“Come in una panoramica in technicolor e techniscope alla sua sinistra c'era attaccata la casa di zia
Annina, con a piano terra l'ufficio del dazio, successivamente la casa
Zappia-Galatti e oltrepassando corso Umberto il bar di papà. Di fronte ad esso,
sulla via XXIV maggio, c'era l'ufficio postale e risuperando il corso la
casa della signora Fera, quindi un casalino, luogo di invenzioni ludiche; dopo
la scalinata che portava al municipio c'era la casa di Raimondo con
affiancata quella di don Umberto Romeo e più avanti quella di mastru Cicciu u cruciatu, al secolo Schimizzi; di fronte, oltrepassando la via XXIV
maggio, la casa du bumbiu e tornado verso casa mia la falegnameria di lignuduru, più oltre una discesa con il panificio carrarmatu, il bar di Dante De Maio, quindi la Casa. Questo che vi
ho circoscritto era il perimetro dei giochi che non bisognava oltrepassare e
incorrere nelle sanzioni paterne”.
(https://iloveplati.blogspot.com/2012/02/la-casa-senza-tempo-reg-andrea-forzano.html).
In quel testo avevo dimenticato la casa di Serafina Mittiga che era dirimpetto la
casa di don Umberto. Era in questa scenografia, oggi, nella memoria, un fondale di cartapesta, delle mattine estive dei miei
anni infantili che Tota, la figlia don Umberto, usciva di casa e salendo a
bordo del maggiolino Volkswagen color acqua marina si avviava al mare di
Bovalino. Nel suo silenzio, rotto dai suoni cupi del fraseggiare appreso in
collegio, Tota era una delle più belle signorine di Platì e la sua
educazione da collegio le è rimasta per tutta la sua vita. Quel tempo ormai è
un ricordo e Tota è partita per stare accanto ai genitori. Questo è il solo
piccolo omaggio che le si offre.
Nella foto Tota, nata Maria Antonia il 24 febbraio 1942, è con Paola Violi.
Grazie per questo tuffo nel passato
RispondiEliminaCon Tota sepolta nei miei ricordi scompare un Po del ns passato. Grazie Gino
RispondiEliminaCon po non pensavo al fiume,irriverente tastiera
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