C’è un libro, da poco iniziato a leggere, che incipit così:
“L’annuncio è stato dato
il 13 marzo 2016 dalla BBC. Sulle pagine del sito Web dell`emittente
radiotelevisiva britannica, in un tipico e asciutto stile inglese, è apparso il
seguente presagio:
A
breve, su Facebook, ci saranno più morti che vivi, Il social network per
eccellenza ha già preso le sembianze di un cimitero digitale, in costante e
inarrestabile crescita“.
All’istante ho dovuto far riposare Proust e la sua Recherche dei sogni e/o dei morti perché col testo di Giovanni Ziccardí, IL LIBRO
DIGITALE DEI MORTI Memoria, lutto, eternità e oblio nell'era dei social network,
UTET,2017, mi sento chiamato come sul banco di un imputato! E’ l’idea della
morte che in queste pagine si contempla e, ignaro dello studio del prof.
Ziccardi, ne viene fuori. Scorrendo quanto sin qui pubblicato, i dati di
persone di Platì scomparse sono di gran lunga più numerosi di quelli sui vivi.
Involontariamente come un libro tibetano
dei morti ho costruito un libro
platioto dei morti, un camposanto platioto digitale. Si è scartati
dall’oblio e risuscitati personaggi noti e meno noti attraverso documenti
inediti, libri ecclesiastici, articoli di giornali, memorie, foto soprattutto.
E qui sono cominciati i sensi di colpa, chiedendomi se è giusto il
lavoro che porto avanti dal 2011 … per ora non sono che alla premessa del testo
dell’esperto studioso. Ora: tutti questi morti
avrebbero accettato l'evasione dall’oblio naturale per essere catapultati
nel cyberspazio virtuale? Che cosa avrebbe fatto il medico Vincenzo Papalia se vivente oggi, avesse avuto le stesse note vicende giuridico-morali? Un Blog, un'account
Facebook, un sito nominato lividure.eteroclite. com?
Nota. Gli screenshot rimandano all'ancora attivo account facebook di Gianni, sebbene ci abbia lasciati il 13 agosto 2013. L'articolo della BBC citato si trova qui:
http://www.bbc.com/future/story/20160313-the-unstoppable-rise-of-the-facebook-dead
Lo vedo in altro modo come ho già avuto modo di commentare da qualche altra parte nel blog: non è un libro dei morti ma un modo per far rivivere nella memoria il passato, un rendere cronaca ciò che è già diventato storia o addirittura è stato escluso dalla storia, la ricerca di un paradiso perduto, di attimi mai esistiti o soffocati dalle lotte ed incomprensioni quotidiane, un immaginare la vita degli avi e dei loro sentimenti, è il desiderio di portare chi ci ha preceduto fuori dai luoghi di morte e metterli di nuovo in quel paesaggio che per noi è diventato vuoto.
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