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lunedì 12 giugno 2017

Le ricette della signora Toku (reg. Naomi Kuwase - 2015)

 ovvero: Giurame, la pescheria





Nello sforzo di ritrovare odori e sapori, chiamateli food, della zia Amalia e della mamma, ecco qualcosa che ha fatto soffrire, soffriggere: gghiotta di pesce stocco e pesce spada dello Stretto. L’olio l’ho fatto io e così pure: aglio, cipolla, pomodori, olive, basilico alla citronella. L’acqua è dell’acquaVillari presso Giampilieri, il sale proviene dal trapanese.
Il pesce spada (una femmina) era sulla feluca dei fratelli Maressa di Mili Marina, Sostene all’amo, Pippo al banco.
Le pesche Busà, made in Giurame.
Il titolo originale del film è  あん An ovvero Pasta di fagioli dolce.
e nelle orecchie 

domenica 11 giugno 2017

In nome della patria (reg. Vsevolod Pudovkin, Dimitri Vasilev - 1943)


Da GERACE Superiore

Ad iniziativa del delegato della Croce Rossa, Giacomo Tassoni Oliva, fu tenuta in questa nostra città, in una sala del palazzo Episcopale, una serata a beneficio della Croce Rossa. Il Tassoni fu coadiuvato dai sigg. Gaetano Muscolo e Saverio Marullo. Alla bella festa intervenne la più eletta ed intellettuale cittadinanza, alla quale si unirono varie famiglie accorse dal vicino capoluogo.
Vario e scelto il programma musicale diretto ed eseguito con geniale interpretazione dal maestro Angelo Cangemi.
Una delicata e squisita scena drammatica “Sotto la tenda” del nostro amico Giacomo Tassoni Oliva fu eseguita con sentimento e viva interpretazione dai giovani Alfarone, Libri, Frascà. Il breve bozzetto dipinse al vivo un sublime episodio di amore fraterno.
L’eletto pubblico applaudì vivamente l’emozionante lavoro drammatico del giovane Tassoni. La serata fu chiusa da una splendida conferenza di Mons. Ettore Migliaccio “La donna nella storia e nell’ora che volge”. Il conferenziere preludiò con una nota patriottica rileggendo i tratti principali del comunicato Diaz annunziando la nostra vittoria sul Piave contro il secolare nemico. Alle parole di Mons. Migliaccio seguì un subisso di applausi. Belle e buone parole di chiusura disse il nostro vescovo Mons. Del Rio e la festa finì con gl’inni patriottici nazionali.


L’ALBA PERIODICO SETTIMANALE POLITICO AMMINISTRATIVO Reggio Calabria 6 luglio 1918, Anno VI - Num. 27

giovedì 8 giugno 2017

India (reg. Roberto Rossellini - 1959)


                                                                            Plati, 20 febbraio 1966

                                                Eccellenza Reverendissima,
                                                                                            la campagna di solidarietà
lanciata dal S. Padre Paolo VI in favore delle popolazioni indiane, colpite da una terribile carestia, ha destato in tutti i cuori generosa gara di aiuti materiali e morali.
Pensiamo di poterci rendere conto, più di tanti altri, delle gravi necessità di quel popolo, perché  abbiamo avuto occasione, nel 1965, di dirigere un corso di Educazione popolare presso questo Asilo, in cui si è trattato, in prevalenza, del grave problema della fame in India, vedendone le gravi cause remote, alle quali vediamo con dolorosa tristezza aggiungersi in quest'anno la siccità che riduce a nulla i già scarsi prodotti di quella terra.
E siamo convinti che, al di là del contributo di una contingente offerta, che può apportare un temporaneo rimedio alle tristi conseguenze del problema, ma non lo risolve affatto, occorre fare - nei limiti delle proprie possibilità - qualcosa di più.
E' per questo che in seno alla nostra famiglia È maturata l'idea di chiedere, tramite i buoni uffici dell'Ecc. V. Rev. ma, di poter accogliere ed ospitare una bambina indiana, dell'età di circa sette-otto anni, alla quale intendiamo dare sollievo nelle tristi necessità del presente ed assicurare un tranquillo avvenire.
Tale idea, che abbiamo avuto non appena ascoltato l'appello del S. Padre e del Presidente della Repubblica, è andata vieppiù maturando coll'esempio di tanti altri generosi che chiedono di poter fare altrettanto. Siamo certi che l 'Ecc. V, Rev. ma farà pervenire alle Autorità competenti ed ai benemeriti Missionari Salesiani, Suoi confratelli, in India, il nostro vivo desiderio e ci aiuterà a realizzarlo.
Aggiungiamo alla nostra precedente offerta, fatta tramite la Scuola Media di Platì, la presente, e nel ringraziarLa, con devota venerazione ed ossequio ci professiamo
dell'Ecc. V. Il. ma e Rev. ma dev. mi in G. C.
(Sac. Francesco Gliozzi)
(Can. Ernesto Glíozzi)




mercoledì 7 giugno 2017

Cronaca di una morte annunciata (reg. Francesco Rosi - 1987)


Pro Platì
Intendiamo sotto questa rubrica ed in diverse riprese esporre tutto quanto manca a questo paese che, perché segregato in montagna e privo di qualsiasi comunicazione, ha la sfortuna di essere trattato in modo differente di come son trattati gli altri paesi. E ciò facendo non é intenzione nostra di richiamare la attenzione delle autorità, in modo che per l’avvenire si occupino un poco di noi, ma per dimostrare alla
gente che noi cerchiamo cose indispensabili alla vita, cose,senza le quali la vita sarebbe per noi uguale
a quella che vien vissuta dalla gente più incivile e più dimenticata.
   Ed incominciamo con
Platì distrutto
Qualsiasi passeggiero sperduto chi sa come o un qualunque funzionario arrivi qui per qualche paio di
ore, si meraviglia nel vedere la posizione in cui si trova questo disgraziato paese. Già par arrivarci avrà sudato chi sa quante camicie ed avrà pericolato la vita almeno una dozzina volte sul dorso del mulo. La sua stanchezza però non basta per non renderlo sbigottito alla vista della stato in cui si trova l’abitato che gli si presenta dinnanzi. Non vi è una casa che possa dirsi abitabile ed inorridito quel forestiere dimanda dove la genie viva. E quando qualcuno gli risponde << là dentro» quel bravo uomo, anche se funzionario, impallidisce e compiange la miseria altrui.
E, cosa si é fatto per Platì dopo tanti disastri che ridussero un paese nello stato più misero che si possa
immaginare? Nulla o quasi nulla! ...
Il terremoto del 1894 distrusse Platì, gli altri terremoti fino al 905 aggravarono la distruzione di Platì, l’ultimo del 1908 ne completò la distruzione.
Piccola storia e di qualche riga ma è troppo dolorosa quando si pensi che dopo tanti disastri nessuno si occupò mai perché l’abitato almeno sia tale che la gente non debba da un giorno all’altro far la morte dei topi.
Dal 28 dicembre storico ad oggi nulla si fece per Platì tranne che si son costruiti un centinaio di baracche, perché fossero abitate da 100 famiglie. Come si viva in quella specie di abitazione.... provvisoria e malfatta e da dimandarlo alle persone che vi dimorano; mentre dimandiamo noi, e il resto della popolazione dove dovrebbe abitare? Nelle case certamente.... Nelle case crollanti col pericolo da non potervi uscire se non tratti fuori schiacciati per qualche eventuale disastro. E per le abitazioni definite, a quando si pensa?
l’Italia crede di aver risoluto il problema pei paesi colpiti del terremoto con certe leggi che, a leggerle, si crederebbe che i paesi distrutti divenissero fra un periodo di tempo villaggi ameni e città incantevoli. Può essere che sia così, ma se ogni paese è considerato come Platì io, ripeto, sicuro di non sbagliare, il detto che fu di altri: Le leggi son, ma chi pon mano ad elle?
Si parlò infatte di tante belle cose: di piano regolatore, di strade larghe 10 o 15 metri, di mutui per la
costruzione di edifizi, di piazze, di ampiamento di edifizi pubblici, di scuole ecc.... ma il piano regolatore
se ci sarà. Lo vedranno i posteri dei nostri posteri; le strade non potrebbero essere nello stato peggiore
in cui si trovano, i mutui non sono altro che turlupinature, almeno per quanto concerne gli abitati nostrani, e l’opera degli edifizi pubblici si limita alla compilazione di progetti.
Benedetta la professione dell’ ingegnere: ogni terremoto per essa significa ricchezza e per la povera
gente aumento di miseria.
Ma dissi tutto per quanto riguarda la distruzione di Platì? Non saprei dare una vera e piena descrizione dell’attuale posizione di questo paese: son delle cose che a dirle non si riesce ma che impressionano soltanto quando si vedono.
Quali i rimedi per si tanto male?
Io non li saprei certamente enumerare, soltanto ripeto che non solo si dovrebbe pensare a noi, ma che sarebbe dovere di chi sta in alto provvedere al cambiamento di questo stato di cose.
Ci pensino anche un pò l’Amministrazione ed il popolo di Platì: le leggi provvidenziali, approvate per
i paesi colpiti dal terremoto, non escludono certamente questo paese dal diritto di usufruirne.
Approfittino di queste leggi cercando ciò che spetta loro, non mendicando, come cercano gli arabi il
mangeria, ma imponendosi con quella forza che nasce dal loro diritto e dalla loro qualità d’italiani.
N. S.

IL COMPASSO - ORGANO SOCIALE – Anno I, N. I
Redattori: Prof. Salvatore Scali, Emanuele Fabiani
Gerace Domenica 3 novembre 1912


lunedì 5 giugno 2017

Il professore (reg. Edward Sedgwick - 1932)

Ancora un contributo, preziosissimo, di Rocco De Marco

                       U  Professuri   UCCHINU   Luglio 2015


                                                 Nella sua casa di Santa Teresa                  Insieme ad Antonella una delle due figlie

Gino,ti mando con piacere queste foto del tuo maestro, il professore Antonino Ucchino che ho rintracciato casualmente nell’estate del 2015,andando a Santa Teresa dove la madrina dei miei figli ha casa e ci va ogni estate. Andando da Messina verso Santa Teresa,vedendo lo svincolo autostradale per Roccalumera, ricordai  che mio papà diceva sempre che quello era il paese di provenienza del suo collega. Conversando poi con una maestra in pensione,venni a sapere che il tuo maestro nel frattempo divenuto Direttore Didattico,non solo era in buona salute,ma viveva in una casa lì vicino. Andai a trovarlo e passammo un pomeriggio rievocando i tanti anni da lui trascorsi a Platì,di come ogni anno scolastico sia lui che la maestra Fricia lasciavano la Sicilia e si trasferivano nel nostro paese. Lui abitava nell’albergo della ‘Baggiana’ ed è ancora in contatto con la figlia, che vive tutt’ora a Gioiosa Ionica. In quegli anni i maestri che insegnavano a Platì ci abitavano e perciò venivano considerati facenti parte del nostro paese: tutti li conoscevano e loro erano gli educatori di tante generazioni di bambini, stando perciò in contatto con le loro famiglie di ognuna delle quali ne conoscevano le problematiche. Devi sapere che il professore Ucchino è anche autore di numerosi libri di vario genere, alcuni dei quali ho ricevuto come gradito omaggio e che è ancora molto attivo ed è in contatto con Circoli Culturali ed Artistici .
                   IL PROFESSORE UCCHINO A PLATI’
Gli anni delle foto che ho messo nel mio archivio, non sono da considerare certi. Ho fatto qualche calcolo ma posso essermi sbagliato.  
                  Dicembre 1960  

In queste foto scattate da mio papà sul terrazzo dell’albergo    dove si ospitava, sta insieme ad un altro maestro di cui non ricordo il nome. Le due ragazzine sono mia sorella Maria con in mano il fodero della macchina fotografica e la prima figlia del professore Ucchino , Cesira coetanea di mia sorella ,che purtroppo scomparse giovanissima.   
Dicembre 1965


In questa bella foto c’è tuo zio Ciccillo accanto a Dicembre.

Nota
Voglio farvi notare la grande perizia tecnica del professore De Marco, papà di Rocco, nelle varie fasi che intercorrono tra lo scatto, lo sviluppo e la stampa delle foto.

domenica 4 giugno 2017

I soliti ignoti colpiscono ancora (reg. Franz Antel - 1976)



San Paolo li 05.10.93
Spett. le
Parrocchia di Platì
89039 – Platì (RC)
Italia
Oggetto: Certificato di battesimo di AURELIO PERRI, nato in data 17.02.1877, figlio di Antonio e Teresa Pagliese.

Gentili Signori,
con la presente Vi invito ad inviarmi il certificato di battesimo del mio bisnonno, Sig. AURELIO PERRI, nato in questo Comune il 17.02.1877, figlio di Antonio e Teresa Pagliese.
Tale documentazione é essenziale per ricostruire la cittadinanza italiana dei discendenti in Brasile presentando la relativa certificazione al locale Consolato Italiano.
A tal fine vorrete cortesemente indicare i nomi dei genitori del sopra citato, a macchina o a stampatello.
RingraziandoVi in anticipo per una pronta e sollecita risposta Vi invito ad
indirizzare la Vs. risposta al seguente indirizzo:
Sig. Fernando Leite Perri
c/o Giacomo Guarnera
Rua Joaquim Floriano, 871, cj. 52
04534-O13 - São Paulo
SP - Brasil
Con osservanza.
PARROCCHIA S. MARIA Dl LORETO
89039 piazza Duomo 3 Platì (RC)


                                                                                            Platì, 06. 11. 1993
                                                           Egregio sig. Fernando Leite Perri
                                                                              SAO PAULO

Egregio Signore,
ho ricevuto alcuni giorni fà la Sua lettera o ho fatto accurate ricerche in questi libri parrocchiali, ma
purtroppo non ho trovato il nominativo (Aurelio Perri) da Lei segnalato, che sarebbe nato nel 1877; ho passato tutti i nominativi di quell'anno, dell'anno precedente e seguente, ma nulla.
All'uopo, mi sono rivolto al Parroco di Cirella, che come Lei sa, è una frazione di Platì, ma neanche lì si è trovato nulla.
Se mi può fornire qualche data che Lei conosce, o il nome della moglie (se si è sposato a Platì, la data del loro matrimonio, il nome di qualche figlio nato qui, ecc. . ., può darsi clic si trovi qualche cosa.
Per il momento, spiacente di non averLa potuto servire, Le
porgo distinti saluti.
(Sac. Ernesto Gliozzi)
Parroco di Platì




giovedì 1 giugno 2017

Tutti per uno (reg. Richard Lester - 1964)












Vincitori primo Premio Letterario Don Ernesto Gliozzi

 SCUOLA ELEMENTARE
Francesco Perre  quinta a   Le foglie
Sabrina Carbone  quinta b  Il tempo
Rosa Catanzariti  quarta a   L’arcobaleno colorato

  SCUOLA MEDIA
Giuseppe Romeo  prima a   Il mio paese
Claudia Romeo   terza d       La scala
LAVORO DI GRUPPO   terza c  Il nostro paese


Ancora c'è chi si ostina a negare il futuro a questi ragazzi ma essi non temono e guardano lontano attraverso la poesia. 

mercoledì 31 maggio 2017

Qualcosa di travolgente (Jonathan Demme - 1986)

Wild thing, you make my heart sing
Chip Taylor







Il frastuono che travolgeva stamattina il "sagrato" della scuola media de amicis a Platì era pari alle Liliac che prendono per i piedi Wild Thing di hendrixiana memoria.



giovedì 25 maggio 2017

Alleluja! (reg. King Vidor- 1929)

Mancano pochi giorni alla proclamazione dei vincitori del primo “Premio Letterario don Ernesto Gliozzi”organizzato dall'Associazione Etno-Culturale Santa Pulinara e rivolto agli studenti dell’Istituto Comprensivo De Amicis di Platì. In attesa di quell’evento voglio ricordare ancora una volta la figura dello zio Ernesto.  Per questo ricorro ad un articolo abbastanza esaustivo apparso su America Oggi, quotidiano destinato alle comunità italiane che vivono negli Stati Uniti.




A Platì solenne concelebrazione per il 70mo anno di sacerdozio 
di don Ernesto Gliozzi
Il 5 dicembre del lontano 1937 il giovane calabrese riceveva gli ordini sacri
Da lungo tempo ormai don Ernesto Gliozzi non si vedeva con i paramenti sacri indosso, e, per un prete non cӏ maggior dolore di quello di non poter dire Messa. Oggi era in procinto di celebrare insieme al Vescovo e a ben sei confratelli nel presbiterato, e in attesa, seduto su quella sedia a rotelle - suo altare quotidiano - era visibilmente commosso.
Ciò traspariva dagli occhi lucidi e dal viso che si era tinto di un bel color rosa più acceso del solito.
L’ ampio salone dove trascorre la sua giornata insieme alla sorella Amalia, che non lo lascia solo nemmeno per un istante, si era riempito fino all’inverosimile.
Fra tutti, spiccava la figura del Vescovo, Padre Gian Carlo; quel sensibilissimo Vescovo che in questi anni di sofferenza lo ha sempre confortato e sostenuto col la sua vicinanza, e che, ahinoi, sta facendo le valigie perché “promosso” ad una nuova sede. C’erano le Suore, il coro parrocchiale al completo, oltre, naturalmente, ai familiari (sorella, cognata e nipoti), e tanta, tanta gente stipata in ogni angolo del salone e del corridoio.
Come non commuoversi, dinanzi a tanti attestati di affetto?
La concelebrazione, animata dal coro guidato da Suor Annalisa, che ha eseguito canti in italiano, latino (il Pater Noster, particolarmente apprezzato da don Emesto), e spagnolo, è stata intensa e toccante. Alla fine c'è stato un momento di fraternità a base di torta e dolciumi.
Quella di oggi è stata per don Ernesto una giornata particolarmente emozionante. Chissà quante volte è tornato con la mente al cinque dicembre di settanta anni fa.
Correva l’anno di Grazia 1937, e fu il Vescovo di allora, Mons. Giovanni Battista Chiappe che lo ordinò sacerdote, qui a Platì, nella Chiesa di Santa Maria Lauretana. Lo stesso Vescovo che due anni prima, nella Cattedrale di Gerace, aveva consacrato il fratello maggiore Francesco, l’indimenticabile “don Ciccillo”.
Famiglia eccezionale quella dei Gliozzi; nel giro di due anni regalano alla Chiesa ben due sacerdoti! L’ordinazione' di don Ernesto, non segna, tuttavia, la fine delle vocazioni in famiglia, perché di lì a poco ne fiorisce una terza.
E' quella di suor Gemma, al secolo, Serafina, che sceglie la vita consacrata, e, a Roma, nel 1940 veste l’abito delle Suore di Maria di Monte Calvario.
Da cotanta famiglia cotanto prete!
Nel corso del suo lungo presbiterato, don Ernesto si è distinto soprattutto per due cose: per l’obbedienza e, perla precisione; pertanto, egli è stato ed è certo, ” homo obediens et homo diligens ”.
Obbediente perché ha sempre saputo ascoltare la voce della Chiesa, (obbedire = ob audire) rendendosi sempre pronto e disponibile a tutti gli incarichi che gli venivano affidati e che egli ha sempre svolto con zelo, puntualità e diligenza, ovunque sia stato, ha sempre lasciato l’impronta del suo genio.
Strenuo difensore dell’ortodossia, è stato prudentissimo e diligentissimo soprattutto nell’amministrazione dei Sacramenti.
Uomo di leonardesco ingegno, fin dai tempi del seminario, ha guardato sempre con interesse alle novità della tecnica e della scienza.
Le sue competenze hanno spaziato dal disegno e pittura, all’elettrotecnica, dalla falegnameria all'elettronica, dalla meccanica alla radiofonia.
E' stato fra i primi sacerdoti della diocesi ad usare il computer, e lo fece con una disinvoltura impensabile per una persona della sua età.
Tutto questo e molto di più è stato ed è don Ernesto!
Per questa felice ricorrenza è stato preparato uno striscione con la scritta:
 “Grazie don Ernesto”, che, dopo visto da don Ernesto, è stato appeso al balcone di casa sua.
Appena lo ha visto ci ha detto: “Avete sbagliato! Non dovevate scrivere GRAZIE DON ERNESTO, ma
GRAZIE A DIO!”

a cura di Enzo De Biaso
Foto: Toto Callipari
Pubblicato su America OGGI, lunedì 7 gennaio 2008

Nota
Voglio ricordare che in quell'occasione, e senza dire una parola, anche la zia Amalia festeggiava il suo 70mo della Prima Comunione, ricevuta dalle mani dello stesso zio Ernesto.




mercoledì 24 maggio 2017

The Day After (reg. David W. Griffith - 1909)




Roma, 24 – 9 – 63
Carissimo Ernesto, ho ricevuto la tua lettera e il certificato che ti avevo chiesto.
Da questo risulta che sono nata il 21 agosto e non il 22, come io ho saputo sempre e come ho scritto quando è servita la mia data di nascita. Mandami ora l’estratto di nascita in carta semplice. Non so come io ho saputo sempre di essere nata il giorno dopo; possibile che al municipio mi hanno segnato un giorno prima? C’è proprio da ridere. Domanda alla mamma come è andata questa faccenda e così correggerò per sempre. Baci  MGemma

Nota
Quest'anno la zia Gemma, nata Serafina, avrebbe compiuto 100 anni essendo nata nel 1917.