Gli attimi di terrore e di panico provocati
dalla catastrofe venuta dal cielo, che scosse la terra e provocò lo scatenarsi
della fiumara, erano passati ma ancora il cielo era cupo. Noi bimbi ancora non
potevamo andare in giro per i troppi detriti ammonticchiati sulle strade. Quel
giorno i paesani - spaventati, stanchi, morsi dal freddo e dall'umidità, senza
acqua potabile, si beveva quella piovana bollita, senza di che coprirsi, non
avendo speranza che arrivassero aiuti esterni, con le strade di comunicazione
interrotte dalle frane - hanno pregato il parroco Don Minniti di portare fuori
la Madonna di Loreto in processione. E’ così che ricordo: di essermi trovata
appoggiata al muretto, prima del ponte, e scorgere dalla parte opposta la
statua della Madonna portata in spalla dai nostri giovani, con i preti, i
chierichetti, gli stendardi e una moltitudine di persone dietro. Arrivati alla
mia altezza adagiarono la statua sul muretto, girata in opposizione alla
montagna. Io che non sono molto credente vi assicuro che ho ancora nella mente
quell'attimo: da dietro la montagna un alone si schiarì e un raggio di sole
fece capolino, non vi dico quello che successe, gli anziani si inginocchiarono
per terra battendosi il petto con le mani, ringraziando la Madonna -secondo
loro- per il miracolo ricevuto.
PAOLA VIOLI
La foto è di proprietà degli eredi di Joe Ielasi in Adelaide che l'hanno gentilmente concessa per l'occasione.
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