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mercoledì 25 novembre 2020

Assalto al treno [di Edwin S. Porter -1903]



UNA VECCHIA VAPORIERA SBUFFANTE
Il trenino degli studenti
Porta ogni mattina a Locri un carico di spensieratezza

   Bruzzano Zeff., 23 genn.
Una vecchia macchina a carbone, un carro postale, qualche vettura di prima classe e tre di seconda formano il trenino che ogni mattina raccoglie, nelle varie e linde stazioncine disseminate lungo il tratto della costa Ionica che da Bova conduce a Locri, una pleiade di studenti rumorosi ed irrequieti, spensierati.
Lo chiamano, appunto, il trenino degli studenti e sbuffa peggio di Ercole al tempo delle sette fatiche: va molto piano e, in ogni traballante ponticello di questa povera e dimenticata Calabria che attende le alluvioni per ottenere qualche aiuto ed il ricordo delle autorità centrali, rallenta e sembra stenti a riprendere la corsa, fa tanta pena.
Gli vogliamo tutti bene, però, malgrado affumichi tutto e sporchi le mani, il volto ed il vestito nuovo; e quindi con un fischio assordante rallenta e si ferma, dai marciapiedi delle stazioni viene letteralmente preso d'assalto da una marea di studenti e studentesse carichi di libri, che sembra un vero abbordaggio degno della migliore descrizione Salgariana.
I più svelti occupano il posto per gli amici o per la ragazza che dovrà salire alla prossima fermata, ed il passeggero ignoto, che viaggia per affari, dovrà accontentarsi di trovare un posticino in piedi nella morsa crudele degli affollati corridoi e muovere la testa quando uno studente irrequieto gli sale sulle scarpe.
Improvvisamente i freddi scompartimenti di seconda classe, popolati all'inverosimile, si trasformano in salottini borghesi dove tutto è permesso ed alle disquisizioni filosofiche, tenute con mille arie dai maturandi, seguono i motti di spirito e le battute umoristiche nei confronti del solito incompreso che si isola a guardare i bianchi paeselli appollaiati dove più alti sono i monti e il tormento del mare quando con violenza si scaglia sulle bianche scogliere ed i faraglioni di Capo Bruzzano.
Gli angoli delle vetture sono il posto preferito dagli eterni sgobboni che danno l'ultima ripassatina alle lezioni prima di giungere alla meta.
Naturalmente non mancano i matti, che quelli sono giunti per primi sul mondo e sono la delizia e la croce dell'intera comunanza; individui capaci di qualunque battuta e di qualunque geniale trovata, poiché giornalmente parecchie sono le colazioni che mancano all'appello, e s'ingrandisce sempre più la schiera di coloro che occupano tutto il tempo del viaggio a lamentarsi della cattiveria e dell'ingordigia umana.
Gli occhi fissi alla dorata marina, l'innamorato di turno, bruciato da una cotta tremenda che gli ha reso gli occhi simili a quelle delle triglie quando sono in amore, sogna ad occhi aperti il volto dell'amata che al ritorno gli sorriderà da una galeotta persiana.
Signorine di ogni età e di ogni ceto sociale, semplici o eleganti, belle o brutte, sono tutte uguali sul vecchio trenino: studentesse spensierate che cercano alla loro giovinezza un palpito d'amore e di vita, un bagaglio di sogni ed illusioni che tenga loro compagnia nelle monotone ore delle lezioni di Storia d'Arte, che allieti le terribili giornate in cui il professore di lettere si è svegliato con la luna e sgrana sul registro ti suo lento, inesorabile rosario di punti cattivi.
Ed il tempo passa e si dilegua in un lento ed assonnato ciclo di vita, in eterno sciogliersi di ore tulle cose del mondo.
Un capello bianco ha ormai steso una grigia patina di tramonto sulla nostra giovinezza. Annamaria, Aurora, Pasquale, Gianni, Marcellina … Nomi scomparsi per sempre, già da tempo ingialliti ed intristiti dalle aride musiche delle vie dell'esistenza. Il trenino degli studenti, quello sul quale vivemmo i giorni più belli della nostra prima giovinezza, è sempre lo stesso come allora, vecchio e sbuffante, pronto ad accoglierci e riscaldarci come in una casa nostra e confortare con il suo ciuf-ciuf le nostre pene.
In quel trenino, quando viaggeremo, saremo il passeggero ignoto che i motti e gli scherzi degli spensierati studenti costringeranno a muovere lentamente la stesa e mugugnare strane parole.
BILL MODAFFERI
GAZZETTA DEL SUD, 24 GENNAIO 1957

Per l'immagine d'apertura sono andato sul sicuro ed al cantore dei treni per eccellenza. Mentre di Bill Modafferi le tracce si sono perse con lo sbuffo dell'ultimo treno a vapore sulla tratta Reggio - Catanzaro Lido.

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