Tibi, dilecto nobis ...
Signori,
Voi comprendete benissimo che colui che vi parla, in questo luogo e in
questo giorno, è talmente pervaso dalla commozione da dover fare uso degli
occhiali per nascondere, in qualche modo le lacrime; e della scritto per tenere
a freno le idee. Sono queste belle impellenze, soavi, che si accalcano, e si
spingono, si affacciano, per trovar sollecite, la via d’uscita. Si, vengano
pure avanti, in disordine, ché voi saprete bene accoglierle ed apprezzarle
come, come avete fatto altre volte.
Già, di per se stesso, l’avvenimento è d’una importanza e d’una
bellezza tale che non ha bisogno di una carta qualunque d’accompagnamento. Esso
cresce di bellezza e d’importanza quando si voglia considerare che il Novello
Unto del Signore è un giovine a noi carissimo, che abbiamo visto nascere, che
abbiamo educato, sorretto, incoraggiato ad ascendere l’Altare di Dio, di quel
Dio, dico, che oggi e sempre, si è impegnato di fare lieta la nostra
giovinezza. Ad Deum qui laetificat iuventutem meam. Ecco perché il Sacerdote
non invecchia mai; ecco perché mi sento giovine anch’io, non ostante le lacrime
abbiano scavato tutti questi aridi solchi ed i miei occhi si siano accerchiati
di nero …Il Sacerdote! Lo stesso che Cristo, perché Unto dal Sacro Crisma com’è
Lui, perché s’immola ed immola continuamente ogni mattina, perché su questo
Calvario incruento dell’Altare, distende le braccia al soave amplesso
dell’Amore. Ed accorrano, a lui, tutti quanti hanno bisogno d’una guida …
Platì il giorno di tutti i Santi
1934
Arcipret. Ernesto Gliozzi
Nota. Il testo riportato è parte di una lunga orazione tenuta da Ernesto Gliozzi il vecchio, il giorno della celebrazione della prima messa officiata dallo zio Ciccillo sull'altare del Duomo di Platì. L'autore del testo ebbe un ruolo decisivo nella formazione del novello sacerdote. La pubblicazione è per ricordare i quarantacinque anni dell'immatura scomparsa dello zio Ciccillo. La prima pagina della Tessera Ecclesiastica era stata redatta da Ernesto Gliozzi il giovane, nel 1957 distaccato in Curia.
Il paese, malgrado lo sforzo di alcuni, vive in un eterno presente avulso dal proprio passato che sembra quasi abbia voluto cancellare. Mi chiedo se si interroghi sul proprio futuro.
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