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mercoledì 23 maggio 2018

Ufficiale e gentiluomo [di Taylor Hackford, 1982 ]


Bari 30 marzo 1941 XIX

Carissimo zio Michele,
vengo con la presente per darvi mie notizie e prima di tutto vi dico che sto bene come non mai.
Come forse sapete, da pochi giorni sono passato in fureria, dove c’è il furiere che mi vuol tanto bene.  Anche con gli Ufficiali sono in buoni rapporti.
Ero entrato in fureria in linea provvisoria, ma dato che fra qualche giorno si partirà per il campo, (forse giovedì) mi lasceranno almeno per tutta la durata di esso, in considerazione che mi avranno bisogno. Del resto si dice che alla fine del campo saremo destinati altrove e quindi con molta probabilità sarò trasferito in qualche distretto d’Italia.
A proposito, noi distrettuali che eravamo assegnati nei distretti oltremare, saremo assegnati o nei distretti d’Italia o adibiti a servizi territoriali in Italia stessa.
Non mi sono presentato a Macrì per la semplice ragione che tutte le volte che ero andato a trovarlo si trovava assente.
Ormai dato che dovrò partire per il campo è inutile che vado a trovarlo. Se mai, se al ritorno dal campo dovessi ritornare a Bari, andrò a trovarlo.
Il mio capitano mi aveva promesso la licenza per Pasqua, ma credo che sarà difficile ora che si parte. Se mi sarà possibile verrò a campo finito.
Ieri ho ricevuto il biglietto dello zio Giuseppino.
Come state? La nonna sta bene? Io ardo dal desiderio di potervi riabbracciare.
Con l’augurio che la presente vi trovi tutti in perfetta salute, vi abbraccio tutti quanti e chiedo alla mamma la S. B.
 vostro aff. mo nipote
Peppe

Carissimo zio Giuseppino
Ho spiegato allo zio Michele la ragione per cui non mi sono presentato al dr. Macrì
Attualmente mi sento come un leone.
Vi abbraccio tutti, compresi i miei e mando mille bacetti per Nelluccia.
Vostro
Peppe

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