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mercoledì 3 giugno 2020

L'ultima fuga [di Richard Fleischer, 1971]

E non c’è storia di platiese o di Platì che possa essere raccontata da altro sangue.
Antonella Italiano


È il 17 giugno del 1861. Da appena tre mesi, poggiata sul giaciglio d’Europa come una creatura dalla longilinea forma, assetata di democrazia e giustizia, l’Italia unita implora presente e futuro da grande nazione. È figlia di tanti padri giunti a ogni compromesso pur di generarla: taluni speculatori hanno comprato per rivendere, talaltri hanno corrotto e svenduto, non senza aver rubato, intrepidi quelli che invece hanno combattuto invocando
libertà e Costituzione; e poi, sia i taluni che i talaltri hanno tradito in nome di un Risorgimento che ha fatto rinascere la sorte e gli interessi di pochi.
Nel più profondo e remoto Sud, laddove il Signore perse scarpe e camicia, volge al termine un giorno uguale a mille altri. Sul promontorio dell’Aria del Vento, mille metri d’altura attorniati da lecci e querce, siede un uomo; barba incolta e occhi nelle orbite scavate dalle ultime notti insonni lo fanno più vecchio dei suoi trentacinque anni. Gli giace accanto un cucciolo di maremmano, fedele nel rispettare il silenzio del padrone.
Michele Papalia, Caci il bigante, Citta del Sole Edizioni, 2020

Come annunciato qualche post addietro è stata approntata un' edizione aggiornata del libro di Michele Papalia, Caci il brigante. Chi vuole acquistarlo in rete lo trova qui:

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