ALL’INAUGURAZIONE DEL CENTRO SOCIALE
SPAZIO GIOVANI
CHE SI TERRA’ A PLATI’ IN PIAZZA MARCONI
LUNEDI’ 19 DICEMBRE 1994 ORE 16,30



Nasce a Platì il Circolo cacciatori Anlc

Nasce a Platì un circolo culturale ricreativo cacciatori Anlc. L'iniziativa è stata assunta da un gruppo di giovani residenti a Platì, desiderosi di avviare, nella comunità, attività tecnico-sportive e culturale capaci
di proiettare il comprensorio di Platì in un contesto di rilevante spessore morale e sociale. Erano presenti all'inaugurazione i dirigenti provinciali dell'Anlc, prof. Alberto Calabrò, rag. Giuseppe Angiò, rag. Di Masi Domenico, il parroco don Ernesto Iozzi, nonché il segretario del Circolo dott. Rosario Sergi. Durante l'incontro si è dibattuto , sui gravi problemi del territorio che toccano, in questo momento, sia il mondo venatorio che quello ambientalista. Alberto Calabrò segretario provinciale Anlc, ha sottolineato l’importanza di un rapporto forte e costruttivo tra ambiente naturale ed il mondo della caccia in un momento in cui pare stia cessando la demonizzazione dell’attività venatoria. Ha evidenziato, inoltre, il grave errore della Regione Calabria nell'istituire il mega Parco dell'Aspromonte. Tale iniziativa non può favorire, a parere del prof. Calabrò alcun tipo di sviluppo perché un parco con queste dimensioni non potrà essere gestibile. Sarebbe più opportuno ridurne le dimensioni a 35.000/40.000 ettari, delimitarne e tabellare in maniera adeguata l'area, evitando cosi l'insorgere di problemi tra addetti al servizio di vigilanza e cacciatori.
Successivamente ha preso la parola il dott. Rosario Sergi sottolineando l’importanza dell'iniziativa per il comune di Platì, dal momento che questa comunità viene additata in campo nazionale solo per fatti e circostanze malavitose, mentre a Platì c'è gente onesta laboriosa che lavora e vive in maniera civile e dignitosa.
L'ultimo a prendere la parola è stato il parroco, il quale ha auspicato rapporti migliori tra ambiente naturale e mondo venatorio basati sul rispetto della natura e delle specie protette. Ha riaffermato, inoltre, i valori più genuini insiti nella gente di Platì e del suo circondario, soprattutto nei cacciatori i quali esercitano un'attività antica quanto il mondo, rispettosa delle tradizioni, ma anche dello sport e della cultura.

Fonte non identificata










domenica 18 febbraio 2018

Il mio amore brucia - in processione


Terza ed ultima parte del videovista di G. Mittiga del 1986. L'autore sebbene dilettante si dimostra capace, a distanza di anni, di trasmetterci un microcosmo ormai scomparso come le acconciature delle signore e signorine (like a virgin Madonna Luisa Veronica Ciccone), così come i molti volti noti, che da tempo ci hanno lasciato e tra tutti voglio ricordare i Contini Oliva, che fugacemente vi appaiono. E non dobbiamo dimenticare che il lavoro era stato portato a termine con lo scopo prefissato di essere utilizzato a tutto beneficio dei platioti residenti in Australia.