PERSONALE
all’Illustre
Cav. G. BASILE
Commissario
Prefettizio
Platì
Al
Signor Commissario Prefettizio
dell’Alpestre
Comune di Platì,
chiedo
con la presente un armistizio
sull’ordinanza
di cui parlo qui:
Pria
che a Battaglia il rio, macabro ruolo
del
Cimitero passi, o Commissario,
sappia
che al Cimitero io già ci ò un suolo
con
deliberazion ch’è nell’ossario.
S’intenda
per ossario un certo vaso
ov’è
deposta la sapienza antica
dei
Satrapi di un tempo ormai lontano
a
cui memoria non ci lega amica.
Il
fatto andò così: mio nonno Oliva
Giacomo
fu Saverio, ebbe concesso
pel
suo terreno al camposanto annesso
(e
che il Comune allor gli requisiva,
Per
dare al luogo pio forma quadrata
qual’oggi
la si vede) un’area uguale
dentro
il recinto e prossima all’entrata
per
costruir la casa sua tombale.
E
il Sindaco del tempo, un altro Oliva,
cosa
rara a Platì, pur n’ebbe cura,
per
il visto di rendere estensiva
tal
deliberazione in Prefettura.
Tal
documento come avanti ho detto,
trovasi
seppellito nell’ossario,
posto
nella magion “ dell’INTERDETTO
“
per
voler di Dionigi ... il segretario.
Soltanto
può ordinar l’esumazione
del
documento, Vostra Signoria
per
sincerarsi della posizione
ch’io
la prospetto in brutta poesia.
Io
non potrei, mio Commissario Egregio,
frugar
di carte in tal cataste immane
per
far valere tal mio privilegio,
di
D. Camelo a ciò varran le mani.
Capirà,
commissario, i miei parenti
furon
tutti sepolti per mia cura
chi
di quà, chi di là. si o no,contenti,
ma
io voglio un posto fisso a sepoltura.
Perciò,
la prego, Illustre Commissario,
di
voler ordinar ricerca attiva
del
documento tanto necessario
per
tal sistemazione definitiva.
Ma
se di ciò che fu, Vossignoria
niente
più ne volesse sapere,
il
ruolo passi a questa Esattoria
ch’io
tosto farò ossequi al Suo Volere.
Pagherò
all’Esattor con le altre Imposte
pure
questa, ma sol quando le brume
scenderan
nel Novembre per le coste
della
montagna, e ingrosserà qui il fiume ...
Ma
senta, e questa è cosa necessaria,
ch’Ella
qui sappia, a patto che niun guasto
le
ulive avran da mosca “ GIUDIZIARIA
“
che
ogni anno ingoia, ahimé in suo FIERO PASTO.
Or
mi consenta, Illustre Commissario,
di
dirle i sensi della mia osservanza
con
l’augurio che ancor per tempo vario
Ella
ponga tra noi Sua ambita stanza.
E
con indefettibil devozione,
mi
ritengo il suo: Giacomo Tassone.
il
dì ventiquattro di agosto
dell’anno
sedicesimo dei Fasci
che
l’Italia e il Mondo han messo a posto
onde
il nemico in rabbia sua si accasci !!!
Giacomo Tassoni Oliva
Come sempre nelle poesie di don Giacomino (nella foto) troviamo il ritratto della vita platiota con allegati fatti, luoghi e persone da tempo... sepolte.