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domenica 21 giugno 2020

La spiaggia [di Alberto Lattuada, 1954]


Sulle assolate spiagge joniche tra Brancaleone e Bianco gruppi di famiglie di Ferruzzano e Staiti scendono al mare per la stagione dei bagni. Nascono così, con paletti e  frasche di erbe veri accampamenti con cucine all’aperto e giacigli per riposare. Questa è una usanza veramente pittoresca che consente a numerose famiglie di vivere un paio di mesi a contatto con la natura una vita sana, riposante e - perché no? – particolarmente economica.
Foto e testo : GAZZETTA DEL SUD, 28 luglio 1957

Di questi tempi di villeggiature costose, voglio ricordare una villeggiatura che nessuno ha mai descritto, la villeggiatura dei paesani lungo i monti e i colli che guardano il mare Jonio. Erano venti chilometri per arrivare al mare, ma senza diligenza né autobus la distanza era molta, e a piedi o sulle cavalcature, un viaggio pieno di incontri, di paesaggi diversi, perché c'erano i colli bianchi abbaglianti di creta, ma c'erano pure i giardini di aranci col loro verde umido quasi di musco, gli alti uliveti; e infine si sboccava sul letto del torrente, il mare veniva incontro con le sue onde bianche come un armento, e non arrivava mai, e tornava indietro, e le fronde dure dei pioppi tremavano alla brezza crepitando in un sordo concerto.
Corrado Alvaro, Stagione sull’ Jonio.

"Una voce pulita e democristiana, un look da bravo ragazzo, una dote di scrittura spaventosa e un tale ... agli arrangiamenti":

2 commenti:

  1. e poi c'erano le donne con le lunghe camicie bianche che si sollevavano a palloncino quando entravano in acqua, le ceste con i curijeji di vagni, il rosso d'uovo sbattuto a spuma con lo zucchero perché il mare "metteva debolezza", le teste dei bambini spinte sott'acqua a tradimento per lavare via i raffreddori invernali, quelli che avevano il coraggio di fare le sabbiature sotto il solleone, i ritorni ai paesi dell'interno nelle auto bollenti con l'aria che entrava dai finestrini abbassati densa di calura

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