“Sometimes I don't know where
This dirty road is taking me”Townes Van Zandt
Nei decreti disposti dal magistrato e consegnati dagli agenti allo zio Ernesto si affermava di ritenere che in tale fondo possa essere seppellito il cadavere di un sequestrato la cui identità allo stesso non può essere rivelata in quanto dalle indagini su quei reperti risulterebbe, il fondato motivo di ritenere che in tale fondo possa essere seppellito il cadavere di un sequestrato la cui identità allo stesso non può essere rivelata, onde non pregiudicare le ulteriori indagini, ne mettere in allarme gli eventuali indagati. Com'è allora che la stampa conosceva già indagini e identità del seppellito?
Platì / Si cercano i resti di Bertolami
rapito nell’83
PLATI’ — Proseguono
scavi e sondaggi nei terreni attorno al cimitero di Platì. Le ricerche,
disposte dalla Procura della Repubblica di Palmi, sarebbero tese al
ritrovamento del cadavere di un imprenditore rapito a Lamezia Terme il 12
ottobre del 1983: Giuseppe Bertolami, che all’epoca aveva 58 anni. Una conferma
indiretta a tale ipotesi verrebbe dalla presenza, nel gruppo di magistrati che
seguono le ricerche a Platì, di uno dei sostituti procuratori del Tribunale di
Lamezia Terme.
Sulle indagini in
corso gli inquirenti rimangono abbottonatissimi e rifiutano ogni dichiarazione
ufficiale. Nessun commento neppure sulle insistenti voci che accreditano la
collaborazione di un pentito che, con le sue dichiarazioni, avrebbe consentito
di riaprire le indagini sul rapimento di Giuseppe Bertolami.
Una vasta campagna alla
periferia nord di Platì, ed esattamente tutto attorno al piccolo cimitero del
paese, è la zona teatro di continui scavi e di sondaggi condotti da agenti del
NAPS (Nucleo Anticrimine della Polizia di Stato). Sul posto si alternano anche
i magistrati della Procura di Palmi e di Locri, ai quali da ieri si sarebbe
aggiunto anche il giudice Domenico D’Agostino, sostituto procuratore della
Repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme. Proprio l’ingresso nelle
indagini del giudice D’Agostino sembra confermare l'ipotesi che a Platì si sta
cercando il cadavere di Giuseppe Bertolami.
Paolo
Pollicheni
GAZZETTA DEL SUD Venerdì 17 Aprile 1992
PLATI’. Le operazioni di scavo
in un uliveto alla periferia della cittadina calabrese
Il
“cimitero” dell’Anonima
Un pentito rivela: vi sono
sepolti i rapiti mai liberati
PLATI’. E’ il «cimitero
della mafia dei sequestri» quello che si sta cercando affannosamente in queste
ore a Platì. Da due giorni i magistrati delle Procure di Palmi e Locri sono
attentissimi e scrupolosi nel seguire i lavori di scavo che alcune squadre di
operai stanno effettuando in un uliveto a ridosso del cimitero comunale di
Platì.
La zona é strettamente
sorvegliata da polizia e carabinieri, off-limits per i non addetti, impossibile
avvicinarsi. A mettere sulle tracce il procuratore di Palmi Agostino Cordova, e
di Locri Rocco Lombardo, sarebbe nuovo pentito della ‘ndrangheta, un ex pezzo
da novanta, forse un mamma santissima messo a conoscenza delle cose più segrete
della onorata società calabrese, che ora sta vuotando il sacco, andando
indietro negli anni.
Le cose che il pentito conosce
risaliberro (così nell'originale) ai primi anni Ottanta, i tempi d’oro dei sequestri miliardari,
della
«pax
mafiosa» che consentiva le cosche di pilotare il voto per le politiche, e di
lanciarsi a mani libere nel business, della droga in collegamento con i
fratelli del Canada e dell’Australia. A Platì, il pentito avrebbe detto di
sapere dove sarebbe la tomba di un ostaggio dell’Anonima, seppellito dopo la
sua morte causata dalle sofferenze patite in prigionia.
Circola un nome, quello dell’industriale
floro-vivaista Giuseppe Bertolami, rapito all’età di 58 anni il pomeriggio del
12 ottobre 1983
Filippo
Praticò
Avvenire
Venerdì 17 aprile 1992
Platì / Le ricerche ordinate dai magistrati di
Palmi e Locri
Se
si trovasse il “cimitero” …
Sarebbe confermata la credibilità
d’un misterioso informatore
PLATI’ - Sotto una pioggia
battente ed un cielo cupo che non aiuta a presagire nulla di buono, agenti dei
nuclei anticrimine della polizia di Stato continuano a setacciare la vasta
campagna che circonda il cimitero di Platì. Cercano il «cimitero
dell’anonima sequestri», forse cercano anche dell’altro, visto che da ieri sono
comparsi sul posto anche sofisticati «metaldetector» e tecnici specializzati nel
loro uso.
Anche ieri sono stati a Platì i
magistrati delle Procure della Repubblica di Palmi e Locri, che hanno disposto
le ricerche. In particolare i sostituti Franco Neri e Nicola Gratteri sono
rimasti a Platì per l’intera giornata di ieri ed hanno impartito disposizioni
sui nuovi accertamenti da condurre. La zona continua ad essere fortemente
presidiata dalla polizia che impedisce a chiunque di avvicinarsi.
Paolo Pollicheni
GAZZETTA DEL SUD Sabato 15 Aprile 1992
Sulla ricostruzione del sequestro del Signor Giuseppe
Bertolami e le successive indagini, per chi lo volesse, sono disponibili ampi
testi nel web, recentissimi come dell’epoca in cui il delitto accadde. Il suo
corpo cercato iaffora ‘e ssalis,
quando tutto sembrò un macabro scherzo è stato lasciato nell’oblio, ma non dai
familiari. Il vasto terreno, Sfales, dopo lo sconvolgimento, rimase incolto per molto
tempo e poté ritornare al suo antico stato solo grazie alla tenacia dei coloni.
Stampa, Magistrati e Forze dell’ordine “maestri
nel rigettare sugli altri la propria responsabilità, la propria assenza, il
proprio non fare o il proprio fare eccessivo” (Corrado Stajano) una volta
partiti, e sebbene ritornati in paese per altri motivi, le scuse le stanno
ancora ragionando. Lo zio avendo ampio diritto di chiedere il risarcimento dei
danni provocati, come suo costume mai agì in tal senso. Anzi, la sua abitazione
nelle successive indagini condotte sui
bunker fu sempre la prima ad essere visitata, questa volta senza decreti e con ben differente galateo.
Nessun commento:
Posta un commento