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lunedì 17 ottobre 2016

La Vergine della Roccia (reg. Georges Pallu - 1934)

E' di questi ultimi tempi la notizia secondo la quale si intende mettere mano, per farlo risorgere, al Santuario di Bombile. Per quanti - studiosi, ingegneri, giornalisti aspromontani, lettori curiosi, prossimi architetti a Reggio impegnati a fare rilievi, ma soprattutto per i platioti devoti di quel luogo di culto - ecco un bel testo dello zio Ernesto il giovane. Il libro che lo contiene era da me considerato irrevocabilmente perduto, causa l'esodo familiare. Invece ... 
invece è custodito con cura gelosa da Bettina. Io la ringrazio e vi invito ad esserLe grati per averlo riportato alla luce.


IL SANTUARIO DELLA GROTTA DI BOMBILE

Bombile sorge su uno di quegli Schienali che, alle falde dell'Aspromonte, declinano, a linee quasi parallele, verso il mare, aprendosi in una piccola, ma ubertosa pianura, piantata di aranci e di ulivi, che erano l'anfiteatro dell'antica Locri.
Dai fianchi di detti schienali, nettamente divisi l'uno dall'altro, da torrenti e fiumare, si affacciano, sul mare, cittadine e contrade ridenti: Patarriti, Portigliola, S. Ilario, Condojanni, Bovalino. Bombile, a differenza degli altri abitati, sorge proprio nel punto in cui lo schienale sul quale si adagia, come nido d'uccello, discende bruscamente a picco, dal lato Nord, su un torrentello che si va a perdere nella fiumara dl Condojanni, e specialmente  dal lato Ovest e Sud-Ovest, sul vallone della Grotta o Ciccia, anch’esso affluente della fiumara di Condojanni. L’abitato è così piccolo, che appena si intravede dalla zona costiera, da cui dista non più di cinque chilometri; conta 650 anime ed è una frazione del Comune di Ardore nella cui amministrazione ha
due consiglieri.
Vi si accedeva, fino a pochi anni or sono per una mulattiera tortuosa ed irta di sassi, che serpeggiava lungo la collina, fino a raggiungere i duecento sessanta metri di altezza, su cui è situato il paesetto; ora, invece, è in funzione una rotabile, comoda ma non ancora rifinita, che lascia la statale 106 Jonica, all'altezza di Km.91 e 800 metri. Tale rotabile attraversa, nel primo tratto di due chilometri, la fiorente pianura della Marina di Ardore; poi, negli ultimi tre chilometri, si inerpica, alquanto ripida, per vari tornanti, da cui magnifico si slarga, tutt'intorno, l'orizzonte: dapprima è Condojanni, con la sua torre quadrata, ultimo residuo di un antico castello; più in su, Ciminà, distesa su una giogaia, come un panno messo ad asciugare al sole; da una parte e dall'altra della strada, si allineano, a perdita d'occhio, ulivi verdeggianti e mandorli, aranci e querce secolari, mentre l'aria è profumata dagli effluvi delle erbe odorose, dei mentastri, delle nepitelle, della ginestra e della camomilla che vi cresce abbondante.
Nei tempi trascorsi, non era difficile scorgere, nei cavi tronchi degli alberi, sciami di api ronzanti intorno al loro alveare, tanto da giustificare in pieno il nome di Bombíle, che si vuole derivato dal greco, e che significa appunto, « ape ronzante ››.
Oscure ed incerte sono le origini del paese, sebbene lo stile delle dimore più antiche, la foggia delle stradette, i ruderi di antiche abitazioni che ancora affiorano dal terreno, assegnino a Bombile, un'origine molto antica, mentre il sito dove sorge l'abitato fa supporre che esso sia stato rifugio contro le incursioni dei Mussulmani di Sicilia, che, nel secolo X d.C., devastarono e distrussero la città di Locri, costringendo i suoi abitanti a rifugiarsi sulle alture circostanti, dove fondarono, intorno a Gerace, discendente diretta di Locri, numerosi altri centri abitati di varia importanza, come Condojanni, Ardore, S. Nicola, Bovalino. Distaccato dall'egemonia di Gerace, nel 1546 continuò a far parte della baronia di S. Nicola, seguendone le vicende, passando cioè, via via, sotto la giurisdizione di Giovanni Ramirez, di Tommaso De Marinis, di Scipione di Bologna, di Giovanni Capecelatro, di Carlo Gambacorta e nel 1696, dei principi di Ardore.
Ma non interessa tanto la storia di Bombile, quanto, invece, l'oggetto per cui il paese va giustamente nominato, specialmente nei circondari di Locri e di Palmi, e cioè il caratteristico Santuario della Grotta, che, come dice lo stesso nome, è costruito in una grotta scavata nel lato Ovest della roccia sottostante al paese.
Anche le origini del Santuario sono circondate da fitte tenebre; nè vale, in qualche modo, a diradarle, la leggenda che qui si riferisce sommariamente, a titolo d'informazione, e che narra di un mercante, il quale, trovatosi in gravi difficoltà in alto mare, fece voto alla Vergine di dedicarLe una statua, in caso di salvataggio; eseguito il lavoro da un valente artista, esso fu affidato dapprima alle sorti del vento, sul mare, poi, sulla terra, a due giovenchi selvatici, i quali lo portarono fino al luogo dove ora sorge il Santuario. Tale leggenda, che pure è consacrata in un canto popolare, non merita, in realtà, alcun credito storico.
Si sa di certo, però, che sulla spianata della roccia dove sorge Bombile, non molto distante dal paese, nella località detta «lo sperone ››, sorse, nel 1502, ad opera dell'eremita Fra Giacomo da Tropea, compagno del B. Francesco Zumpano, un Monastero di Agostiniani, di cui sono ancora visibili alcuni ruderi. Si può pensare che la pietà di quei frati che vivevano nei Cenobi li abbia portati a fare orazione e penitenza in una piccola grotta, scavata nella roccia sottostante, e che tale grotta sia stata, a  poco a poco, ampliata, adornata di altare e di qualche statua o immagine della Vergine.
Un documento del 1507, custodito nell'archivio del Capitolo di Gerace, reca che « sotto la timpa di Bombile  … in piedi la ditta timpa Frati Jacobo have comenzato a fare la grotta dove vole stanziare esso et appresso voli fare la Ecclesia di S. Maria de la Grotta ››.
La statua di alabastro che oggi si venera nel Santuario, vi fu posta, come dice il Sinodo di Mons. Mangeruva, nel 1625; ma poiché, sulla base di questa statua si legge la scritta: S. Maria della Grutta MDVIII, si deve arguire che essa fosse stata prima proprietà degli Agostiniani e che la scritta sia di epoca posteriore.
Quando, nel 1653, papa Innocenzo X soppresse quel convento, non fu però abbandonata la chiesa della Grotta, la quale dapprima rimase affidata alle cure dei monaci del convento soppresso, finché vissero; poi, verso il 1700, fu aggiudicata alla giurisdizione del Seminario di Gerace.
 continua ...        
          
ERNESTO GLIOZZI

 Tratto da:
STORIA E CULTURA DELLA LOCRIDE, a cura di G. Calogero, Editrice LA SICILIA Messina, 1964




domenica 16 ottobre 2016

Le pistole non discutono (reg. Mario Caiano - 1964)


Il giorno, in cui i paesi delle Calabrie vedessero sedere al banco, ove si fanno le offerte votive alla Madonna di Polsi, due Agenti dell”Economato, anziché due Canonici, mandati dal Vescovo di Gerace, non darebbero più un quattrino! Nella festa del 1905 è bastato aver sentore della prossima venuta del R. Sub -Economo che in seguito però non andò affatto, perché tutti i fedeli gridassero ad una voce che non avrebbero dato un centesimo! E chi sa dire inoltre quali tumulti avverrebbero in una montagna come quella di Aspromonte, ove per la festa annuale del 1, 2, 3 settembre, accorrono oltre a trenta mila uomini, armati di fucili e pistoloni, e senza alcun permesso di armi (cosa che le Autorità non hanno potuto o non hanno creduto conveniente impedire), ove l’Economato provasse d’ingerirsi nelle offerte dei fedeli?

MONS. VINCENZO RASCHELLA’, Nuove Luci sul Santuario di Polsi, Pompei, 1938 - XVII



giovedì 13 ottobre 2016

Cavallina storna (reg. Giulio Morelli - 1953)

                                                                                                                    

 
Illustre e grande maestro

La grande ammirazione per l’opera sua preziosa e la squisita gentilezza
dell’animo suo che tanto più è umile per quanto è grande, mi danno fiducia a scriverle.
Alcuni amici fra i quali d. Macrì, P. Ghignoni, P. Semeria ed altri stanno preparando un piccolo album per ricordare  la mia assunzione al sacerdozio. Ora io  umilio al lei il mio modesto invito pregandola a favorirmi qualche cosetta perché  il breve volumetto sia adornato dal suo nome prezioso.
Per la fede della mamma sua mi favorisca qualche cosa. Perché non vorrà mandarmi due versi fatti con quell’arte che l’è propria? Aspetto fiducioso, pieno della sua bontà d’animo.
Le unisco alla presente alcuni miei versi di cui vorrà dare quel giudizio che si meritano.
Spero non isdegnerà darmi sua risposta
con la più profonda ammirazione
Platì di Calabria – 10 – 6 – 1906
Suo dev.mo
Francesco Portolesi
Mandi tutto a.
Francesco Portolesi

(Prov. Reggio Cal.) Platì


L'illustre e grande maestro a cui si rivolgeva Francesco Portolesi, con un garbo di altri tempi, era niente di meno che Giovanni Pascoli; il documento e la foto in chiusura sono qui:
http://www.pascoli.archivi.beniculturali.it/index.php?id=45&ChiaveAlbero=&ChiaveRadice=&ApriNodo=&TuttoAperto=&subgroup=0&objId=7203&img=0#ArcImages


mercoledì 12 ottobre 2016

L'intervista - atto III



Eccomi qua. Il certo, quidam, Gino Mittiga, con il suo fastidioso brontolio di fondo, che si è fatto tanti nemici, famiglia Perri inclusa. Pazienza!
Come dice Stefano, Horcinus Orca, D’ Arrigo quello che conta non è il sentito dire ma il visto con gli occhi.
Però i Perri infastiditi nelle loro certezze non si sono manco brigati di vedere le cose come si sono svolte le vicende, per altro sbocciate fuori da questo blog.
Allora per tagliare la testa al solito, incolpevole, povero toro ecco le frasi che hanno fatto scattare una certa indignazione non tanto sullo scrittore careroto ma su quelli che hanno accentato il suo antifascismo con fiumare di Careri in piena d’inchiostro: Il Fascismo, come tutti i movimenti cementati col sangue e col sacrificio …. il Fascismo scrive la sua vera storia sui campi di battaglia … Può darsi, ed io me lo auguro vivamente, che il clima fascista, questo prepotente risveglio dell’orgoglio nazionale …
Quel cementato movimento, quel prepotente risveglio dell’orgoglio nazionale è stato imbrattato col sangue e il sacrificio di quanti persero la vita in Albania, in Russia, e nell’Italia dove si innalzò la bandiera della Resistenza.
E da me, cultore di cinema essenzialmente, so benissimo che il Fascismo aveva tutti i numeri per divenire materia d’arte, come li aveva Joseph Paul Goebbels nel dare origine all’arte nazista. Per restare al cinema: Vittorio de Sica, durante il Fascismo foggiò la sua arte nutrito dei capolavori del cinema muto italiano, per divenire il Maestro neorealista; non ci volle nulla per lui passare da I bambini ci guardano (1943) a Sciuscià (1946). Il cinema di Goebbels fu  cementato sull’espressionismo di Murnau e Lang per sfociare nelle camere a gas.
Ora invito  tutti a confrontare le risposte di Francesco Perri con quelle neutre di Corrado Alvaro riportate sullo stesso giornale il 12 marzo 1939 (1), il quale aveva capito istintivamente quale è la chiave del successo.(2)
Eccomi ora accusato di favoritismi e campanilismo. Pazienza, come diceva Carlo Campanini.
(1) http://daplatiaciurrame.blogspot.com/2016/10/lintervista-atto-ii.html
(2) Corrado Alvaro, Quasi una vita, 1950, pag. 15 dell’ediz. Bompiani del 1994

«I poeti non sono mai stati uomini politici!»
                                             Francesco Perri

Invito altresì i signori Perri a leggere quanto da me pubblicato sul loro genitore e scoprire qualcosa che ignoravano, come l’incriminata intervista:
https://iloveplati.blogspot.com/2016/04/la-corrispondenza_10.html
SDG


lunedì 10 ottobre 2016

Tutto a posto e niente in ordine (reg. Lina Wertmüller - 1974)



                                             Estratto della denunzia contro l’Amm. Comunale
Ill.mo Signor
Sottoprefetto di Gerace Marina.
I sottoscritti cittadini, nati, residenti e domiciliati in Platì fanno noto a V. S. quanto segue:
1° L’incapacità assoluta giuridica pubblica ed amministrativa dei singoli componenti il Consiglio Comunale di questo Comune, eletti il 19 – 12 – 1920, non per desiderio di popolo ma perché costretti personalmente a votare la lista degli attuali componenti il Consiglio, da persone ed impiegati comunali interessati, stante il regime tesserato dei generi di prima necessità, detenuto in modo abbastanza parziale dall’attuale Seg.rio Com.le.
2° Più che l’incapacità del Consiglio, si è notata e continuamente notasi oggigiorno, quella dei componenti la Giunta Comunale nella quale molti detengono illegalmente la carica di Assessore
3° Non fu mai curata la pubblica nettezza trascurata del tutto l’illuminazione dell’abitato, ed il servizio ostetrico lascia molto a desiderare.
4° L’indisciplina e la parzialità di alcuni impiegati è visibilmente notoria a tutti.
5° I beni demaniali e le rendite patrimoniali trascurati e mai resoconti.
6° Le deliberazioni del consiglio non hanno mai trovato esecuzione, stante l’indolenza della Giunta.
7° Il bilancio Com.le in continuo storno per futili motivi è in disavanzo.
8° La conduttura dell’acqua potabile, rovinata e corrosa dal tempo, minaccia di privare gli abitanti, da tale patrimonio, rilasciato dalle precedenti amministrazioni.
9° Il Corpo magistrale trovansi nell’impossibilità di funzionare causa la deficienza dei locali.
10° Il cimitero, rimesso quasi a nuovo dal commissario Aricò, è completamente abbandonato ed insufficiente ad accogliere i cadaveri.
11° Il vallone che attraversa parte del paese è la Cloaca Massima per conseguenza fonte di malaria.
12° Mancanza assoluta di fognature!!!
13° Palificata telegrafica e telefonica che il Comune avrebbe dovuto provvedere e la Giunta non si è occupata, non ostante l’esortazione del pubblico, che si vedrà quanto prima isolato da tali comunicazioni.
14° Palazzo Municipale ed Edificio Scolastico che il Governo ci facoltà di costruire previo deposito di £ 500, che il comune non è in grado di versare.
15° L’annona tenuto da pubblico esercente, lascia molto a desiderare.
16° Non è ancora venuto alla luce il rendiconto della gestione straordinaria del commissario Bava.
17° Servizio Tesoreria: Il Tesoriere non è quasi mai in residenza !!!
18° Strade vicinali: Mulattiera Platì-Bovalino, Platì-Oppido, Platì-S. Cristina in completo abbandono e mal praticabili specialmente d’inverno.
19° Quotizzazione dei Serri del Comune per la quale l’agente demaniale … chiamato da una delle passate amministrazioni ha disimpegnato il suo servizio ricevendo quale compenso un’ingente somma, non si è addivenuto a ripartizione.
20° La tassa bestiame pagata in piccola parte dai possessori di animali (e non già dai sottoscritti) non è applicata secondo le ultime disposizioni governative.
Con osservanza ed in attesa di provvedimenti sono:

1 Mittiga Domenico di Ferdinando
2 Zappia Rosario di Filippo
3 Caruso Giuseppe fu Saverio
4 Marando Antonio fu Giuseppe
5 De Marco Rosario
6 Garreffa Antonio di Pasquale
7 Perre Rocco di Antonio
8 Zappia Giuseppe di Filippo
9 Caruso Domenico fu Antonio
10 Zappia Giuseppe di Carlo


e ... Gliozzi Luigi fu Francesco che l’ha scritta  

domenica 9 ottobre 2016

L'intervista - atto II

Corrado Alvaro, al contrario di Francesco Perri, in questa intervista, il giornale è sempre lo stesso, si dimostra politicamente corretto, non scontenta nessuno, né tanto meno la sua coscienza d’artista.

Inchiesta sulla letteratura

Corrado Alvaro

Corrado Alvaro: è uno dei più forti scrittori italiani di oggi. E’ nato a San Luca (Reggio Calabria) il 15 aprile del 1895.


Caro Fossani,
credo fermamente al rinnovamento artistico e letterario italiano cui bisogna guardare con occhi chiari per rendersi conto dei risultati ottenuti negli ultimi trent’anni.
Le forme letterarie e artistiche si presentano sempre sotto colori nuovi e inattesi tutt’altri da quelli che si preconizzano, con un linguaggio cui bisogna abituarsi poiché ogni epoca porta il suo nuovo linguaggio.
Sono trent’anni di letteratura nuova; si potrebbe compilare una lista di bei libri italiani più numerosi e importanti di quanto non si creda giudicando superficialmente.
E non bisogna farsi ingannare dalle false prospettive di coloro i quali, per giudicare pochi anni di lavoro, li schiacciano sotto il peso dei risultati raggiunti in sette secoli di storia letteraria.
Credetemi cordialmente Vostro
Corrado Alvaro

LA GAZZETTA, 12 marzo 1939, Anno XVII


Ritaglio conservato da Ernesto Gliozzi il vecchio.

L'intervista a Francesco Perri è disponibile anche qui:
http://www.inaspromonte.it/francesco-perri-lintervista-favore-regime-fascista/







giovedì 6 ottobre 2016

L'intervista (reg. Federico Fellini - 1986)



 

OGGI SONO QUI:
TODAY I'M HERE:
http://www.corrierelocride.it/libriscrittori-ia/francesco-perri-e-l-intervista-a-favore-del-regime
http://luigi-nuovocinemaloretoplati.blogspot.com/2016/10/something-very-little-about-me.html

mercoledì 5 ottobre 2016

Il giorno e l'ora (reg. René Clément - 1962)




C O M U N E   D I   P L A T I’

                                  Li  26  maggio  1943

Sig. Gliozzi Luigi

Platì


Ritenendo doveroso di dare al Maresciallo Maggiore Vena Luigi, Comandante di questa Stazione CC. R., che per superiori disposizioni dovrà raggiungere altra sede, in attestazione della stima di tutta la popolazione di Platì per l’opera da lui compiuta, ho creduto opportuno di pigliare l’iniziativa di riunire un comitato di amici tra le persone più riguardevoli del Comune e al momento della partenza offrirgli un vermut di onore.
Tra le persone scelte ho incluso pure il vostro nome, sapendovi amico del Maresciallo Vena.
Sono sicuro che non mancherete di intervenire alla cerimonia
 nel giorno e nell’ora che vi comunicherò con altra mia.

IL PODESTA’


lunedì 3 ottobre 2016

The visitors (reg. Elia Kazan - 1972)



DA CIRELLA DI PLATI’
Monsignor Chiappa in santa visita
Giovedì scorso, verso le ore 17, è qui giunto proveniente da Ciminà, in santa visita, 
S: E: Monsignor Chiappe Vescovo di Gerace. Inutile descrivere le festose accoglienze di tutta la popolazione, che con disciplina religiosa, lo accompagnò in Chiesa. Sappiamo che Monsignor Chiappe è rimasto abbastanza soddisfatto delle calorose dimostrazioni di devozione doverosamente tributategli. E’ giusto porgere le nostre vivissime congratulazioni al parroco Don Saverio Monteleone, il quale, con infinito amore, si è accinto a ridestare la sopita fede della gente nostra abbastanza sfiduciata dalle opere, non molto entusiasticamente religiose, dei precedenti curati.

Per il Commissario
Festa di popolo plaudente quella di venerdì scorso; doveroso tributo di devozione all’Ill. mo Signor Avv. Giov. Domenico Foti, Commissario al Comune di Platì che ha voluto rivisitare questo paese ed assicurare i cittadini che la sua opera continuerà instancabile, per la soluzione di tutti i problemi che interessano la vitalità nostra. Noi approfittiamo ben volentieri per plaudire all’operato dell’Avv. to Foti, il quale, non curando tutte le volgarissime insinuazioni tendenti a pungere il suo animo di gentiluomo perfetto ed amministratore scrupoloso, e costringerlo così ad abbandonare le redini del Comune, superando ogni difficoltà – anche perché in questo coadiuvato dall’Autorità competente – ha già meravigliosamente avviato il Comune alla sicura resurrezione.
Gradisca l’Avv. Foti la devozione e la gratitudine di tutto il Comune e particolarmente dei cirellesi, ed anche il nostro sincero ed affettuoso attestato di doverosa e costante ammirazione.
Gazzetta di Messina e delle Calabrie, 20 Luglio 1924

Nota: avevo pubblicato già la replica  di Zappia Pasquale di Carlo che potete trovare qui:




domenica 2 ottobre 2016